Per “movente del controllo e del potere” intendo che fai le cose per avere qualcosa: maggiore conoscenza, maggiore capacità di essere padrone degli eventi, maggiore successo. Pensi che in questo modo potrai attaccare o difenderti con efficacia, potrai finalmente avere accesso alla magia, e smettere di ingoiare tutta quella frustrazione e rabbia che le ingiustizie ti procurano.
Il desiderio di avere una vita migliore, di smettere di avere paura, o anche di guarire da una malattia o un disagio, ti fa avvicinare ai percorsi spirituali perché pensi che possano offrire una chiave per la guarigione, possano darti il controllo su quello che non riesci a contenere o fornirti comunque uno strumento per gestire i tuoi vissuti.
I percorsi spirituali diventano una specie di medicinale con i quali speri di sopprimere il sintomo, che sia quello di una malattia fisica o interiore, che sia ansia, smarrimento, frustrazione per essere così privo di potere.
Prima che ti venga concesso di evolvere e andare veramente avanti nell’ambito della coscienza, dovrai portare alla luce tutti questi moventi, affrontarli e risolverli.
Qual è, allora, il movente “giusto” per addentrarsi nei percorsi spirituali?
È prima di tutto un movente che non si basa sull’ottenere qualcosa, sul prendere, anche se frutto del desiderio di stare meglio, un desiderio lecito e che va naturalmente perseguito, ma semplicemente non va confuso con gli obiettivi della spiritualità. Semmai, un certo benessere, una data centratura, sono il frutto (non sempre immediato) del proprio allineamento con la verità, sono cioè una conseguenza, se pur secondaria.
L’unico movente che garantisce una crescita spirituale autentica, allineata con la magia bianca e tutta la sua saggezza, è sempre e soltanto l’amore. Quando capisci che l’amore è il senso di ogni cosa, il movente primario e anche l’obiettivo finale, ti avvicini ai percorsi spirituali senza la pretesa del controllo, ma accettando le sfide e i tempi proposti dalla tua anima.
L’intento che ti spinge nella ricerca spirituale diviene la ricerca di come metterti al servizio dell’amore, di come puoi davvero essere un suo vassallo e declinarlo in ogni ambito dell’esistenza, in ogni angolo di te. Non pensare a chissà quali grandi temi filosofici o imprese sacrificali, l’amore comincia dal prenderti cura della tua giornata, dal fare un sorriso al tuo vicino, dal seminare ciò che può dare buoni frutti.
Arriva quel momento, infine, in cui capisci che qualunque cosa tu faccia, qualunque sia il tuo mestiere e i tuoi studi, sei già su un percorso spirituale, sei già sulle strade della tua anima, e allora sai che tutto il resto viene di conseguenza, sai che ti viene dato esattamente ciò che occorre, istante per istante.
Se l’amore richiede che tu sviluppi determinati poteri per servirlo meglio, così sarà, appena sarai pronto. E se richiede che tu perda qualunque potere per servirlo meglio, così anche sarà, appena sarai pronto. E sarai felice e soddisfatto in entrambi i casi, perché il tuo movente è quello di assecondare il suo disegno, che è il disegno del tuo io più grande, non quello del tuo bisogno di controllo.
Prima che ti venga concesso di evolvere e andare veramente avanti nell’ambito della coscienza, dovrai portare alla luce tutti questi moventi, affrontarli e risolverli.
Qual è, allora, il movente “giusto” per addentrarsi nei percorsi spirituali?
È prima di tutto un movente che non si basa sull’ottenere qualcosa, sul prendere, anche se frutto del desiderio di stare meglio, un desiderio lecito e che va naturalmente perseguito, ma semplicemente non va confuso con gli obiettivi della spiritualità. Semmai, un certo benessere, una data centratura, sono il frutto (non sempre immediato) del proprio allineamento con la verità, sono cioè una conseguenza, se pur secondaria.
L’unico movente che garantisce una crescita spirituale autentica, allineata con la magia bianca e tutta la sua saggezza, è sempre e soltanto l’amore. Quando capisci che l’amore è il senso di ogni cosa, il movente primario e anche l’obiettivo finale, ti avvicini ai percorsi spirituali senza la pretesa del controllo, ma accettando le sfide e i tempi proposti dalla tua anima.
L’intento che ti spinge nella ricerca spirituale diviene la ricerca di come metterti al servizio dell’amore, di come puoi davvero essere un suo vassallo e declinarlo in ogni ambito dell’esistenza, in ogni angolo di te. Non pensare a chissà quali grandi temi filosofici o imprese sacrificali, l’amore comincia dal prenderti cura della tua giornata, dal fare un sorriso al tuo vicino, dal seminare ciò che può dare buoni frutti.
Arriva quel momento, infine, in cui capisci che qualunque cosa tu faccia, qualunque sia il tuo mestiere e i tuoi studi, sei già su un percorso spirituale, sei già sulle strade della tua anima, e allora sai che tutto il resto viene di conseguenza, sai che ti viene dato esattamente ciò che occorre, istante per istante.
Se l’amore richiede che tu sviluppi determinati poteri per servirlo meglio, così sarà, appena sarai pronto. E se richiede che tu perda qualunque potere per servirlo meglio, così anche sarà, appena sarai pronto. E sarai felice e soddisfatto in entrambi i casi, perché il tuo movente è quello di assecondare il suo disegno, che è il disegno del tuo io più grande, non quello del tuo bisogno di controllo.
Camilla
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