Ascoltare se stessi non è scontato, anzi spesso è la cosa più difficile da fare. Bisogni, aspettative, paure possono coprire i veri intenti e creare potenti illusioni. Ma la verità è lì, nel profondo del tuo cuore, nelle pieghe della tua anima. Sta a te trasformarti in quella persona che può vederla.
E quando finalmente riesci a farlo, quando diventi consapevole della risposta che hai dentro, capisci che c’era sempre stata, fin dal primo istante, ma tu avevi bisogno di perderti per altre vie, prima di poter tornare da lei.
7.4.21
Naturalmente non esistono luoghi ideali, gruppi e situazioni che ci facciano sempre sentire a nostro agio, perché la vita è variegata e i conflitti fanno parte delle sue dinamiche. Ma esistono contesti che ci permettono di rispettare la nostra autenticità, di crescere e accettare le sfide in modo più sano, in confronto ad altri dove prevale il veleno dell’incoscienza e della superficialità.
Per quanto sia importante l’influenza dell’ambiente e della collettività, nessuna situazione esterna potrà donarci quella confidenza interiore che deriva solo dal rapporto che costruiamo con noi stessi. Ma è anche vero che quando costruiamo tale rapporto, automaticamente ci andiamo a cercare quei luoghi e quelle situazioni che meglio ci rappresentano e che ci offrono l’occasione per servire il mondo attraverso i nostri talenti.
La nostra unicità è collegata alla funzione che siamo venuti a ricoprire. Quando lo capiamo, smettiamo di tradirla per compiacere gli altri o restando in luoghi che non ci appartengono, ma cominciamo a cercare un modo per inserirla nel disegno più grande, perché nessuno coltiva se stesso solo per se stesso.
6.4.21
Come donare ciò che non si ha?
In qualche modo, in una qualche forma, in realtà noi possediamo sempre almeno un frammento di ciò che ci manca. Allora possiamo partire da lì, da quella briciola, per distribuirla.
Il senso di mancanza spesso è una indicazione dell’anima, che ci chiede di donare proprio quello che sentiamo esserci mancante, così che possiamo riportare in equilibrio il nostro cammino; ma l’ego interpreta male il segnale e cerca di prendere ancora di più, invece di imparare a dare.
Ci manca di essere amati? Cominciamo a dare noi amore, cura, presenza, ogni volta che possiamo. Basta iniziare con un sorriso.
Ci manca di essere riconosciuti e apprezzati? Cominciamo ad apprezzare, ad ascoltare, a rendere visibili coloro che si sentono invisibili.
Ci manca il successo o la sicurezza materiale? Cominciamo a essere grati per quello che abbiamo e aiutiamo gli altri nei loro bisogni e nel farli sentire appagati. A volte il nostro poco è tutto per chi ha niente.
Ci manca la salute? Cominciamo ad apprezzare ciò che di noi è sano e a dare salute agli altri attraverso il nostro modo di essere e di fare.
Finché cercheremo di prendere, ci verrà tolto ancora di più. E finché cercheremo di dare, saremo aiutati e riceveremo a nostra volta.
L’anima sa che il simile attira il simile. Non si può essere in un modo e pretendere di ricevere in un altro. Colui che dona entra nella frequenza del dono e degli aiuti, e di quello farà esperienza. E colui che prende entra nella frequenza di ciò che viene tolto, e di quello farà esperienza.
5.4.21
Pretendere che tutto venga perfetto ai primi tentativi o farsi deprimere dalla mancanza di risultati immediati è pretendere di non fare esperienza, di non mettersi in gioco, di non crescere, di non farsi plasmare dalle circostanze del cammino.
Siamo qui, invece, per rompere gli schemi cristallizzai del passato, per superare le idee fisse che ci siamo fatti su di noi e gli altri, per scoprire come intrecciare i nostri passi con quelli del destino.
Questo richiede di esserci, giorno dopo giorno. Non importa se impiegheremo tutto il tempo a disposizione, se cadremo e cadremo ancora, perché il senso non è evitare di cadere, non è avere tutto sotto controllo, non è essere migliori degli altri.
Il senso è diventare consapevoli di noi, dei nostri limiti ma anche di come superarli, delle nostre possibilità, dei nostri doni e di come metterli al servizio dell’esistenza.
4.4.21
Tagliare un cordone, cambiare strada, lasciar andare parti di sé. Alcuni libri, una volta letti, vanno chiusi per sempre.
Ti sei perso, ma era l'inizio per ritrovarti. Hai creduto che tutto fosse finito, ed ecco che tutto di nuovo ha inizio.
Lascia fare all'anima, non ti serve altro. L'anima sa come attraversare l'inverno. Sa come appassire e come tornare a sbocciare.
3.4.21
2.4.21
Ama e continua ad amare. Non farti chiudere il cuore, non assecondare chi vuole portarti via la voglia di condividere, di donare, di servire una causa più grande.
Ogni evento, ogni persona, ogni esperienza, porta un messaggio, una storia da ascoltare, un dono da raccogliere. L’universo intreccia le sue vicende in modo tale da comunicare con noi. Tutto quel che accade non è per caso, ma è portatore di un senso più profondo.
Non sempre siamo disposti o pronti a ricevere il messaggio, perché ci attacchiamo alle aspettative e non accettiamo il cambiamento, oppure il messaggio stesso è nascosto nelle profondità di eventi talmente sfidanti e dolorosi, che non vogliamo ascoltarlo.
Possiamo assecondare il vittimismo e la paura, biasimando ciò che all’esterno sembra sbagliato, o possiamo prenderci la responsabilità di cercare il senso celato dietro le apparenze, e così scoprire tutto un mondo al di là del mondo.
Non si tratta di fare chissà quali ragionamenti, ma di cogliere con il cuore la verità oltre le contraddizioni, intuire quel pieno pronto a germogliare da ogni vuoto. A volte significa lasciar andare, altre volte accettare la sfida di cambiare noi stessi, e altre volte ancora intraprendere battaglie, non per andare contro qualcosa, ma per costruire nuove roccaforti nella coscienza collettiva.
L’universo ci parla in continuazione attraverso quello che accade. Non lo fa con parole razionali, ma attraverso simboli, segni e risonanze. Non dobbiamo temere gli eventi, ma confidare nel significato racchiuso in essi e nel messaggio di cui sono portatori. Quel messaggio è per noi, è per guidarci nel cambiamento, è per spingerci a trasformare ogni cosa, dentro e fuori.
2.4.21
Fai entrare la luce dentro di te, così che possa entrare anche là fuori. Quando illumini le tue ombre e vinci i tuoi demoni, aiuti l'umanità a vincere i suoi.
Combatti la tua guerra, ma non essere in guerra. Dona te stesso alle cause in cui credi, senza trasformare in nemici coloro che le mettono in discussione.
Lascia andare ciò che non è essenziale. Ci sono pesi che servono sul momento, fanno parte della storia da vivere, ma poi vanno restituiti al tempo.
Amare, illuminare, combattere e lasciar andare. Sono tutti sinonimi, tutti aspetti di quella possibilità che chiamiamo vita. A noi coglierla e renderle onore con la nostra presenza, con le nostre scelte.
1.4.21
Il cambio di prospettiva è quella cosa che trasforma un vicolo cieco in una strada aperta su una nuova direzione.
Il problema: Ti sei rinchiuso in una posizione mentale, dimenticando che da lì si poteva scorgere solo una piccola parte del panorama.
La via: Un ostacolo non sempre è un ostacolo. Può essere l’opportunità che ti permette di cambiare qualcosa, dentro o fuori di te. Accorgiti delle possibilità che l’ostacolo del momento ti sta offrendo.
La meta: Non esistono vicoli ciechi ma solo prospettive cieche. Ogni volta che ti trovi con le spalle al muro, cambia la tua prospettiva e scoprirai che il muro può trasformarsi in un portale che si affaccia su nuovi territori. Per avere un futuro migliore, devi imparare ad avere prospettive migliori.
(Estratto dal libro+carte Oracolo del Maestro Interiore di Camilla Ripani)
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