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Riflessioni quotidiane | Marzo



28.3.21



La logica è importante: ti svela connessioni, mette le basi per l’azione e ti porta avanti, ma fino a un certo punto. Ci sono soglie che puoi attraversare solo se ascolti quel qualcosa che hai dentro, quell’istinto che è oltre ogni ragionamento, ma che conosce la direzione.

Ti chiederanno spiegazioni che non potrai dare, ti faranno sentire stupido o sbagliato perché non potrai dimostrare il senso delle tue scelte, e cercheranno di farti cambiare idea sulla base dei loro ragionamenti o di quelli del mondo.

E tu ti troverai davanti a un bivio: prendere la loro strada, perché sembra così logica, così sicura, così piena della loro approvazione, o prendere la tua strada, anche se non sai darle un nome, non puoi spiegarla né sai dove ti porterà... ma sai che è una strada dove incontrerai te stesso, chiunque tu sia.



27.3.21



Accade il giorno in cui subiamo un torto, qualcosa ci ferisce, una persona o una situazione ci leva energia. Fa parte della vita e spesso non possiamo fare niente per evitarlo.

E accade il giorno in cui tutto questo appartiene al passato, ma restiamo aggrappati al torto subito, che diventa il focus del nostro essere. È comprensibile, vogliamo giustizia, vogliamo che chi ha sbagliato paghi e vogliamo essere risarciti in un modo o nell’altro.

Attenzione: la ricerca di giustizia per quel che si è verificato in passato rischia di trasformarsi in una ingiustizia per il nostro presente. Incapaci di accettare gli eventi o di ascoltarne il messaggio profondo, ci trasformiamo nei torturatori di noi stessi, rinchiudendoci nella rabbia e nella frustrazione. 

Non sto dicendo che bisogna rinunciare a pareggiare i conti, ma che questo non è tutto, non è centrale. Ciò che conta è la nostra anima, la nostra vita, la possibilità di essere liberi di occuparci di lei, focalizzandoci su ciò che è essenziale, ci fa bene, nutre la nostra evoluzione. Ma possiamo farlo solo se lasciamo andare i pesi del passato.

Non possiamo andare avanti se continuiamo a guardare indietro. Non possiamo apprezzare i doni che fanno parte della nostra esistenza se continuiamo a pensare a quelli che abbiamo perso. Lasciar andare è una risorsa preziosa che ci restituisce a noi stessi, al nostro cammino. È riorientare il nostro sguardo verso di noi, verso l'oggi, per muoverci nella direzione di chi vogliamo diventare.



26.3.21



Arriverà il momento in cui cercheranno di farti tacere, di farti sentire sbagliato, di farti fare un passo indietro. Le loro armi saranno l’ingiustizia, l’incoerenza, la manipolazione, l’aggressività o qualunque altra frequenza di basso livello.

Devi sapere dell’esistenza di questi momenti, perché non è possibile evitarli. Essi arrivano proprio quando stai alzando la tua energia, quando il tuo intento si fa più audace, quando ti trovi di fronte alla possibilità di un cambiamento.

Non perdere tempo a cercare spiegazioni razionali, a rimuginare sull’ingiustizia, o a farti trip mentali sulla legge di attrazione e sulla legge dello specchio. Sii semplicemente consapevole che, quando sei pronto per passare allo stadio successivo della tua esistenza, arriva la prova, arriva il rito di iniziazione. Di questo si tratta, infatti: riti di iniziazione, passaggi di livello, confini da attraversare difesi da guardiani agguerriti.

L’universo non vuole i tuoi ragionamenti, ma vuole vedere i fatti, vuole vedere se davvero fai il salto, se davvero puoi attraversare il confine fra ciò che eri e ciò che stai diventando. Allora tu dimostraglielo. Non lasciare che la prova ti faccia indietreggiare, contrarre, o peggio che ti spinga su una strada diversa, che non ti appartiene. Persisti nella tua direzione, affronta il guardiano del confine e passa oltre.



25.3.21



È naturale cercare il momento giusto per agire, ma questa attitudine non deve trasformarsi in una scusa per evitare di fare ciò che va fatto.

Quando vuoi cambiare le tue abitudini, impegnarti per trasformare te stesso, scendere in campo e schierarti per i tuoi sogni, preparati a incontrare di tutto, tranne le condizioni ideali per farlo.

Attendere le condizioni ideali è una illusione della mente, è una ricerca di comodità che potrebbe nascondere un intento che non è puro oppure celare una mancanza di amore verso la vita o te stesso.

Intento puro e amore in realtà sono profondamente connessi. Se non ti ami, non puoi scegliere, non puoi combattere le tue battaglie e difendere ciò che è giusto. Resti esposto, invece, alle turbolenze altrui, alle illusioni, e te ne fai deviare.

Vedere la strada che ti appartiene, e decidere di percorrerla, richiede quella lucidità e quella forza d’animo che solo l’amore può generare. Senza amore resti cieco e non puoi che agire solo quando le condizioni sono ideali, quindi praticamente mai.

Ama te stesso, ama l’esistenza che si esprime attraverso di te, allora riconoscerai la strada che ti appartiene e sceglierai di percorrerla, anche con la pioggia, il fango e gli ostacoli che si palesano lungo il cammino.

Non si tratta di aspettare le condizioni ideali. Si tratta di sapere chi sei e dove vuoi andare.

 
24.3.21

 


Stamattina ho incontrato questa frase: sii una buona persona, ma non sprecare tempo per dimostrarlo.

Credo che non ci sia molto altro da aggiungere. Essere “buone persone” è cercare di agire in modo innocuo, di innescare trasformazioni evolutive e di allearsi con le forze dell’anima. Ma soprattutto è essere umani, con le proprie imperfezioni, ma disposti al cambiamento, all’incontro, alla buona volontà.

Detto ciò, ci sarà sempre qualcuno che cercherà di farci dubitare del nostro valore, della nostra luce emergente, o di renderci responsabili per la sua difficoltà, a prescindere da un nostro effettivo coinvolgimento nelle sue vicende.

Ci sono casi in cui non ha senso cercare un punto di incontro, o cercarlo comunque a oltranza, perché quello che interessa all’altro è solo attaccare e provocare il bisogno della difesa e della giustificazione. Si chiama vampirismo energetico, dipendenza dal corpo di dolore o ferita perennemente in azione. Cose di cui siamo affetti un po’ tutti, in alcuni momenti, ma non per questo è giusto lasciarsene travolgere.

A un certo punto dobbiamo scegliere con saggezza e cambiare strada, lasciare che altri continuino a raccontarsi le loro storie su di noi, mentre noi andiamo avanti nella vita e ci occupiamo del nostro giardino, che ha bisogno di noi, del nostro esserci, dei nostri fatti, non delle storie altrui.

Forse è questa la lezione da assorbire sino in fondo: non c’è niente da dimostrare, c’è solo da essere.


23.3.21
 

L’energia segue il pensiero e cresce dove si concentra l’attenzione.

Una volta che hai individuato il problema, che ti sei accorto dell’ostacolo, smetti di scavare nei suoi angoli e di focalizzarti sulle sue diramazioni. Impiega invece tutta la tua energia e tutto il tuo potere per dare forza alla soluzione e per generare quella realtà dove il problema è stato trasceso.

È un’illusione della mente credere che conoscere i dettagli di un problema, scavare nelle sue cause, equivalga a risolverlo o a controllare la situazione. Il problema va certamente individuato, portato alla luce, ma una volta fatto, va lasciato andare; quindi tutta l’attenzione, tutta la passione del tuo essere, va spostata sulla creazione di un nuovo equilibrio.

Allora l’energia dell’universo seguirà il pensiero, obbedirà al tuo intento, e andrà a illuminare quei settori di realtà che prima erano rimasti al buio, non visti, portandoli così in vita. E dove apparivano solo muri, ora appariranno porte da aprire.

La tua mente ha la stessa capacità creativa della Mente Universale, essendo parte di essa, ma se non ne sei consapevole rischi di creare a caso o, peggio, di creare ciò che vogliono altri.

È per questo, infatti, che cercano di indirizzare la tua mente, così che tu possa inserirti nell’esistenza da loro progettata. Ma ricorda: possono farlo solo se tu abdichi all'autonomia del tuo pensiero e fai decidere a loro su cosa focalizzare la tua attenzione.



22.3.21



Siamo qui per fare esperienza, per imparare a conoscere noi stessi e il mondo, per crescere. Uno dei mezzi che usa l’universo per farci fare tutto questo è il fallimento.

Non impariamo dal successo, ma dal fallimento, dall’imperfezione, dal dolore, dall’attrito. Non impariamo quando tutto va bene, ma quando tutto va male. Non impariamo quando sappiamo fare i nostri passi, ma quando cadiamo.

L’abilità più grande che siamo venuti a imparare è quella di amare. Amare la vita, noi stessi, gli altri. Amare significa esserci, prendersi cura, accogliere, trasmutare. Amare significa rialzarsi, trovare un senso, servire la missione del cuore. Tutto il resto è una conseguenza.

Lungo il percorso, naturalmente, viviamo anche il momento della celebrazione, il successo intenso come frutto di ciò che abbiamo seminato, la gioia che deriva dal perseguire l’intento dell’anima. Sviluppiamo inoltre l’intuito, l’istinto del miglior passo possibile, la saggezza generata dal tempo attraversato. E tutto questo è giusto è meraviglioso.

Ma ci sarà sempre un fallimento, una caduta, uno scontro tra forze diverse, un inverno da attraversare, perché ci sarà sempre qualcosa da imparare, un nuovo seme da piantare, una versione successiva di noi che ci chiama a sé e ci esorta a superare gli schemi cristallizzati del passato.

L’unico vero fallimento è credere che il fallimento esista, laddove invece esiste l’esperienza, la trasformazione, la coscienza evolvente e l’opportunità per trovare nuovi modi di amare.



20.3.21
      


Oggi scegli di apprezzare il bene, di godere di ogni momento, di respirare a pieni polmoni, di fare un passo verso i tuoi sogni, di sorridere.

Oggi scegli di sintonizzarti con le frequenze dell’universo e cogliere i suoi infiniti messaggi, così presenti, così potenti, ma spesso così ignorati, perché in genere siamo troppo occupati a biasimare ciò che sembra sbagliato.

Oggi scegli di sdrammatizzare e lasciar andare quel che nutre il corpo di dolore e vorrebbe farti cadere nella tristezza, nella paura, nella preoccupazione. Sono valigie pesanti, di cui non hai più bisogno.

Oggi scegli di cogliere ogni luce, ogni possibilità, ogni leggerezza. Non importa quanto è stretta la morsa in cui ti trovi, c’è sempre qualcosa che puoi fare, sentire, pensare per nutrire quella parte di vita che ti chiede di esserci, esserci per davvero.

Oggi scegli di cambiare sguardo e scorgere ciò che è nascosto, la bellezza nell’imperfezione, la gioia nelle prove, la gratitudine in ciò che appare scontato. Niente, in realtà, è scontato, poiché tutto è dono, tutto è esperienza, tutto è amore.

Oggi scegli di essere felice. La felicità non è qualcosa che arriva dall’esterno, ma arriva da te, dalla grazia con cui riconosci e accetti il tuo cammino, dal tuo metterti al servizio del piano più grande, che è quello racchiuso nel tuo cuore.



19.3.21
 


“Una sola passione batte dieci interessi.” Trovo questa citazione, presa dal web, molto significativa.
 
Quando hai degli interessi, hai qualcosa che ti piace, a cui dai la tua attenzione, di cui ti occupi quando hai tempo.

Quando hai una passione, hai qualcosa che dà un senso alla tua vita, che per te è vitale come l’aria che respiri, e te ne occupi a prescindere dal tempo e dalle circostanze a tua disposizione.

Una passione è ciò intorno alla quale ruota il tuo essere, è la spinta che sostiene ogni tuo passo, è il modo in cui la tua anima si manifesta nel mondo materiale, un modo di cui non può fare a meno.

Forse non è la motivazione che ti manca. Forse hai solo degli interessi. E gli interessi non sono una passione.



18.3.21
 


Viviamo all’interno di una immensa intelligenza, di una mente universale, che interagisce costantemente con noi attraverso simboli, segnali e chiavi con cui aprire nuove porte, ma che allo stesso tempo ci lascia liberi di non ascoltare e perderci nella nostra ottusità.

Siamo sempre liberi di scegliere come interpretare il mondo e se riconoscerci o meno negli specchi che ci propone. Tuttavia, appena cominciamo a capire che ogni cosa è collegata e che c’è un senso più grande in ogni passo, non siamo più giustificati se continuiamo a ignorare la chiamata della nostra anima. Ecco che veniamo messi più velocemente, e più intensamente, di fronte alle conseguenze delle nostre azioni.

Potremmo pensare, allora, che la strada si è fatta più difficile, che a noi non viene concessa alcuna pace e veniamo presi di mira dagli eventi. In realtà, è l’universo che sta cospirando con la nostra anima per pungolarci e spingerci a lasciar andare la vecchia versione di noi. E lo fa perché, nel nostro profondo, abbiamo già scelto di fare quel passo in avanti, solo che non ce ne siamo ancora accorti.

Lì, dietro tutto quello che stiamo attraversando, dietro le sfide che mettono a dura prova l’immagine che ci siamo formati di noi e della vita, c’è la nostra più grande possibilità di cambiamento.



16.3.21
      


Essere grati per la nostra attuale vita e tutte le cose che ne fanno parte non significa che abbiamo abbandonato i nostri sogni e l’idea di perseguire qualcosa di meglio. 

La gratitudine non è accettare passivamente il presente e rinunciare alle strade del futuro. La gratitudine è riconoscere i doni e l’abbondanza di quanto già è parte della nostra esistenza, senza darli per scontati. Apprezzando ciò che abbiamo, lo onoriamo e lo nutriamo, così che possa continuare a crescere rigoglioso o trasformarsi in qualcosa di meglio.

Un cuore grato confida nell’abbondanza dell’universo e nella capacità dell’anima di perseguire i suoi progetti più grandi. Anche quando vi è scarsità e fatica, un cuore grato gode della vita stessa e rimane sintonizzato con ogni opportunità, con ogni luce, con ogni bellezza che si nasconde dietro le apparenze.



15.3.21
      


Mi dici che la pensi come me, perché fai le mie stesse scelte, hai i miei stessi valori, applicheresti la mia stessa giustizia. Però se qualcuno la pensa diversamente da te (e da me) lo insulti, ti agiti, lo metti nella schiera dei nemici che non meritano ascolto né confronto.

Ecco, non la pensi come me. Se fosse così, propugneresti il mondo nuovo, ma senza accusare quello vecchio, e useresti la necessità del momento come un ponte per costruire e non come una bomba da far esplodere.

Vedi, un conto è avere idee chiare e prendere posizione, un altro è farsi dominare dalle frequenze del giudizio e della rabbia con la scusa di combattere in nome della luce, mancando così di cogliere l’obiettivo, che è la pratica della luce stessa, la trasformazione della coscienza.

Certo, ci sono strutture che vanno fatte cadere per far spazio a ciò che deve emergere, ma questo a maggior ragione richiede di assumersi la responsabilità della realtà di cui si fa parte, invece di sentirsi superiori o esenti dai suoi lati ombra.

La guerra all’oscurità si vince accendendo una luce (a partire da dentro di te) e non agendo in modo oscuro contro l'oscurità stessa. La prima modalità richiede tempo, lungimiranza, saggezza, e spesso richiede anche di mettersi da parte, agire non da protagonisti ma da servitori di un intento superiore. La seconda è più facile, più allettante, perché fa leva sulla sete di giustizia e sulla voglia di controllo, ma ha conseguenza nefaste perché alla fine nutre ciò che vuole combattere.

Non ti chiedo di pensarla come me, non è questo che renderà il mondo un posto migliore. Ti chiedo, invece, di pensarla come quel te che vuole costruire un nuovo mondo ma seguendo i dettami dell’anima. Allora ci incontreremo, senz’altro, da qualche parte, su uno dei ponti che avrai costruito tu, che avrò costruito io, e su quei ponti incontreremo anche i nostri nemici, invece di scontrarci con loro, e questa sarà la vittoria più grande.



14.3.21
 


Le parole non sono solo parole. Le parole evocano, indirizzano, mettono a fuoco, nel bene e nel male. Non sono semplici suoni emessi dalla bocca, o lettere incise su un foglio. Sono concetti, credenze, lenti che indagano gli angoli del mondo. Le parole risvegliano o addormentano, motivano o deprimono, rivelano o celano, indicano possibilità o muri, costruiscono sbocchi o vie senza uscita.

Ogni cambiamento inizia sempre dal cambiamento delle parole che hai dentro. Sapere chi sei e dove stai andando significa che sai scegliere le tue parole.

Le parole, tuttavia, sono il primo passo. Il primo passo è necessario, senza di esso niente comincia, ma poi devono seguire i passi successivi. Ecco che, dopo aver trovato le tue parole, devi trovare la forza di seguirle, di incamminarti lungo la direzione che ti indicano, ed esplorare quel territorio che è al di là delle parole stesse.

Passando all’azione, trasformi l’idea in intento, e l'intento in manifestazione. Tutto inizia dalle tue parole e tutto si compie attraverso di te.



13.3.21



Prima di trovare un buon filamento per la sua lampadina, Thomas Edison fece centinaia di prove. C'è chi dice 1000, 1600 o 2000. Comunque non si arrese, fece un numero enorme di tentativi fino a quando non individuò il filamento giusto per la sua invenzione.

Quando gli chiesero dei suoi numerosi fallimenti, Edison rispose che non aveva sperimentato alcun fallimento, ma che aveva solo trovato un certo numero di modi che non andavano ancora bene: ogni tentativo finito male era per lui un passo in avanti verso la soluzione.

Cosa avresti fatto tu al suo posto? Dopo quanti tentativi avresti mollato? E Thomas Edison, dopo quanti? Ecco, probabilmente lui non avrebbe mollato mai, neanche dopo una vita.

Quando la tua intenzione profonda vuole raggiungere qualcosa, non importa quanti tentativi dovrai fare – quanto dovrai impegnarti, ricercare, provare, sperimentare, attraversare... –, tu non ti fermerai fino a quando non avrai dato soddisfazione a quella chiamata interiore, a quell'intento radicato nell'anima per il quale non esiste fallimento ma solo esperienza.

Un sogno esiste per essere realizzato. Quando il fallimento ti fa dubitare di lui, quando lo molli a causa degli ostacoli, è perché il sogno non è autentico, non ti appartiene veramente, oppure non ti ami abbastanza per concederti la possibilità di trasformarti in quella persona che può farlo diventare reale.



12.3.21



Quando scegli, rinunci. Quando delimiti la tua azione, la focalizzi e la concentri, rinunci a tutto quello che non fa parte della tua scelta. Non puoi scegliere senza rinunciare. Rinunciare a qualcosa, per dare valore a qualcos'altr

Non è una rinuncia sinonimo di fallimento, è una rinuncia sinonimo di creazione. Lo scultore rinuncia a una parte della roccia, per fare in modo che la statua emerga. La sua attenzione non è sulla roccia che viene meno, ma sulla materia che vuole plasmare.

Quando vuoi tenere tutto, alla fine ottieni niente. Rincorrere tutte le possibilità significa approfittarne di nessuna. Senza scelta, senza rinuncia, non puoi dare forma a chi sei.

Non sei qui per percorrere tutte le strade, per conoscere ogni cosa, per sperimentare tutto quello che incontri. Sei qui per scegliere. Sei qui per scegliere la strada che ti appartiene e rinunciare a tutte le altre.



11.3.21



Cerca chi sei, anche se in realtà tu sei sempre lì con te e non c’è niente da cercare. Cerca questo niente da cercare, affinché tu semplicemente possa vederti, vedere la tua anima, la tua natura, e finalmente concedere loro di respirare, di essere.

Cerca i tuoi doni, la tua missione, la tua voce, perché ogni scelta ha senso solo quando tu hai senso per te. E non importa se, per trovarti, per capire che tu eri già tutto quello di cui avevi bisogno, impieghi poco tempo o una vita intera, perché anche questo è parte del percorso, è parte del tuo fiorire; ogni fiore ha i suoi tempi, la sua stagione.

L’importante è che cerchi te, non qualcos'altro che tu non sei, e quando ti troverai capirai che sei sempre stato lì, sei sempre appartenuto a te stesso. Quando sai chi sei, quando che sai cosa ti accende e cosa ti nutre, te lo vai a prendere, così come una pianta si prende i raggi del sole, si prende la pioggia, si prende gli insetti che la rendono fertile, ed è un prendere che non chiede sforzo, non chiede progettualità, accade naturalmente.
C’è tutta un'esistenza che attende di essere presa da te, che attende di nutrirti per quello che sei, e attende di godere dei frutti e dei fiori che solo tu puoi dare.


10.3.21



Ci sono due modi con cui puoi rapportarti agli eventi della vita. Il primo è credere che siano casuali e causali, cioè che accadano per caso e siano loro la causa di come ti senti dentro; allora vivi nella paura e cerchi di avere il controllo, perché non sai mai cosa potrebbe accadere. Il secondo modo è considerarli uno specchio che ti mostra la tua immagine, un palcoscenico che parla di te e ti aiuta a capire cosa ti porti dentro; allora consideri ogni evento come l’opportunità di fare un passo in avanti nella direzione di te stesso e confidi nelle prove del tuo cammino.

Come fare per sapere quale dei due punti di vista è reale? Se vivi come una vittima, verrai sopraffatto dalle circostanze e avrai buone ragioni per trovare nel mondo esterno la causa del tuo sentirti in un certo stato piuttosto che in un altro. Se vivi come se le circostanze fossero al tuo servizio, come se ti offrissero l’occasione per affrontare i tuoi limiti e allo stesso tempo manifestare le tue potenzialità più grandi, avrai buone ragioni per considerare il tuo mondo interiore come ciò che guida l’interpretazione degli eventi e il loro sviluppo.

Il problema, che non è un problema, è che entrambe le esperienze sono sperimentabili, entrambe possono diventare profondamente reali, se vuoi che così sia. Il punto, allora, non è "capire" cosa è vero, ma "scegliere" cosa è vero per te. 



9.3.21



La legge dell'attrazione governa l'aspetto anima, è la legge che unisce, che mette insieme, che collega spirito e materia. Tanto più è attiva l'anima, tanto più si manifesta il potere magnetico del suo amore. 

Attirare significa prima di tutto essere anima che ama. La vita che desideri prenderà forma nella misura in cui tale desiderio rispecchia il desiderio dell'anima e quindi è parte del suo progetto d'amore.

Non inseguire le cose, ma cerca quelle che la tua anima vuole amare, allora amale così come farebbe lei, di quell'amore che non è attaccamento né pretesa, ma presenza, servizio, fiducia... e le attirerai sempre di più nella tua esistenza.



8.3.21



Non confondere la fedeltà ai tuoi obiettivi con la rigidità, la disciplina con il perfezionismo.

C’è una meta che ti aspetta e puoi raggiungerla solo se resti a lei fedele, se ti impegni, se sei costante, se la mantieni nel mirino dei tuoi passi. Non c’è raggiungimento senza sacrificio e disciplina.

Ma ogni passo chiede adattamento, inventiva, ascolto delle circostanze. I giorni non sono mai uguali a se stessi, la vita cambia continuamente le sue carte, e per andare avanti devi diventare intelligente, creativo, flessibile, saper fare la cosa giusta al momento giusto. Non c’è mai una strada soltanto.

Resta fedele a te stesso e ai tuoi sogni, ma sii pronto a cambiare mentre li raggiungi.



7.3.21



Il passato non definisce né determina chi sei. Sei tu che determini il tuo passato e in che modo può incidere su di te.

Se credi che il passato sia un marchio, una trappola, un confine dal quale non si può uscire, allora così sarà. Se credi che il passato sia invece ciò che ti ha preparato a essere chi sei, allora userai tutti i suoi aspetti, le sue lezioni, per evolvere.

E il passato non è solo ciò che hai vissuto da bambino o da ragazzo. Il passato è anche l’anno scorso, il tuo ieri, quello che hai sperimentato poco fa e tutti quei luoghi della coscienza dove hai fatto i tuoi passi, le tue scelte, le tue esperienze, nel bene e nel male.

Puoi usare le tue storie per creare o rafforzare le tue credenze limitanti, per continuare a pensare che tanto non cambia niente, o per integrarle nel panorama delle tue esperienze e, grazie a loro, diventare più consapevole, più sveglio, più capace di apprezzare i doni del presente e guardare avanti.



6.3.21



Ci vuole coraggio per affrontare le situazioni, perché non sai mai come andranno a finire. Ci vuole coraggio per affrontare te stesso, per guardarti con occhi veri, per scoprire quale persona puoi diventare, perché tu sei il mistero più grande. Ci vuole coraggio per far nascere qualcosa dallo scontro e dal caos, creando una via che prima non c'era. Ci vuole coraggio per affidarsi e scegliere di fare quel salto nel vuoto, nonostante le paure e i dubbi.

"Il coraggio è una storia d'amore con l'ignoto" disse una volta Osho. Ama l'ignoto, le trasformazioni, le possibilità, il mondo e i suoi misteri. Apri le braccia e accogli tutto questo come solo l'amore sa fare. Il coraggio seguirà di conseguenza.



5.3.21



Non ti lasciare condizionare dalle apparenze. E non ti lasciare neanche spaventare da loro. Il mondo che appare è sempre e solo il riflesso di qualcosa di più profondo, qualcosa che ti riguarda.

Qualunque sia la situazione che stai attraversando, ricordati che essa è parte della tua esperienza perché in qualche modo ha a che fare con te, con la tua energia, con il tuo karma, inteso come ciò che devi integrare, e con la tua missione, con ciò che sei venuto a donare. Diversamente, tale realtà non farebbe parte della tua vita.

Per questo non ha senso farti trascinare passivamente dalla corrente, né ha senso cercare di combatterla come fosse un nemico esterno, perché il mondo là fuori non è qualcosa che capita per caso o per sfiga, ma è il luogo dove tu incontri te stesso. È tua responsabilità andare oltre, è tua responsabilità scovare il messaggio che le apparenze celano tra le pieghe del mondo materiale.

Allora il punto è: come individuare il messaggio? Come ascoltarlo? Ognuno deve trovare il suo modo, sia come individuo sia come parte di una comunità. Per cominciare, tuttavia, chiediti quali parti di te, tra quelle che non hai accettato e che hanno bisogno di essere amate, sono riflesse là fuori, e quali parti di te, che vorrebbero venire alla luce, sono sollecitate dagli eventi e chiedono il tuo coraggio per essere partorite.



4.3.21



Avere fede non è seguire in modo cieco una teologia, una dottrina o qualunque altra costruzione a cui delegare il compito di far tacere timori e dubbi. Non è neanche un dono, come molti dicono.

Avere fede è una scelta, quella di allinearsi con la propria anima e lasciare a lei il potere di condurre, confidando nel fatto che essa conosce il piano più grande e vede oltre le apparenze.

In ogni istante, a ogni bivio, non fare calcoli, non ascoltare paure né promesse di successo; ascolta solo la tua anima. E se non senti la sua voce, attendi fiducioso e resta nell’intento: ciò che chiedi – ciò che chiedi con ogni parte di te – è destinato a raggiungerti.



3.3.21



Spesso sentiamo dire che non bisogna forzare nulla, ma assecondare il flusso. Altre volte, invece, veniamo esortati a impegnarci, prendere di petto le sfide e superare i nostri limiti, il che richiede sforzo e sacrificio. Qual è la via giusta?

Giorno e notte, attività e riposo, corpo e anima, yin e yang sono entrambi necessari, entrambi parte della dinamica della vita. Non vi può essere sacrificio se in fondo non vi è arrendevolezza, e non vi può essere arrendevolezza se in fondo non si sta combattendo per qualcosa.

La via giusta è riconoscere il momento giusto per lottare e quello per accogliere, il momento giusto per spingere e quello per lasciar andare, nella consapevolezza che ciascuna dimensione ha le sue radici nell’altra e nell’altra trova il suo senso.

Non riconoscere il momento giusto significa che ci troviamo ad abbandonare quando è il momento di essere guerrieri, ed entriamo in opposizione quando è il momento di lasciar scorrere, il che crea squilibrio, disarmonia, karma.



2.3.21



A volte ci metti una vita a capire che quello che sentivi era giusto fin dal primo istante.

Possedere un sentire ma non dargli credito è una delle tragedie più grandi: l'universo ti sfiderà, anche duramente, per farti rimpiangere la scelta di non ascoltare te stesso e perderti nei luoghi dove tu non ci sei.

Arriva prima o poi il sacro momento in cui ti accorgi del peccato compiuto. E capisci che l'unico modo di andare avanti è recuperare il sentire, lasciare che ti indichi la rotta mentre conduci la nave, questa volta consapevole dell’importanza di essere chi sei.



1.3.21



Ci sono cose che devi fare perché sai che è giusto, per te, per il contesto di cui sei parte, per la tua anima. 
Se resti focalizzato sull’idea del “dovere”, tuttavia, potresti sentirti affaticato, demotivato.

Se pensi invece che fai quello che fai perché mosso dall’amore – amore per ciò che è giusto, per ciò di bello e buono che può venire al mondo attraverso di te – allora tutto cambia e il dovere si trasforma in una scelta del cuore, in una libertà più grande, quella di abbracciare i tuoi limiti e andare oltre.


 Hai letto le riflessioni quotidiane di febbraio? Le trovi qui.

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Da bambina non era raro trovarmi a delle tavolate dove si faceva una preghiera e si ringraziava per il cibo in tavola. Oggi questo non accade più. La maggior parte della gente ha perso l'abitudine di benedire e ringraziare per il cibo . Alcuni si lanciano sulle cibarie in tavola senza neanche aspettare che tutti gli amici e i parenti siano seduti. Non di rado accendono pure la tv per "farsi compagnia" o continuano a chattare con lo smartphone. Già tanto se si ricordano di masticare. Essere disattenti con ciò che mangiamo è solo l'inizio di una disattenzione più grande, quella che estendiamo alle emozioni e alle idee di cui ci nutriamo. Tutto ciò che entra in noi diventa parte di noi e andrebbe vagliato attraverso la nostra amorevole presenza . Per quanto mi riguarda, se c'è un'atmosfera agitata in cucina o se qualcuno accende la televisione, mangio con difficoltà e il pasto mi risulta più pesante o indigesto. Invece, quando l'ambiente è sereno e ac

Chiaroconoscenza: chiarezza nel pensare

La chiaroconoscenza (o chiarocognizione) è il canale intuitivo di chi ha «chiarezza nel pensare». L’individuo dotato di chiaroconoscenza riceve le informazioni in modo diretto , spesso  dai piani dell'anima . La sua conoscenza, pertanto, deriva non dal ragionamento o dallo studio, ma da una specie di "download di dati" che prende forma istantanea nella sua consapevolezza. Tale abilità lo spinge a collegare facilmente i diversi aspetti del sapere  oppure gli permette di avere solo un'infarinatura di qualcosa, per poi sentire “rivelarsi”, dentro di sé, il resto delle informazioni. Se un momento prima ha dubbi, anche molto grandi, su come agire o cosa scegliere, per lui è normale ritrovarsi, un momento dopo, nella consapevolezza di sapere, invece, qual è la cosa giusta da fare. Un’altra caratteristica del chiaroconoscente è che percepisce la sincerità di una persona, o se è allineata con la propria verità interiore, perché coglie gli aspetti profondi al di là delle app

La scrittura intuitiva

Una tecnica che uso per allenare la mia intuizione è la scrittura intuitiva. Molto in breve, si tratta di scrivere in un diario le proprie domande e poi lasciare che emergano le risposte per via intuitiva . Ogni mattina scrivo nel mio diario osservazioni o domande di mio interesse, dopo di che lascio che emergano informazioni a riguardo, come se provenissero da una coscienza più ampia della mia. Le informazioni che raccolgo per via intuitiva spesso si rivelano essere consigli utili e basati sul buon senso; altre volte mi invitano a guardarmi dentro con maggiore profondità, e capita anche che mi facciano guardare la realtà da angolazioni inusuali e alle quali non avevo pensato. Nella scrittura intuitiva è importante non avere aspettative ; è meglio immaginarsi come dentro a un gioco, e in fondo si tratta proprio di questo, di uno scambio di parole fatto giocosamente con se stessi. Comunque sia, nel rileggere quanto scritto bisogna rimanere lucidi e valutare serenamente le parole tras





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