L’impermanenza – come ci ricorda il buddhismo – è una caratteristica della realtà. Significa che tutto muta, tutto scorre, e che ogni inizio contiene la sua fine.
Cosa rimarrà di noi quando il nostro tempo sarà passato? Quale eredità avremo lasciato nel piccolo universo abitato da noi? Quali atomi di emozioni, di pensieri, di amore avremo generato con il nostro esistere?
Può sembrare angoscioso sapere che nulla è per sempre, ma è solo perché non siamo ancora identificati con la nostra anima, che è capace di manifestarsi in ogni divenire, senza mai perdere se stessa.
Se tutto è impermalente, allo stesso modo tutto contiene una parte di noi: niente viene veramente distrutto o annullato, ma ogni cosa, ogni essere, cambia forma, cambia respiro, si dona, riceve.
La mente forse non può capire, non può concepire una realtà al di là dello spiegabile. Ma noi siamo ben più che la mente stessa. Siamo quell’amore che ci ha portato in esistenza e che, attraverso innumerevoli forme, cerca di toccare tutte le cose. Tutte le cose.
Camilla
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Il mio libro AAA cercasi guru disperatamente.
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