Se stai male o ti senti confuso, non dare per scontato che verrai aiutato. Non dare per scontato che le energie e gli alleati che abitano l’invisibile si attiveranno perché ti vedono in difficoltà. E non dare per scontato neanche il viceversa, cioè che i sostegni non esistano. Il punto è che l’aiuto va chiesto.
Stare male, lamentarsi o anche dire “ho bisogno di aiuto” non sono sinonimi di chiedere aiuto. Palesare un bisogno non è ancora chiedere, anche se è il passo che lo precede.
L’aiuto va richiesto in modo esplicito e diretto: “Chiedo aiuto”, “Chiedo di essere aiutato su questa cosa...”, “Chiedo di ricevere l’aiuto di cui ho bisogno per...”.
In questo modo passi dall’energia del lamento e della sofferenza passiva a quella dell’intento, della richiesta attiva, ed è quest’ultima la via più capace ed efficace per aprire quel canale attraverso cui il sostegno e le risorse possono arrivare.
Puoi ricevere aiuto solo e soprattutto se lo chiedi in modo attivo, perché il libero arbitrio ti dona la possibilità di scegliere, ma impedisce ad altri di aiutarti se non manifesti chiaramente la volontà che lo facciano. E questo vale sia quando operi nella realtà esterna sia quando operi in quella interna.
Ogni richiesta va dunque palesata in maniera chiara e diretta, ma è altresì importante che sia accompagnata da un’attitudine di fiducia e non di aspettativa o di biasimo.
L’aspettativa è in realtà l’alta faccia della paura e cela il bisogno del controllo e il timore di non ricevere ciò che chiedi, cosa che inquina il canale, così come lo fa il biasimo, la lamentela, la negatività in genere.
La fiducia esprime confidenza nelle forze della vita alle quali ti stai rivolgendo e intensifica il tuo legame con loro; ti riconosce il diritto (e il dovere evolutivo) di chiedere e allo stesso tempo ti sintonizza con la certezza che ti verrà concesso ciò che è meglio per te.
Puoi, per esempio, fare una richiesta formulata come spiegato in questa card:
Buona giornata!
Camilla
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