Una cosa la so: chi la dura la vince. E quando non vinci è perché ti sei messo contro i desideri dell'anima, oppure cerchi di raggiungerli in un modo che l'io-profondo non condivide.
Certo, se solo potessimo capire quali sono i desideri dell'anima e quali i percorsi sbagliati, allora potremmo evitare di fare così tanti giri a vuoto! ... Ma stanno proprio così le cose? Io non credo. Non credo, cioè, che "capire" sia il punto, né che esistano "percorsi sbagliati".
Sul capire
Nella nostra cultura tendiamo a sopravvalutare il "capire". Prima di fare qualcosa, infatti, spesso cerchiamo di capirlo, e a volte evitiamo anche di farne esperienza, proprio perché pensiamo che, avendolo capito, non ci sia altro da imparare.
Invece, più che altro, bisognerebbe prima fare e poi capire. Certo, ben venga il buon senso e l'agire in modo mirato, ma mai illudendosi che la mente possa produrre quella conoscenza e quella coscienza che derivano solo dal passare all'azione.
"Capire" i desideri dell'anima non è possibile. Puoi avere una intuizione sulla direzione ma, per scoprire se l'anima è veramente dalla tua parte, devi rimboccarti le maniche, agire, metterti alla prova. Non sempre una strada è scritta, spesso la creiamo noi nel momento in cui la percorriamo.
I percorsi sbagliati
Se al momento una scelta sembra infelice, più avanti potrebbe rivelarsi una benedizione, o comunque una leva per arrivare più in alto.
La cosa migliore è guardare ai presunti "fallimenti" come a tentativi da parte della vita di spingerci verso il meglio, confidando che essi portano un dono di cui abbiamo bisogno, ma che ci ostiniamo a rifiutare.
Una volta che avremo compreso il dono insito nelle vie "errate", saremo grati per averlo ricevuto e potremo andare oltre, sapendo che nulla è veramente sbagliato.
Ecco dunque gli "ingredienti" per ottenere ciò che si vuole: passare all'azione senza pensarci troppo, imparare a ricevere il dono di ogni esperienza, e persistere. Persistere nella propria, autentica direzione, rimanendo alleati di se stessi e del proprio sentire, fiduciosi che ogni cosa ci verrà data al momento opportuno.
Certo, se solo potessimo capire quali sono i desideri dell'anima e quali i percorsi sbagliati, allora potremmo evitare di fare così tanti giri a vuoto! ... Ma stanno proprio così le cose? Io non credo. Non credo, cioè, che "capire" sia il punto, né che esistano "percorsi sbagliati".
Sul capire
Nella nostra cultura tendiamo a sopravvalutare il "capire". Prima di fare qualcosa, infatti, spesso cerchiamo di capirlo, e a volte evitiamo anche di farne esperienza, proprio perché pensiamo che, avendolo capito, non ci sia altro da imparare.
Invece, più che altro, bisognerebbe prima fare e poi capire. Certo, ben venga il buon senso e l'agire in modo mirato, ma mai illudendosi che la mente possa produrre quella conoscenza e quella coscienza che derivano solo dal passare all'azione.
"Capire" i desideri dell'anima non è possibile. Puoi avere una intuizione sulla direzione ma, per scoprire se l'anima è veramente dalla tua parte, devi rimboccarti le maniche, agire, metterti alla prova. Non sempre una strada è scritta, spesso la creiamo noi nel momento in cui la percorriamo.
I percorsi sbagliati
Se al momento una scelta sembra infelice, più avanti potrebbe rivelarsi una benedizione, o comunque una leva per arrivare più in alto.
La cosa migliore è guardare ai presunti "fallimenti" come a tentativi da parte della vita di spingerci verso il meglio, confidando che essi portano un dono di cui abbiamo bisogno, ma che ci ostiniamo a rifiutare.
Una volta che avremo compreso il dono insito nelle vie "errate", saremo grati per averlo ricevuto e potremo andare oltre, sapendo che nulla è veramente sbagliato.
Ecco dunque gli "ingredienti" per ottenere ciò che si vuole: passare all'azione senza pensarci troppo, imparare a ricevere il dono di ogni esperienza, e persistere. Persistere nella propria, autentica direzione, rimanendo alleati di se stessi e del proprio sentire, fiduciosi che ogni cosa ci verrà data al momento opportuno.
Commenti