Aiutare gli altri è cosa buona. Ma anche no. Dipende da come lo fai e dal perché lo fai.
Se è il senso di colpa a spingerti, probabilmente non otterrai molto di positivo, come tutte le volte che agisci per paura o per mantenere una maschera: a lungo andare ti ritrovi più infelice.
Se invece sei mosso dall'interesse sincero, o anche solo perché quel giorno ti va di fare così, allora ne trarrai certamente un surplus di energia, perché agisci nella libertà di quello che sei, e non per dimostrare qualcosa a qualcun altro (te stesso compreso).
Intendiamoci, una cultura che insegni la pratica della compassione e dell'aiutare gli altri è più che auspicabile, ma il punto è che, se vogliamo davvero aiutare le persone intorno a noi, dobbiamo partire dall'aiutare noi stessi. Spesso, invece, si mette l'accento sull'aiutare gli altri attraverso il rinunciare ai propri talenti, generando così molteplici disarmonie.
Come possiamo davvero aiutare qualcun altro a brillare nella vita, se per farlo mettiamo da parte la nostra luce?
Sia ben chiaro, aiutare se stessi non significa essere egoisti e ignorare gli altri, significa solo essere nell'amore per sé. E quando si è "nell'amore per sé", ne deriva inevitabilmente anche l'amore per gli altri.
Accade che, grazie alla cura amorevole di te stesso, tu immetta nel mondo energia positiva, creativa e piena di possibilità!
Semplificando, potremmo schematizzare il processo in questo modo:
Amare se stessi > coltivare i propri talenti > offrirli al mondo > aiutare gli altri
In altre parole, se ami te stesso, hai rispetto dei tuoi talenti, li coltivi e li offri al mondo, dove chiunque altro potrà trarne beneficio. Tutto questo genera una vibrazione di gioia e di consapevolezza che ispira gli altri a donare a loro volta i propri talenti, innescando un circolo benefico di abbondanza.
Quando hai amore per te stesso, compassione verso le tue ombre e rispetto dei tuoi talenti, quando cioè aiuti te stesso, accendi la vera possibilità di aiutare gli altri.
Se è il senso di colpa a spingerti, probabilmente non otterrai molto di positivo, come tutte le volte che agisci per paura o per mantenere una maschera: a lungo andare ti ritrovi più infelice.
Se invece sei mosso dall'interesse sincero, o anche solo perché quel giorno ti va di fare così, allora ne trarrai certamente un surplus di energia, perché agisci nella libertà di quello che sei, e non per dimostrare qualcosa a qualcun altro (te stesso compreso).
Intendiamoci, una cultura che insegni la pratica della compassione e dell'aiutare gli altri è più che auspicabile, ma il punto è che, se vogliamo davvero aiutare le persone intorno a noi, dobbiamo partire dall'aiutare noi stessi. Spesso, invece, si mette l'accento sull'aiutare gli altri attraverso il rinunciare ai propri talenti, generando così molteplici disarmonie.
Come possiamo davvero aiutare qualcun altro a brillare nella vita, se per farlo mettiamo da parte la nostra luce?
Sia ben chiaro, aiutare se stessi non significa essere egoisti e ignorare gli altri, significa solo essere nell'amore per sé. E quando si è "nell'amore per sé", ne deriva inevitabilmente anche l'amore per gli altri.
Accade che, grazie alla cura amorevole di te stesso, tu immetta nel mondo energia positiva, creativa e piena di possibilità!
Semplificando, potremmo schematizzare il processo in questo modo:
Amare se stessi > coltivare i propri talenti > offrirli al mondo > aiutare gli altri
In altre parole, se ami te stesso, hai rispetto dei tuoi talenti, li coltivi e li offri al mondo, dove chiunque altro potrà trarne beneficio. Tutto questo genera una vibrazione di gioia e di consapevolezza che ispira gli altri a donare a loro volta i propri talenti, innescando un circolo benefico di abbondanza.
Quando hai amore per te stesso, compassione verso le tue ombre e rispetto dei tuoi talenti, quando cioè aiuti te stesso, accendi la vera possibilità di aiutare gli altri.
Commenti