Tutti noi conosciamo persone che hanno difetti più o meno significativi, magari hanno un carattere lamentoso, sono disordinate, parlano a voce alta, sono irose e così via. Quando si tratta di parenti o amici, possiamo essere tentati dal criticarli o comunque dal metterli in guardia verso ciò che in loro non va bene. Le nostre osservazioni, tuttavia, raramente sono ascoltate con gratitudine: critiche e consigli non sono mai ben accolti, soprattutto se non richiesti.
Se proprio vuoi aiutare l'altra persona a comportarsi bene, puoi fare un vago cenno alla questione, gettare un seme in modo discreto, ma nulla più. Chi è pronto raccoglierà il seme e lo farà maturare. Chi non lo è, continuerà – giustamente – per la sua strada, così come tu e io continuiamo per la nostra, insieme ai nostri stessi difetti di cui molto probabilmente non siamo consapevoli.
C'è qualcosa, comunque, che puoi sempre fare: dare l'esempio di come vorresti che gli altri si comportassero con te e con il mondo. Lo so, spesso le persone neanche si accorgono di quello che stai donando, di come stai rispettando il loro spazio o il loro essere, laddove invece esse non lo fanno. Del tuo "esempio" non si accorge praticamente nessuno. Non importa, continua a comportarti come vorresti facessero gli altri con te: la realtà si costruisce con i fatti e tu hai l'occasione di produrne per tuo conto.
Non importa se al momento non sei preso in considerazione, se vieni dato per scontato o se ti danno torto laddove sai di avere ragione. Quel che importa è la verità di ciò che semini e lasci in eredità alla vita. Tutto il resto diventa marginale.
Non è tuo diritto spiegare agli altri dove sbagliano né è tuo diritto essere visto, riconosciuto o ascoltato dagli altri quando ritieni che sarebbe opportuno. Se i difetti degli altri attirano la tua attenzione, usali per migliorare te stesso: diventa tu quella persona che vorresti vedere là fuori; e se già ritieni di esserlo, allora sfida te stesso a fare di meglio. Quando gli altri sbagliano, ti offrono l'occasione non di avere ragione, ma di mettere a posto il mondo a partire dal mondo che puoi costruire tu.
Chiariamo: se ci sono dei comportamenti disfunzionali da arginare, devi passare all'azione. Il mio non è un invito a subire le varie angherie, trasformandosi in esseri buonisti che subiscono passivamente le malefatte altrui. I confini sono sacri e vanno fatti rispettare. Ti sto piuttosto invitando a trattenerti dall'abitudine di dare consigli e correggere gli errori degli altri, soprattutto in quelle situazioni che sono generalmente innocue e hanno a che fare con le relazioni quotidiane.
Ognuno ha il suo percorso, ognuno ha le sue luci e le sue ombre. Il modo più efficace di diffondere la luce è trasmutare l'ombra che è dentro di noi, non dentro gli altri. Tu sei responsabile del tuo cammino, come gli altri lo sono del loro.
Ecco che, quando scorgi le ombre là fuori, puoi cogliere l'occasione per emanare più luce, intensificando in te quelle stesse qualità che invece vorresti vedere nelle altre persone. Anche con il peggiore degli individui e nell’estremo dei suoi difetti, puoi sempre trovare la spinta per migliorare te stesso.
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