Il pensiero positivo non è sempre così "positivo" come appare. Dipende da come lo si usa. Alcune persone, per esempio, trovano che sia un'ottima scusa per evitare di confrontarsi con qualunque disagio: tagliano corto sull'argomento, affermando che bisogna parlare solo di cose belle!
Chiariamo: il pensiero positivo serve sì a orientare in modo positivo il proprio pensiero, ma non per questo significa che bisogna evitare a ogni costo il confronto e il piano degli attriti. Se ci sono dei segnali di allarme (dentro di noi o nei rapporti con gli altri) è bene affrontarli, perché potrebbero trattarsi delle avvisaglie di un problema crescente!
Abbiamo visto che il pensiero positivo può indurre in inganno se lo si usa in modo superficiale, ossia come scusa per negare i segnali di disagio. Un altro errore ancora più eclatante è quando addirittura diventa l'alibi per rimanere in una realtà che è sgradita.
Chiariamo: il pensiero positivo serve sì a orientare in modo positivo il proprio pensiero, ma non per questo significa che bisogna evitare a ogni costo il confronto e il piano degli attriti. Se ci sono dei segnali di allarme (dentro di noi o nei rapporti con gli altri) è bene affrontarli, perché potrebbero trattarsi delle avvisaglie di un problema crescente!
Rafforzare il potere della mente affinché sia sintonizzata su frequenze risolutive non è la stessa cosa che "sopprimere" i disagi: quando neghi un problema, non stai affermando la sua soluzione!
Certo, anche fare l'opposto, cioè concentrarti a oltranza sui problemi, non ti aiuta a risolverli, anzi rischia di trattenerti in una spirale di negatività.
Certo, anche fare l'opposto, cioè concentrarti a oltranza sui problemi, non ti aiuta a risolverli, anzi rischia di trattenerti in una spirale di negatività.
Quello che vogliamo fare è dare forza a una visione costruttiva della vita, non perché ci sia bisogno di illudersi, non perché i problemi non esistano, ma perché sentirsi forti e nella fiducia che gli ostacoli si superano mette in moto straordinarie alchimie e interessanti risonanze.
Abbiamo visto che il pensiero positivo può indurre in inganno se lo si usa in modo superficiale, ossia come scusa per negare i segnali di disagio. Un altro errore ancora più eclatante è quando addirittura diventa l'alibi per rimanere in una realtà che è sgradita.
Per esempio, può capitare che stai vivendo un contesto che ti fa "ribrezzo", ma ti racconti che devi trovare il bello della situazione. "In fondo non deve essere così male", "Sicuramente c'è di peggio", "Devo imparare a essere grato..."! Così facendo, ancora una volta neghi l'esistenza del problema. Anzi, progetti pure un modo per infognartici dentro ben benino.
Ora, tira un sospiro di sollievo e poi rammenta: essere grato per quello che hai, e avere fiducia che l'universo asseconda i tuoi desideri, non implica impedire a te stesso di passare all'azione e cambiare ciò che non ti piace.
Ora, tira un sospiro di sollievo e poi rammenta: essere grato per quello che hai, e avere fiducia che l'universo asseconda i tuoi desideri, non implica impedire a te stesso di passare all'azione e cambiare ciò che non ti piace.
Il "vero" pensiero positivo ti aiuta ad andare là dove vuoi andare, proprio perché ti sintonizza con quella energia spirituale che è forza e fede allo stesso tempo, di conseguenza ti dà la spinta per liberarti dalla presa della paura e uscire dai tuoi "territori di comfort", cioè dalle prigioni in cui ti sei accomodato.
Pensare positivo ti connette al cuore, alla speranza, alla certezza della realizzazione delle tue aspirazioni. In un tale contesto, il conflitto non è una minaccia da evitare, ma un'ombra da illuminare; allora la illumini... e poi vai oltre.
Pensare positivo ti connette al cuore, alla speranza, alla certezza della realizzazione delle tue aspirazioni. In un tale contesto, il conflitto non è una minaccia da evitare, ma un'ombra da illuminare; allora la illumini... e poi vai oltre.
Se pensi positivo, ma rimani dove non sei felice, non stai pensando positivo. Ti stai arredando la prigione.
Camilla
Camilla
Commenti