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Esteriorizzazione


Accade, a un certo punto, che i confini del mondo si facciano più stretti. Ti ritrovi chiuso in uno spazio che, invece di espandersi, si contrae.

Com'è possibile? Perché succede?

Di fatto, era già successo, ma te ne accorgi adesso.

Ma no! – dici – Prima era diverso: potevo fare molte più cose, scegliere tante opzioni, avere il mio piccolo regno in cui muovermi sovrano, tra amici e persone care.

Sei proprio sicuro? 

Non è forse vero che prima, pur di fare quelle cose che dici che potevi fare, avevi rinunciato a piccoli pezzi della tua anima, così da avere l'approvazione degli altri?

Non è forse vero che prima, per andare dove volevi andare, avevi messo da parte ogni pensiero diverso, così da non suscitare ostracismi?

Non è forse vero che prima, pur di restare a capo del tuo piccolo regno, avevi rinunciato ai tuoi diritti, ai tuoi doveri, alla tua dignità, per assecondare interessi di parte?

La realtà è fatta così. Non c'è alternativa. Non posso cambiare quello che mi viene messo davanti. Non posso assecondare la piccola voce all'interno. È sbagliato, se lo facessi decreterei che sono strano, che ho qualcosa che non va.

Questo ti dicevi, per dare ragione alla paura, per avere l'appoggio di quelli che consideravi amici, per restare in pace, per garantirti il tuo tozzo di pane quotidiano. 

Ecco, non vedi come i confini fossero stati già ristretti? Come lo spazio fosse stato già confinato? Come il mondo dentro fosse stato già compromesso e venduto ai dittatori?

E quel accade al mondo dentro, prima o poi, accade al mondo fuori.

Quando lasci che la tua anima venga messa a tacere, quando baratti la tua autenticità per una pace apparente – e non parlo di essere resilienti, ma di rinunciare a se stessi –, questo rende più forti e agguerriti tutti quegli aspetti oscuri che speravi rimanessero al loro posto... un posto di potere, certo, ma che ti concedeva, almeno, un po' di briciole di tranquillità.

Oggi vivi quella esatta realtà a cui hai aperto la porta ogni volta che hai detto sì quando invece volevi dire no, ogni volta che hai scelto la logica della paura invece dell'amore, ogni volta che hai lasciato che qualcuno cadesse perché tanto non ne guadagnavi niente a sollevarlo, ogni volta che ti sei dimenticato di te e della tua anima. Sei stato condotto, qui e ora, da tutto questo.

La soluzione, se l'hai pensato, non era combattere, nel senso di andare allo scontro a tutti i costi, magari tu da solo contro una folla di folli. Quello non è combattere, quello è suicidarsi. La soluzione era ed è restare in ascolto di te, di ciò che in te è libero, e agire di conseguenza, fare le tue scelte in risonanza con la verità, non con la paura. Certo, non c'è "garanzia" di vittoria, ma sancisce da che parte stai.

Le tue riflessioni, le tue azioni, le alleanze che stabilisci, così come la realtà che contribuisci a creare, sono una conseguenza della parte che hai deciso di servire.

Quella che oggi può sembrarti una realtà limitante è l'esteriorizzazione di una limitazione che avevi già accettato al tuo interno.

Puoi pensare che le cose siano peggiorate, che stiano tornando gli spettri dell'incoscienza collettiva, oppure allargare il tuo sguardo, ragionare in modo differente e accorgerti come ciò che prima era dentro stia semplicemente emergendo fuori; ora è solo diventato più visibile. 

È una buona notizia, perché significa che finalmente puoi chiamare le cose con il loro nome, puoi stanare facilmente le dissimulazioni dell'ipocrisia e smettere di vendere te stesso in cambio di una certezza che, di fatto, nessuno potrà mai darti.

L'unica vera certezza è quella che ti appartiene per diritto divino e sancisce che tu sei un essere vibrante, nato nella luce, che è venuto in questo tempo, in questo luogo, per fiorire nell'amore.

Realizza questa verità dentro di te, riconoscila, onorala, così che tu possa esteriorizzarla anche fuori di te. 

Camilla



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