Tutto è iniziato con il cambio del mio colore di capelli, quale risultato di un esperimento durante il lockdown dovuto al Coronavirus: i parrucchieri erano chiusi e ho dovuto arrangiarmi da sola. Poi l'esperimento ha cominciato a piacermi e mi ha aiutato a vedermi allo specchio del mio essere in un modo diverso. E dai capelli sono passata a cambiare alcune delle mie abitudini, fino a trovarmi mutata nella mia stessa attitudine verso le cose della quotidianità. Accade così: quando sei pronto per cambiare, il cambiamento trova modo di farsi strada.
Sebbene intorno a me tutti impazzivano per la paura del contagio, io ho continuato ad assecondare questa trasformazione interiore verso modi, pensieri e attitudini più leggeri e allo stesso tempo più coraggiosi. Normalmente mi sarei fatta ostacolare da tutta l'incertezza e gli intoppi che sono affiorati nel periodo, invece i semi che erano in me avevano già messo radici e bramavano per germogliare.
E, ora, a che punto sono? In realtà, non lo so di preciso. Ho preso coscienza di essere in uno stato in divenire, ma non so mettere confini a ciò che sta accadendo. So solo che ci sono in me delle dimensioni che premono per manifestarsi. E so che ho voglia di andare avanti, di lasciarmi alle spalle tutto quello che è stato, e che la negatività e il disfattismo mi stancano: preferisco assecondare la chiamata della vita, lasciare che essa agisca attraverso di me, qualunque cosa questo significhi.
Il percorso che ho davanti non è certo, e mai lo sarà per sua natura, perché l'esistenza non chiede certezza; chiede di esserci, chiede autenticità. Mi accorgo di stare passando attraverso prove antiche e già viste, che però a questo giro affronto in modo più consapevole, nuovo, ecco. Ancora una volta sperimento come l'universo ti riporta sempre al punto in cui avevi fatto una scelta disfunzionale, per darti la possibilità di scegliere in modo diverso, questa volta ascoltandoti per davvero, questa volta rispettando il tuo sentire autentico.
Non mancano dubbi, paure, ombre proiettate da traumi passati, che cercano di persuaderti dal fiorire. È normale che sia così: loro fanno il tuo lavoro, ma tu devi fare il tuo: andare oltre e concederti di vivere. Lo so, non sempre è facile saltar via da una vecchia realtà, però è possibile. L'importante è saltare nella direzione giusta... Qual è la direzione giusta? Quella che ha la tua intima approvazione. Quella che, se la eviterai, sai già che ti costerà parte della tua anima. Quella che, se pur non ti dà certezze, ti fa sentire vivo, ti fa sentire che il tuo percorso ha un senso. Quella che a volte è solo una sensazione o una idea, ma il tuo spirito ti esorta a esplorarla e renderla carne.
Molti inoltre avvertono, da qualche parte nel loro essere, che la direzione giusta è quella che ti trasforma più di ogni altra cosa, e proprio per questo non la prendono, non abbandonano ciò che sono stati fino a quel momento, non prendono la strada del proprio sentire, non lasciano andare il controllo per consegnarlo alla vita, non aprono le braccia all'ignoto.
Come essere umani spesso siamo terrorizzati dalle trasformazioni e questo è davvero un controsenso: tutto in natura si trasforma, sboccia, cresce e appassisce. La natura fluisce con le stagioni, donandosi all'esistenza attraverso nascite e morti, e anche la nostra anima fa lo stesso: discende nelle pieghe del tempo e della materia per concedersi il lusso della trasformazione, senza la quale non potrebbe portare a compimento il suo piano d'amore... Ma questa è un'altra storia.
Camilla
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