Di fronte a una decisione da prendere, la maggior parte delle volte abbiamo già la risposta dentro di noi ma non la riconosciamo, oppure la mettiamo a tacere per far spazio ad altre logiche.
Rispettare le nostre risposte interiori significa rispettare noi stessi, la nostra verità, e probabilmente significa anche non perdere tempo su strade che non ci appartengono.
A seguire lascio alcune indicazioni utili a riconoscere quando dentro di noi la risposta è un no, un forse o un sì...
No
Il “no” si accompagna spesso a sensazioni di disagio: possiamo percepire irritazione, ansia, tensione nella respirazione o nel corpo.
Se rallentiamo un attimo, se spegniamo i ragionamenti che vorrebbero convincerci del contrario, possiamo sentire che manca proprio l'approvazione dell'anima; se andremo in quella certa direzione possiamo star certi che non potremo contare sul suo appoggio in termini di energia e vitalità.
Certo, ci sono compiti e cose “da fare” che non sempre ci va di assecondare e che potrebbero crearci ugualmente un senso di attrito. Però, se siamo onesti fino in fondo, sappiamo che sono innocui o necessari: c'è attrito ma non c'è allarme interiore.
I “no” a cui mi riferisco, invece, sono quelli che comportano un “no” a noi stessi, quelli che ci fanno finire in vicoli ciechi, in perdite di tempo ed energia, lontano dalla nostra gioia. È molto importante, dunque, prestare loro attenzione!
Forse
Poi c’è il “forse”, facile da riconoscere soprattutto perché ci ritroviamo combattuti e rimuginiamo a oltranza sul da farsi. La cosa migliore è aspettare, non prendere decisioni definitive.
Il “forse” in genere è collegato a due casi.
Il primo è dovuto al fatto che la risposta interiore già c'è ma non riusciamo a percepirla perché interferiamo attraverso paure, dubbi e aspettative. Bisogna allora trovare il modo di acquietare la mente e i ragionamenti, darsi spazio per sentire se stessi. La risposta è lì, in realtà già esiste, ma dobbiamo accoglierla.
Il secondo caso è che stiamo effettivamente attraversando una strada di incertezza e, prima di poter maturare il nostro sì o no interiore, la vita ci chiede di esplorare meglio la situazione, di approfondirla, di prenderci ancora un po’ di tempo per crescere e fare esperienza. Si faccia attenzione, tuttavia, se poi si tira troppo per le lunghe: le risposte prima o poi arrivano, ma non sempre c'è la volontà e il coraggio di ascoltarle.
Esiste anche il caso di chi vive nel “forse cronico” e non sa decidersi mai. Lì ci sono di mezzo altre dinamiche: eccessiva sfiducia in sé, oppure irresponsabilità, narcisismo, disconnessione con l’anima. Bisogna invece ritrovarsi, riconoscere ciò di cui si ha realmente bisogno, cominciando dalle piccole cose, e imparare a darselo. Allora pian piano si scoprirà che i propri “sì” e “no” non erano assenti, ma erano rimasti semplicemente in un altro luogo, lontano dall'oggi, dove occorre ritornare.
Sì
E infine c’è il “sì”.
“Ah, bene!” direte. “Finalmente parliamo di belle sensazioni: via libera!”
Ma, ahimè, se è vero che le risposte interiori affermative si accompagnano a belle sensazioni, va detto che non sempre le belle sensazioni corrispondono alla strada giusta da prendere. Ci sono dei “sì”, infatti, che sono frutto di desideri e aspettative, più che di reali consapevolezze, tanto che, tirando le somme, alla fine ci possono anche arrecare dei danni. Questi “sì” generalmente sono compulsivi, assoluti, non sanno aspettare.
Il “sì” autentico, invece, propone se stesso, ma raramente si impone. Non genera ansia o pressione per essere seguito, ha anzi una qualità leggera, spesso anche stabile, continuativa nel tempo: sta lì e attende che noi ci accorgiamo di lui. Possiamo riconoscerlo nella sensazione di piacevolezza e di sottile vitalità che ci dà. Non sappiamo perché, ma sappiamo che, se ci facciamo condurre da lui, non saremo delusi, e qualunque cosa accadrà ne trarremmo qualcosa di buono.
Non sempre è facile seguire questo tipo di “sì” poiché non è raro che ci chieda di cambiare abitudini e di mettere in discussione certezze acquisiste. Sono i “sì” dell’anima, quelli che, se abbiamo il coraggio e la pazienza di assecondare, ci fanno crescere, diventare più responsabili, più liberi, più creativi, più fiduciosi in ciò che siamo.
Possiamo incontrarli sia in piccole situazioni giornaliere, dove dobbiamo prendere una decisione pratica o immediata, sia in risposta a decisioni più importanti e significative. Con la loro impalpabile presenza, i “sì” ci suggeriscono il da farsi, ma solo se non stiamo dando la nostra attenzione a ciò che fa rumore e scalpita sul palcoscenico dell'ego.
Camilla
Rispettare le nostre risposte interiori significa rispettare noi stessi, la nostra verità, e probabilmente significa anche non perdere tempo su strade che non ci appartengono.
A seguire lascio alcune indicazioni utili a riconoscere quando dentro di noi la risposta è un no, un forse o un sì...
No
Il “no” si accompagna spesso a sensazioni di disagio: possiamo percepire irritazione, ansia, tensione nella respirazione o nel corpo.
Se rallentiamo un attimo, se spegniamo i ragionamenti che vorrebbero convincerci del contrario, possiamo sentire che manca proprio l'approvazione dell'anima; se andremo in quella certa direzione possiamo star certi che non potremo contare sul suo appoggio in termini di energia e vitalità.
Certo, ci sono compiti e cose “da fare” che non sempre ci va di assecondare e che potrebbero crearci ugualmente un senso di attrito. Però, se siamo onesti fino in fondo, sappiamo che sono innocui o necessari: c'è attrito ma non c'è allarme interiore.
I “no” a cui mi riferisco, invece, sono quelli che comportano un “no” a noi stessi, quelli che ci fanno finire in vicoli ciechi, in perdite di tempo ed energia, lontano dalla nostra gioia. È molto importante, dunque, prestare loro attenzione!
Forse
Poi c’è il “forse”, facile da riconoscere soprattutto perché ci ritroviamo combattuti e rimuginiamo a oltranza sul da farsi. La cosa migliore è aspettare, non prendere decisioni definitive.
Il “forse” in genere è collegato a due casi.
Il primo è dovuto al fatto che la risposta interiore già c'è ma non riusciamo a percepirla perché interferiamo attraverso paure, dubbi e aspettative. Bisogna allora trovare il modo di acquietare la mente e i ragionamenti, darsi spazio per sentire se stessi. La risposta è lì, in realtà già esiste, ma dobbiamo accoglierla.
Il secondo caso è che stiamo effettivamente attraversando una strada di incertezza e, prima di poter maturare il nostro sì o no interiore, la vita ci chiede di esplorare meglio la situazione, di approfondirla, di prenderci ancora un po’ di tempo per crescere e fare esperienza. Si faccia attenzione, tuttavia, se poi si tira troppo per le lunghe: le risposte prima o poi arrivano, ma non sempre c'è la volontà e il coraggio di ascoltarle.
Esiste anche il caso di chi vive nel “forse cronico” e non sa decidersi mai. Lì ci sono di mezzo altre dinamiche: eccessiva sfiducia in sé, oppure irresponsabilità, narcisismo, disconnessione con l’anima. Bisogna invece ritrovarsi, riconoscere ciò di cui si ha realmente bisogno, cominciando dalle piccole cose, e imparare a darselo. Allora pian piano si scoprirà che i propri “sì” e “no” non erano assenti, ma erano rimasti semplicemente in un altro luogo, lontano dall'oggi, dove occorre ritornare.
Sì
E infine c’è il “sì”.
“Ah, bene!” direte. “Finalmente parliamo di belle sensazioni: via libera!”
Ma, ahimè, se è vero che le risposte interiori affermative si accompagnano a belle sensazioni, va detto che non sempre le belle sensazioni corrispondono alla strada giusta da prendere. Ci sono dei “sì”, infatti, che sono frutto di desideri e aspettative, più che di reali consapevolezze, tanto che, tirando le somme, alla fine ci possono anche arrecare dei danni. Questi “sì” generalmente sono compulsivi, assoluti, non sanno aspettare.
Il “sì” autentico, invece, propone se stesso, ma raramente si impone. Non genera ansia o pressione per essere seguito, ha anzi una qualità leggera, spesso anche stabile, continuativa nel tempo: sta lì e attende che noi ci accorgiamo di lui. Possiamo riconoscerlo nella sensazione di piacevolezza e di sottile vitalità che ci dà. Non sappiamo perché, ma sappiamo che, se ci facciamo condurre da lui, non saremo delusi, e qualunque cosa accadrà ne trarremmo qualcosa di buono.
Non sempre è facile seguire questo tipo di “sì” poiché non è raro che ci chieda di cambiare abitudini e di mettere in discussione certezze acquisiste. Sono i “sì” dell’anima, quelli che, se abbiamo il coraggio e la pazienza di assecondare, ci fanno crescere, diventare più responsabili, più liberi, più creativi, più fiduciosi in ciò che siamo.
Possiamo incontrarli sia in piccole situazioni giornaliere, dove dobbiamo prendere una decisione pratica o immediata, sia in risposta a decisioni più importanti e significative. Con la loro impalpabile presenza, i “sì” ci suggeriscono il da farsi, ma solo se non stiamo dando la nostra attenzione a ciò che fa rumore e scalpita sul palcoscenico dell'ego.
Camilla
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