Se non sai portare a termine un impegno, rispettare gli accordi con gli altri o andare al di là delle parole, non mi frega un fico secco se ti
senti "Uno con Tutto", se vivi nella gioia 24 ore su 24 o se ti senti impregnato d'energia cosmica. Il punto è che, se non fai,
alla vita servi poco.
Eccomi qui di nuovo a parlare di questo fantomatico "fare".... Credo che la moda new age del dare più importanza all'essere prima che al fare stia rovinando un sacco di persone, inducendole a credere di poter vivere in modo irresponsabile e poco attento alle questioni materiali e pratiche.
Puoi avere centomila intuizioni, ma se non le porti concretamente in vita, rimangono semplice teoria. Se parli di amore universale, ma arrivi sempre in ritardo agli appuntamenti (teoricamente perché sei "un'anima libera", ma di fatto fregandotene del tempo altrui), qualcosa non quadra, non trovi? Allora parti da qui: impegnati a rispettare gli altri (all'amore penserai poi) e ciò, almeno, avrà un senso pratico, un valore concreto.
Quello che fai è l'unica cosa che conta e che parla di quello che sei.
Certo, c'è anche il "fare automatico" di chi teme di fermarsi e scoprire che non ha mai scelto la propria direzione ma che, anzi, si è affidato al caso o, peggio, si è fatto trasportare dalla corrente degli altri... Eppure è altrettanto dannoso impregnarsi
narcisisticamente di concetti e teorie, sminuendo il valore essenziale e salvifico del "fare".
Viviamo in un'epoca dove l'energia mentale ed emotiva è continuamente stimolata ma anche eccitata, e questo crea sovraccarico, congestione, perdita di tempo e distacco dalla realtà. Una volta, per "rilassarsi", si camminava nei boschi e gli alberi ci aiutavano a connetterci con la materia... e oggi? Si guarda la TV?!
Il mondo a tre dimensioni è una potente opportunità di espansione per il nostro essere. Quando plasmiamo la realtà materiale, dandole la forma concreta dei nostri propositi attraverso un agire quotidiano, essa ci risponde donandoci una spinta propulsiva per toccare più da vicino il Cielo.
Personalmente posso testimoniare come solo i risultati del mio agire mi portino a conoscermi davvero, ad andare più in là. E non è mai come avevo pensato, creduto, congetturato, sentito. Fare mi porta a uno stadio successivo, mi trasforma da crisalide a farfalla, mi dona le ali di cui avevo bisogno.
Per far maturare la nostra parte spirituale, per conoscerla in modo autentico, per dargli consistenza reale, non abbiamo altra via che immergerla nella dimensione del "fare".
Fai pure la meditazione che ti piace, ripeti giornalmente i tuoi mantra positivi, e di' a te stesso che sei pieno di amore, ma poi alzati da quella sedia e vai a sudare un po' come si deve per costruire qualcosa che puoi toccare con mano.
"Le mani che aiutano sono più sacre delle bocche che pregano."
(Sai Baba )
Camilla
Eccomi qui di nuovo a parlare di questo fantomatico "fare".... Credo che la moda new age del dare più importanza all'essere prima che al fare stia rovinando un sacco di persone, inducendole a credere di poter vivere in modo irresponsabile e poco attento alle questioni materiali e pratiche.
Puoi avere centomila intuizioni, ma se non le porti concretamente in vita, rimangono semplice teoria. Se parli di amore universale, ma arrivi sempre in ritardo agli appuntamenti (teoricamente perché sei "un'anima libera", ma di fatto fregandotene del tempo altrui), qualcosa non quadra, non trovi? Allora parti da qui: impegnati a rispettare gli altri (all'amore penserai poi) e ciò, almeno, avrà un senso pratico, un valore concreto.
Quello che fai è l'unica cosa che conta e che parla di quello che sei.
Viviamo in un'epoca dove l'energia mentale ed emotiva è continuamente stimolata ma anche eccitata, e questo crea sovraccarico, congestione, perdita di tempo e distacco dalla realtà. Una volta, per "rilassarsi", si camminava nei boschi e gli alberi ci aiutavano a connetterci con la materia... e oggi? Si guarda la TV?!
Il mondo a tre dimensioni è una potente opportunità di espansione per il nostro essere. Quando plasmiamo la realtà materiale, dandole la forma concreta dei nostri propositi attraverso un agire quotidiano, essa ci risponde donandoci una spinta propulsiva per toccare più da vicino il Cielo.
Personalmente posso testimoniare come solo i risultati del mio agire mi portino a conoscermi davvero, ad andare più in là. E non è mai come avevo pensato, creduto, congetturato, sentito. Fare mi porta a uno stadio successivo, mi trasforma da crisalide a farfalla, mi dona le ali di cui avevo bisogno.
Per far maturare la nostra parte spirituale, per conoscerla in modo autentico, per dargli consistenza reale, non abbiamo altra via che immergerla nella dimensione del "fare".
Fai pure la meditazione che ti piace, ripeti giornalmente i tuoi mantra positivi, e di' a te stesso che sei pieno di amore, ma poi alzati da quella sedia e vai a sudare un po' come si deve per costruire qualcosa che puoi toccare con mano.
"Le mani che aiutano sono più sacre delle bocche che pregano."
(Sai Baba )
Camilla
Commenti