La salute è un tema che sta a cuore a moltissime persone, che si ritrovano spesso ad affrontare malattie più o meno gravi. Generalmente parlando, possiamo distinguere due tipologie di malati. Prima di dirti quali, spero che userai queste riflessioni come strumento per conoscerti meglio e non per inscatolare gli altri dentro limitanti definizioni o facili giudizi.
Il primo tipo di malati a cui mi riferisco ha sovente una mentalità rigida e una scarsa capacità di collegare una problematica fisica a irrisolti interiori, come anche semplicemente a uno stile di vita squilibrato. Per costoro la malattia non richiede nessun tipo di riflessione né abitudini da correggere, ma solo qualche buona pillola.
Il secondo tipo ha una mente più aperta e dinamica, può possedere intuizioni e visioni spirituali e mette più facilmente in discussione la propria visione per esplorare diversi metodi di salute e di cura. Si tratta, insomma, di persone più "evolute", ma capita che si ammalino come il primo gruppo, e che non riescano a risolvere la propria condizione.
Un pregiudizio molto diffuso nel mondo della "spiritualità spicciola" collega l'essere malati con il non essere abbastanza "evoluti", come se fosse una "punizione"... Certo, la malattia molte volte fa "crescere", ma si tratta più che altro di una rinascita interiore, di una correzione di rotta, di un viaggio alla scoperta della propria autenticità.
Se c'è una "funzione" della malattia, infatti, è proprio quella della "verità", cioè metterti a contatto con quello che tu sei veramente.
Non è detto che questa funzione sia sempre presente o sia la causa di un malessere, ma, se soffri di un disagio fisico (o emotivo), ti invito a chiederti se stai vivendo la vita che veramente la tua anima desidera o se hai buttato la spugna.
La malattia vuole farti notare che stai camminando su una strada che non è tua... E non importa quanto tu possa essere "evoluto", "aperto" o "intelligente"; se stai vivendo una vita non autentica – e per "autentica" intendo una vita che corrisponde a quello che tu sei, qualunque cosa tu sia, qualunque sia il tuo livello di consapevolezza – allora la malattia comincia a sfidarti per scuoterti dal torpore dell'inganno.
Quand'è che hai cominciato a rinunciare a te stesso, per indossare vesti che in realtà non ti si addicono? Quello è il momento in cui hai aperto la porta alle oscure vie della perdita di energia...
Quando non rispetti la tua verità è perché hai scelto la paura, hai scelto le maschere, magari per farti accettare, per andare più d'accordo con gli altri, per seguire delle idee collettive o perché sentivi di non avere altra via... In ogni caso hai rinunciato al tuo vero volto e questo ha provocato una frattura nel tuo essere, ripercuotendosi nel tuo corpo.
A un certo punto dovrai smettere di tradire te stesso e tornare là dove avevi rinunciato, là dove avevi abbandonato te stesso, e fare una scelta diversa.
Camilla
Il primo tipo di malati a cui mi riferisco ha sovente una mentalità rigida e una scarsa capacità di collegare una problematica fisica a irrisolti interiori, come anche semplicemente a uno stile di vita squilibrato. Per costoro la malattia non richiede nessun tipo di riflessione né abitudini da correggere, ma solo qualche buona pillola.
Il secondo tipo ha una mente più aperta e dinamica, può possedere intuizioni e visioni spirituali e mette più facilmente in discussione la propria visione per esplorare diversi metodi di salute e di cura. Si tratta, insomma, di persone più "evolute", ma capita che si ammalino come il primo gruppo, e che non riescano a risolvere la propria condizione.
Un pregiudizio molto diffuso nel mondo della "spiritualità spicciola" collega l'essere malati con il non essere abbastanza "evoluti", come se fosse una "punizione"... Certo, la malattia molte volte fa "crescere", ma si tratta più che altro di una rinascita interiore, di una correzione di rotta, di un viaggio alla scoperta della propria autenticità.
Se c'è una "funzione" della malattia, infatti, è proprio quella della "verità", cioè metterti a contatto con quello che tu sei veramente.
Non è detto che questa funzione sia sempre presente o sia la causa di un malessere, ma, se soffri di un disagio fisico (o emotivo), ti invito a chiederti se stai vivendo la vita che veramente la tua anima desidera o se hai buttato la spugna.
La malattia vuole farti notare che stai camminando su una strada che non è tua... E non importa quanto tu possa essere "evoluto", "aperto" o "intelligente"; se stai vivendo una vita non autentica – e per "autentica" intendo una vita che corrisponde a quello che tu sei, qualunque cosa tu sia, qualunque sia il tuo livello di consapevolezza – allora la malattia comincia a sfidarti per scuoterti dal torpore dell'inganno.
Quand'è che hai cominciato a rinunciare a te stesso, per indossare vesti che in realtà non ti si addicono? Quello è il momento in cui hai aperto la porta alle oscure vie della perdita di energia...
Quando non rispetti la tua verità è perché hai scelto la paura, hai scelto le maschere, magari per farti accettare, per andare più d'accordo con gli altri, per seguire delle idee collettive o perché sentivi di non avere altra via... In ogni caso hai rinunciato al tuo vero volto e questo ha provocato una frattura nel tuo essere, ripercuotendosi nel tuo corpo.
A un certo punto dovrai smettere di tradire te stesso e tornare là dove avevi rinunciato, là dove avevi abbandonato te stesso, e fare una scelta diversa.
Camilla
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