Tutti noi conosciamo la storia ufficiale di Giuda, come egli tradì Gesù - il figlio di Dio - per trenta denari e come, alla fine, questi si impiccò a causa del rimorso.
Esiste tuttavia una versione alternativa della storia, che ribalta l’operato di questo malfamato discepolo. Si tratta dei fatti così come narrati nel Vangelo di Giuda. Il manoscritto originale, attribuito a correnti gnostiche, è stato redatto in un’epoca che va dal 130 al 300 d.C. in copto, lingua allora in uso in Egitto. Ritrovato in Egitto intorno agli anni Settanta, solo negli ultimi tempi se ne è diffusa la pubblicazione.
Bisogna dire che la ricostruzione del Vangelo di Giuda non è completa e tale Vangelo è inoltre ufficialmente considerato apocrifa quindi non attendibile. Questo non toglie la possibilità che rappresenti un'ulteriore fonte di narrazione dei fatti dell'epoca e soprattutto non ci toglie la voglia di interrogarci sulla figura di questo discepolo che, anche solo nelle sue vesti tradizionali, è certamente ambigua.
In tutti e quattro i Vangeli ufficiali è riportata la predizione che Gesù fece durante l’ultima cena: sarebbe stato tradito da uno dei Dodici. Gesù dunque conosceva il nome del suo traditore e sapeva come si sarebbe svolta la vicenda (tre le varie, predisse inoltre che lo stesso Pietro avrebbe rinnegato il suo nome per ben tre volte, prima del canto del gallo).
Ma come conciliare la figura di un Giuda traditore all’interno di eventi che sembrano invece già predeterminati? Nel Vangelo di Giovanni leggiamo che Gesù indicò chiaramente il suo futuro traditore in Giuda Iscariota (gli diede un pezzo di pane per identificarlo) e che, in quel momento, Satana entrò in lui. Insomma, sembra proprio che fu Gesù a scegliere l'apostolo che lo tradirà e a consegnarlo a Satana stesso.
Dal Vangelo di Giuda emergono ulteriori elementi altrettanto contraddittori; vi si legge a un certo punto che Gesù esortò i discepoli a guardarlo per comprendere cosa egli fosse davvero, ma questi non capirono. Significativo è il passaggio, poi, in cui rivolgendosi a Giuda affermò: "tu supererai tutti loro. Perché tu farai sì che venga sacrificato l'uomo entro cui io sono".
In pratica - secondo tale Vangelo - Giuda non fu un “traditore”ma il mezzo attraverso cui lo stesso Gesù di Nazareth raggiunse lo scopo di liberare la sua essenza divina dalle limitazioni del corpo. Una figura chiave, importantissima all’interno della grande “missione“ del Cristo.
Quale sia la verità, non ne ho certamente idea. Forse Gesù aveva facoltà di previsione e decise di non sottrarsi al suo destino, forse Giuda era davvero necessario al compito della sua missione e quindi Gesù lo scelse di proposito, o forse entrambe le ipotesi sono valevoli. Perché i grandi archetipi universali sono manifestati nel piccolo, e la storia di un viaggio è il simbolo del ritorno nella Casa più grande...
Insomma, Giuda forse fu colpevole e innocente allo stesso tempo. Colpevole agli occhi di chi pensa che la colpa degli altri nulla abbia a che fare con la propria, e innocente agli occhi di chi sa che ogni cosa è collegata, è nel Piano...
Mi piace pensare, detto in termini più semplici, che la dimensione materiale si metta al servizio, in un modo o nell'altro, di un Progetto più grande. Che Gesù lo sapesse, e fosse Maestro in questo. Lo penso per istinto, lo penso perché lo verifico nelle piccole situazioni del quotidiano, e per "deviazione professionale" (sono studiosa di Raja Yoga)... Noi tutti cresciamo nel seno della materia, ne siamo nutriti e grazie al suo insegnamento di dolore e sacrificio, riusciamo a dar vita alle qualità della nostra Anima...
Ecco, sul concetto di "dolore" e "sacrificio" ci sarebbe molto da dire, anche qui vi sono molti fraintendimenti e strumentalizzazioni. Ci tornerò...
Esiste tuttavia una versione alternativa della storia, che ribalta l’operato di questo malfamato discepolo. Si tratta dei fatti così come narrati nel Vangelo di Giuda. Il manoscritto originale, attribuito a correnti gnostiche, è stato redatto in un’epoca che va dal 130 al 300 d.C. in copto, lingua allora in uso in Egitto. Ritrovato in Egitto intorno agli anni Settanta, solo negli ultimi tempi se ne è diffusa la pubblicazione.
Bisogna dire che la ricostruzione del Vangelo di Giuda non è completa e tale Vangelo è inoltre ufficialmente considerato apocrifa quindi non attendibile. Questo non toglie la possibilità che rappresenti un'ulteriore fonte di narrazione dei fatti dell'epoca e soprattutto non ci toglie la voglia di interrogarci sulla figura di questo discepolo che, anche solo nelle sue vesti tradizionali, è certamente ambigua.
In tutti e quattro i Vangeli ufficiali è riportata la predizione che Gesù fece durante l’ultima cena: sarebbe stato tradito da uno dei Dodici. Gesù dunque conosceva il nome del suo traditore e sapeva come si sarebbe svolta la vicenda (tre le varie, predisse inoltre che lo stesso Pietro avrebbe rinnegato il suo nome per ben tre volte, prima del canto del gallo).
Ma come conciliare la figura di un Giuda traditore all’interno di eventi che sembrano invece già predeterminati? Nel Vangelo di Giovanni leggiamo che Gesù indicò chiaramente il suo futuro traditore in Giuda Iscariota (gli diede un pezzo di pane per identificarlo) e che, in quel momento, Satana entrò in lui. Insomma, sembra proprio che fu Gesù a scegliere l'apostolo che lo tradirà e a consegnarlo a Satana stesso.
Dal Vangelo di Giuda emergono ulteriori elementi altrettanto contraddittori; vi si legge a un certo punto che Gesù esortò i discepoli a guardarlo per comprendere cosa egli fosse davvero, ma questi non capirono. Significativo è il passaggio, poi, in cui rivolgendosi a Giuda affermò: "tu supererai tutti loro. Perché tu farai sì che venga sacrificato l'uomo entro cui io sono".
In pratica - secondo tale Vangelo - Giuda non fu un “traditore”ma il mezzo attraverso cui lo stesso Gesù di Nazareth raggiunse lo scopo di liberare la sua essenza divina dalle limitazioni del corpo. Una figura chiave, importantissima all’interno della grande “missione“ del Cristo.
Quale sia la verità, non ne ho certamente idea. Forse Gesù aveva facoltà di previsione e decise di non sottrarsi al suo destino, forse Giuda era davvero necessario al compito della sua missione e quindi Gesù lo scelse di proposito, o forse entrambe le ipotesi sono valevoli. Perché i grandi archetipi universali sono manifestati nel piccolo, e la storia di un viaggio è il simbolo del ritorno nella Casa più grande...
Insomma, Giuda forse fu colpevole e innocente allo stesso tempo. Colpevole agli occhi di chi pensa che la colpa degli altri nulla abbia a che fare con la propria, e innocente agli occhi di chi sa che ogni cosa è collegata, è nel Piano...
Mi piace pensare, detto in termini più semplici, che la dimensione materiale si metta al servizio, in un modo o nell'altro, di un Progetto più grande. Che Gesù lo sapesse, e fosse Maestro in questo. Lo penso per istinto, lo penso perché lo verifico nelle piccole situazioni del quotidiano, e per "deviazione professionale" (sono studiosa di Raja Yoga)... Noi tutti cresciamo nel seno della materia, ne siamo nutriti e grazie al suo insegnamento di dolore e sacrificio, riusciamo a dar vita alle qualità della nostra Anima...
Ecco, sul concetto di "dolore" e "sacrificio" ci sarebbe molto da dire, anche qui vi sono molti fraintendimenti e strumentalizzazioni. Ci tornerò...
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