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Male-dire e bene-dire

Quando le cose vanno male, la tentazione di male-dire è forte. Usare parole negative, ossia "dire male" può sembrare una valvola di sfogo. Le parole, tuttavia, non sono mai solo parole. Le parole hanno il potere di indirizzare, evocare, creare. Ma soprattutto hanno una certa qualità energetica che, bene o male, si unirà alle varie forme-pensiero corrispondenti.

Cos'è una "forma-pensiero"? È un aggregato energetico di pensieri ed emozioni di un certo tipo che se ne va a spasso nell'etere. Esistono per esempio forme-pensiero legate alla rabbia, alla dipendenza, allo scetticismo, o forme-pensiero legate alla speranza, alla buona volontà, alla tolleranza.

Ogni volta che formuliamo un pensiero, o sentiamo una emozione, questo entrerà in sintonia con la forma-pensiero corrispondente, andando ad accrescere il suo potere da una parte, e il legame con lei dall'altra (cioè sarà sempre più difficile riuscire a scollegarsi da quel tipo di frequenza). In parole povere, se pensi negativo, la tua negatività andrà ad accrescere una forma-pensiero corrispondente, contribuendo a renderla più grande e influente. Se invece pensi positivo, accadrà lo stesso, ma nella direzione opposta.

Nessuna emozione, nessun pensiero rimane fine a se stesso. Anche se ti sembra che nessuno lo raccoglierà, lo farà comunque la vita, e lo metterà a disposizione di chi è pronto a riceverlo, nel bene e nel male.

Le forme-pensiero possono diventare molto grandi e influenzare una gran massa di persone. A volte una forma pensiero per diventare "influente" ha bisogno del contributo di una sola persona in più. Ecco allora che un semplice pensiero distruttivo può unirsi a una forma-pensiero corrispondente, la quale grazie a quel pensiero avrà raggiunto la potenza necessaria per influenzare la mente di un'altra persona, spingendola a compiere azioni distruttive. Ci dice niente questa cosa?

Ci dice che le vie del karma (e non solo quelle del Signore) sono infinite! Se, infatti, con il tuo pensiero negativo vai a ingrandire una forma-pensiero che a sua volta farà compiere azioni distruttive ad altre persone, ne sei responsabile! È come se lanciassi una pallina di neve giù dalla montagna che, grazie a quel contributo, mette in moto una valanga! E cos'è una valanga, se non la somma di tante palline di neve?

Male-dire, a quanto pare, fa solo danno... agli altri e a noi stessi!

Che fare, allora? Bene-dire, sempre e comunque! Fare lo "sforzo" di fermare l'automatismo del male-dire! Scegliere, invece, di "dire bene", cioè di creare frequenze armoniche attraverso parole e pensieri, che così andranno a nutrire forme-pensiero costruttive.

Attenzione, però. È importante non imporsi un pensiero positivo che vada a sopprimere le emozioni negative. In realtà si può stare con le emozioni negative, benedicendo pure loro. Vogliamo solo evitare di metterle al comando, di modo che non parta il male-dire.

Qualcuno mi ha detto: "Ma se io mi sforzo di non male-dire certe persone o situazioni in determinati momenti, e magari mando loro pure una benedizione, significa che non sono autentico e quindi quello mio sforzo non avrà alcun valore".

Attenzione pure qui, amici miei. L'autenticità è un valore sopravvalutato, mentre ci si dimentica che prima di tutto occorre integrità. Possiamo lasciare le emozioni negative libere di contattarci e di mostrarci le nostre ombre, ma non lasciare che siano loro a decidere al posto nostro. Lo possiamo fare solo se siamo "integri", al centro di tutte le nostre parti.

Dobbiamo scegliere: come vogliamo vivere? Vogliamo vivere comandati dagli automatismi e facendo finta che non esista nient'altro oltre a ciò che appare, o vogliamo vivere confidando nel potere dello spirito e della coscienza? Se rientriamo in quest'ultimo caso, dobbiamo concederci di sperimentare vie che non sono usuali, e una di queste è proprio quella di "bene-dire" quando l'automatismo ci chiederebbe di "male-dire".

Scegliere le parole che vogliamo usare, invece di lasciarle uscire a caso e in base all'emotività del momento, ci mette sul piano dei creatori e dei servitori di qualcosa di più grande, e non sul piano delle vittime; ci aiuta a rafforzare la nostra integrità, il nostro centro. È una azione che richiede uno "sforzo", ma è uno sforzo consapevole, una "resistenza" che andrà ad allenare la coscienza. Non solo i muscoli del corpo richiedono allenamento, infatti, ma anche i muscoli della luce interiore.

Un'ultima osservazione. Spesso noi "spiritualisti" diamo per scontato che una azione esterna non abbia valore se non parte prima dall'interno, eppure anche la forma può contribuire a cambiare il contenuto. Un corpo sano aiuta ad avere una mente più serena, un rituale aiuta a sviluppare più presenza, e l'esercizio inizialmente formale e imposto di usare parole di "benedizione" può aiutare a cambiare qualcosa dentro se stessi...

Si dice che il "fuori" riflette il "dentro", ma è solo un modo per dire che "fuori" e "dentro" sono la stessa cosa... allora il passo è presto fatto: agendo sull'uno, agisci sull'altro, e viceversa.

E, come sempre, non devi credere a nulla. Non devi credere che cambiando le tue parole cambierai anche le conseguenze che vivrai... Devi solo sperimentarlo!

Camilla



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