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La strada giusta si trova percorrendola



La tua anima, la tua essenza, ha uno scopo, un intento che persegue e che rappresenta la tua bussola o missione personale.

Nasci in un certo tempo e in un certo luogo non per caso, ma perché è il contesto che ti permette di diventare colui che realizzerà la missione dell’anima.

Il laboratorio

Il tuo ambiente di nascita è il laboratorio che meglio si adatta alle tue caratteristiche individuali, energetiche e biologiche, affinché possa compiersi l’opera alchemica di quella trasformazione che sei chiamato a incarnare.

Non puoi raggiungere lo scopo dell’anima se rimani uguale a te stesso. Certo, ci sono variazioni che sperimenti nel corpo e nella mente con il passare del tempo, ma mi riferisco a un cambiamento più profondo, affatto scontato, che coinvolge la coscienza. La missione ti chiede di cambiare a questo livello, sul piano interiore.

Per farlo, non devi far altro che utilizzare il “laboratorio" che ti è stato assegnato al momento della nascita e gli strumenti che contiene; lì troverai tutto quello che ti serve.

La missione collettiva

Esiste una missione collettiva, che riguarda l’umanità, che a sua volta è inserita in un Piano più grande. Trovare la missione personale significa trovare il tuo posto nel mondo, la tua funzione all’interno della missione collettiva.

Missione personale e missione collettiva, di fatto, non sono mai disgiunte, anzi l’una esiste in funzione dell’altra.

Mentre ti trasformi nella migliore versione di te e impari a manifestare i tuoi potenziali, la materia di cui sei costituito a sua volta impara a conoscere possibilità differenti e raffina la sua vibrazione. Ogni atomo di materia impara da te, da come lo usi, da come lo fai vibrare.

Nell’educare te stesso, educhi anche ciò che è in te e interagisce con te. Nel trasmutare il tuo buio in luce, mostri a ciò che è in relazione con te come fare altrettanto. La tua evoluzione è l’evoluzione del mondo.

La voce autentica

Perseguire la missione è perseguire la tua voce autentica, muoverti spinto dal cuore, da un senso più profondo.

Seguire la tua voce autentica significa accorgerti di ciò che ha l’approvazione del tuo io più grande, essere sensibile alla risposta interiore e poi assecondarla. Per quanto il viaggio verso la missione personale possa essere lungo e articolato, esso comincia sempre dal percepire la tua autenticità, oltre le credenze della mente, oltre le illusioni dell’emotività, oltre le storie e le scuse narrate dall’ego.

Non puoi incontrare la tua missione personale senza prima incontrare chi tu sei davvero, perché chi tu sei davvero conosce la direzione.

E per incontrare chi tu sei davvero non devi cercare chissà dove, ma stare nel tuo “laboratorio”, cioè confrontarti con quelle ferite e quelle paure portate alla luce proprio dalla tua storia personale. Nel guardare in faccia i tuoi demoni, scoprirai che tu sei molto più delle tue paure: tu sei colui che può andare oltre.

È egoismo?

Non è egoismo fare ciò che si “vuole” fare, quando il “voglio” è il sussurro di quella parte di te che sa, che conosce ciò che bisogna attraversare e ciò che invece devierebbe.

Il prezzo del non ascoltarla sarebbe il prezzo del tradire se stessi, un prezzo altissimo, che a lungo andare prosciuga ogni energia, portando anche a problematiche psichiche e fisiche.

Quando ti metti nella direzione di chi sei veramente, alla ricerca di te, aiuti anche gli altri, perché questo li libera dalle tue aspettative: tu segui il tuo destino e allora permetti che gli altri, a loro volta, seguano il loro.

La missione collettiva, il risveglio del pianeta, ha bisogno che ogni anima realizzi il progetto personale, che ogni individuo scopra e decida come portare i propri talenti in manifestazione.

La tua anima sa che il desiderio che risiede nel tuo profondo, quello che sei venuto a perseguire, è ciò che serve a questo mondo. È proprio in funzione di questo mondo che tu nasci e vieni a portare qualcosa. Il tuo talento, la tua vocazione, si inserisce nella trama del destino della collettività.

Ecco allora che la tua unicità, la tua individualità, è esattamente ciò che serve al tutto; così come il tutto è ciò che serve a te, ciò che dà un senso e dà forma alla tua missione.

Trovare la propria missione

Lo so, rimane sempre la fatidica domanda: "Eh, ma come faccio a trovare la mia missione?"

Abbiamo visto che la ricerca della missione non può prescindere dalla ricerca della propria voce autentica. Ti suggerisco, pertanto, di farti la domanda in modo diverso: “Come faccio a trovare me stesso?

E ancora: “Come faccio a trovare la mia unicità? Quali cose, situazioni, ambiti mi trasmettono un senso di vitalità, pienezza, libertà, fiducia, connessione?” E non mi riferisco a fuochi di entusiasmo o esagerate allegrie, che si spengono con la stessa velocità con cui si accendono, ma a quell'appagamento sottile e profondo che apre le porte della gioia.

Il “sistema” ti vuole nella paura e cerca di abituarti alla tensione, alla preoccupazione perpetua, così da farti perdere il contatto con il sensore della gioia, che è uno di quei sensori che devi tenere decisamente acceso se sei alla ricerca della missione personale.

La lista della gioia

Ti propongo il seguente esercizio. Fai una lista di tutto quello che ti dà appagamento, nutrimento, gioia. Tralascia ciò che fa sentire al sicuro o gratifica il tuo ego, piuttosto pensa a quell’appagamento interiore, a quella pacifica sensazione di essere nel flusso, che provi quando ti dedichi a certe cose, quando fai certe esperienze.

Nella lista può trovarsi di tutto: scrivere, disegnare, fare volontariato, occuparsi dell'ambiente, ricamare a maglia, arredare appartamenti, creare oggetti di design, portare a passeggio i cani, aiutare i bambini a imparare qualcosa, cucinare, studiare psicologia, fare yoga, fare attivismo politico, fare conferenze, respirare sotto un albero, camminare, prendere il sole, guardare le stelle, ammirare imprenditori che investono negli uomini prima che nei prodotti…

Fai la tua lista con tutto quello che reputi significativo e che ti viene in mente. E non ti preoccupare se temi che ti sfugga qualcosa: appena ti verrà in mente, potrai semplicemente aggiungerlo in seguito.

Nel preparare questa “lista della gioia”, non pensare alla missione, non pensare a eventuali talenti da far fruttare. Dimentica questo obiettivo e focalizzati solo su ciò che ti appaga, ti dà pienezza e ti fa sentire felice.

Ti invito, inoltre, a considerare di inserire nella lista non solo ciò che già conosci, ma anche ciò di cui devi fare ancora esperienza: usa l’immaginazione, immergiti in scenari creati dalla tua mente, percepisci come ti senti dentro di essi.

Poi, appena puoi, fai qualcosa per toccare con mano quelle dimensioni. Immagini che fare lo scrittore ti darebbe gioia? Apri un blog, scrivi il tuo primo racconto, vai alle presentazione degli scrittori, naviga in libreria... Vorresti dedicarti al soccorso degli animali? Vai a visitare i canili, le associazioni, i veterinari, aiuta i volontari, stai con gli animali che hanno bisogno... Trova il modo di avvicinarti al mondo che hai immaginato, per sentirne il sapore. Questo ti porterà ulteriore chiarezza.

E mantieniti sempre aperto: accorgiti dei segnali e sii pronto a raccogliere gli indizi della gioia ovunque e in qualunque situazione, poiché essi possono trovarsi a ogni angolo della via.

Ciò che ti dà gioia spesso ti fa dimenticare il tempo che scorre e ti nutre a un livello sottile, quello dell’essere. È qualcosa nel quale senti che ogni peso scompare e tu fluisci e ti espandi con il momento presente.
 
Le cose che danno gioia sono un tesoro prezioso e rappresentano il primo passo nella scoperta della missione di vita.

Il desiderio

Se il primo passo nella direzione della missione è la gioia, il passo successivo è il desiderio.

Ci sono cose che incontri lungo il cammino e che ti riempiono di gioia, ma poi le lasci andare perché non sono destinate a camminare con te sulla tua strada, non sono ciò che desideri.

Il desiderio non solo ti spinge verso qualcosa che ti dà gioia, ma verso qualcosa che richiama continuamente la tua attenzione e lo fa sempre di più.

Il desiderio vuole condurti verso i territori della tua unicità, territori dove ti senti vivo e sei libero di essere chi sei. Mi riferisco, naturalmente, non al desiderio apparente, creato da bisogni illusori o maschere dell’ego, al desiderio dipendente e fuorviante, ma al desiderio generato dalla tua natura profonda, la quale sa e confida in ciò che la appaga, e vorrebbe che lo sapessi anche tu.

Riprendi la tua lista e seleziona quegli elementi o situazioni che, oltre a trasmetterti gioia, ti chiamano, ti spingono magneticamente a occuparti di loro, perché lo desideri. È facile che alcuni aspetti siano già presenti e coltivati in qualche modo nella tua quotidianità. 

Il punto di svolta

Quando qualcosa ti dà gioia (espandendo la tua energia) e poi incontra il tuo desiderio (catalizzando la tua attenzione), cominci a impegnarti per averlo, per viverlo.

Dopo un po’, però, avviene un cambiamento: se prima era tutto così interessante, accattivante e piacevole, d’un tratto comincia a prevalere la noia, la fatica, la voglia di fare altro. Cos’è successo?

Accade non solo con i desideri apparenti, ma anche con quelli autentici: giungi a un punto della strada dove vieni messo di fronte alla pesantezza e alla noia. È perché sei giunto al punto di svolta.

Lungo qualunque viaggio, arrivi prima o poi a questo punto di svolta, dove le tue resistenze ti fermano e ti dicono: “Stop! Per di qua non puoi andare, a patto che tu non abbia voglia di annoiarti, faticare e fare delle rinunce”, così spesso cadi nel tranello e molli tutto.

Al punto di svolta hai sempre due possibilità: lasciare che le resistenze ti blocchino, oppure insistere e andare avanti.

E se vuoi andare avanti, se vuoi continuare il viaggio, ora hai bisogno di una qualità ulteriore: la dedizione.

La dedizione

La dedizione è l’arte di prenderti cura di qualcosa, per cui gli dai la tua energia, il tuo tempo, gli doni te stesso, mettendo da parte ogni pretesa di ricevere. Questo richiede volontà, amore e intelligenza: volontà di superare i limiti imposti dalla prova; amore che nutre ciò che deve crescere; intelligenza di trovare il modo migliore per farlo.

A volte la dedizione ti permette di sviluppare un talento, un’abilità, una competenza in modo eccellente, dove questo farà la differenza e farà decollare il tuo successo. Altre volte, invece, ti porta alla maturazione di un percorso, alla sua fine, per ritrovarti davanti a nuove svolte; e non significa che quel percorso fosse sbagliato per te, ma che era un passaggio obbligato verso la svolta successiva.

Cambiare strada perché sei attirato da tutto quel che è nuovo, per cui non riesci a dedicarti a qualcosa, è ben diverso dal cambiare strada dopo che ti sei dedicato – a lungo e con tutto il tuo cuore – a quello che hai scelto.

Nel primo caso, non sviluppi mai una vera conoscenza di te e delle situazioni, non superi i tuoi limiti, non eccelli in nulla. Nel secondo caso, quando cioè chiudi un percorso dopo che ti sei dedicato a esso, porti con te un'esperienza e una conoscenza, una maturazione interiore, che si riveleranno essere essenziali per i tuoi passi successivi.

La dedizione, pertanto, non è semplicemente ciò che ti permette di diventare abile in qualcosa, ma è ciò che attiva la tua capacità di donarti a una causa, ciò che ti conduce oltre i tuoi limiti, trasmuta il tuo potenziale in qualità manifesta e sgombra il cammino

Dove prima erano solo muri, ora trovi nuove porte da attraversare. Dove prima dubitavi di te e cercavi conferme, ora cerchi solo di arrivare dove il tuo cuore è sempre stato.

Riprendi la tua lista e considera le opzioni rimaste: quali, in questo elenco, ti chiamano e ti chiedono di dedicarti a esse, al di là di ogni resistenza e fatica? Fai la tua scelta e poi... calati nell'esperienza, mettiti alla prova, verifica se il tuo corpo e il tuo intento sono allineati con la tua mente, concediti di scoprire cosa accade!

La strada si trova percorrendola

Scoprire la tua missione non significa scoprire il lavoro della tua vita, nel senso di “un” lavoro specifico, ma significa entrare in quello stato di coscienza dove sei allineato con la tua anima e il tuo intento profondo, ed è questo a guidare le tue scelte e a portarti là dove la missione ha bisogno di te, attraverso lavori, attività, viaggi o esperienze che siano.

Siamo partiti dalla gioia, siamo passati dal desiderio e siamo arrivati alla dedizione. La dedizione ci insegna a perseverare, a superare i nostri limiti, le nostre scuse, le nostre paure; ci spinge a eccellere oppure a prendere nuove direzioni; e ci rivela che la strada giusta non è quella dove tutto viene "facile” o dove sappiamo quale “mestiere” dobbiamo fare, ma è quella dove noi creiamo noi stessi.

La strada giusta è la strada della missione personale, la strada maestra dell’anima. È una strada che puoi percorrere solo se cambi, solo se affronti le tue resistenze, le tue illusioni, e nel farlo ci saranno parti di te che inevitabilmente dovranno morire.

Non trovi la tua missione personale se non sei disposto a pagarne il prezzo, che è il prezzo della verità, e la verità fa piazza pulita delle paure, delle illusioni, delle compiacenze, delle dipendenze, delle manipolazioni, delle storie che ti racconti per rimanere dove sei.  

All’inizio del cammino non sai esattamente dove si trova la meta e questo confonde, crea dubbi e resistenze. Hai però degli indicatori preziosi che ti aiutano: la gioia e il desiderio. E hai uno strumento che ti porta rivelazione e verità, che è la dedizione.

Mentre sei dentro il processo, il punto di arrivo è spesso poco visibile o sconosciuto, anzi nella maggior parte dei casi non esiste ancora: prenderà forma attraverso di te, attraverso la tua esperienza. In questo modo, man mano che le vai incontro, la tua missione si manifesta.

La strada si trova percorrendola, e può percorrerla sino in fondo solo colui che conosce i meccanismi del suo cuore, solo colui che sente quando è chiamato da ciò che ancora deve essere, solo colui che sa dedicarsi, che non molla, che non si è fatto condizionare dalla cultura narcisista dell’usa e getta, del seguire desideri volatili e piaceri immediati che allontanano da ogni reale conseguimento.

Come la vera passione emerge dopo un lungo dedicarsi, così la meta svela il suo senso, il suo disegno, solo alla fine… ed è alla fine che metti insieme tutti i pezzi e capisci che quelle vie che hai attraversato e che sembravano disconnesse fra di loro erano il perfetto addestramento per la tua missione.

Ecco perché il tuo compito non è dare un “nome” alla tua missione di vita, ma è seguire la tua gioia, percepire quando si unisce al desiderio, e poi passare all’azione, dedicarti, immergerti nell'esperienza e persistere, resistere agli ostacoli, mettere alla prova chi sei, scoprire chi sei.

Il tuo compito è fare in modo che la trasformazione di te si compia, usando il laboratorio della tua esistenza, della tua unicità, per diventare colui che si mette al servizio della chiamata.

Camilla




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Commenti

Unknown ha detto…
Grazie di cuore Camilla, chiarissimo come sempre una vera " mappa del tesoro,"🌈🌹🌹🌹

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