Passa ai contenuti principali

Mi fido della gioia



Come scegliere la strada "giusta"? Come scoprire cosa davvero vuole la mia anima? Come evitare di perdermi nel bosco delle illusioni? 

Quando lascio che i ragionamenti prevalgano sul sentire, quando permetto alle aspettative degli altri e delle voci ufficiali di avere il peso più grande, le risposte si allontanano.

Invece, quando presto attenzione a come mi sento, a come scorre la mia energia nelle cose che faccio, se si espande o si contrae, se provo piacere o mi sento a disagio, apro l’accesso a quella conoscenza interiore che non è stata appresa da nessuna parte, ma che mi porto dentro fin dalla nascita, e che sa quali sono i passi da compiere.

C’è un fattore, in particolare, che agisce come una bussola, come una luce che indica la via di uscita quando tutto intorno è oscurità. Questo fattore, questo elemento prezioso, è la gioia.

La gioia mi rivela se sto andando nella direzione della mia anima o se sto prendendo altre strane deviazioni.

Molti hanno perso il contatto con la gioia, soffocandola sotto il peso di oggetti e prospettive ristrette. Alcuni si dimenticano persino che esista la possibilità di gioire, un po’ come un muscolo che non viene più usato e quindi ci si scorda di averlo.

La gioia, per fortuna, è sempre in agguato dentro di noi, pronta a sussurrare in ogni istante storie di meraviglia e stupore. Dobbiamo solo risvegliarla, darle una possibilità, essere pronti a cogliere la sua frequenza, come quando eravamo bambini e ci veniva spontaneo sorridere e gioire per qualunque cosa, piccola o grande che fosse.

Cosa mi dà gioia adesso, durante la giornata, in generale? In quali situazioni, in quali contesti mi senti piena di vitalità, nel flusso, libera di essere e di manifestarmi così come sono?

Queste sono le domande che preferisco, che reputo importanti, perché da qui parte ogni senso, da qui nasce tutto quello che vale la pena esplorare.

La gioia ha molte sfumature. C’è la gioia immediata, quella che provo se un bimbo mi sorride, se mi passa davanti un’ape, se accade una simpatica coincidenza, se ripenso a ciò per cui sono grata.

A volte la gioia è proprio inaspettata: non avevo previsto di incontrarla, ma arriva e mi inonda, stupendomi, mentre faccio qualcosa di nuovo, di diverso, magari cominciato per caso… e allora faccio attenzione, perché quando c’è gioia c’è sempre l’anima che sussurra: “Per di qua, per di qua!”.

Esiste anche una gioia più lenta e profonda, quasi nascosta ma non per questo meno veritiera, anzi. Essa naviga sotterranea per poi emergere con i suoi tempi, come quando mi impegno per un progetto a cui tengo, portando avanti una passione, una visione: all’inizio provo fatica, incertezza, anche paura, ma pian piano sento la gioia crescere e ripagarmi di ogni sforzo.

C’è poi la gioia che non è gioia, ma solo una sua maschera, come alcune forme di felicità o di esaltazione dell’ego. Questo tipo di felicità ha bisogno di un motivo per manifestarsi, una situazione materiale, un appagamento emotivo, un riconoscimento di qualche tipo che arriva sempre dall’esterno… che però può essere temporaneo, se non drasticamente illusorio.

La vera gioia, invece, nasce dal percepire la bellezza intrinseca del mondo, degli altri e di me stessa; nasce dall’essere aderente alla mia chiamata, ai miei talenti o alla loro ricerca, indipendentemente da ciò che accade fuori o da chi li riconosce o meno.

Se la “felicità” fa rumore ed è eclatante, la gioia è più sottile, se pur densa, senza picchi né abissi, piena semplicemente del suo esserci. Quando la gioia sembra andare e venire è perché sono io ad andare e venire da me stessa, dalla mia autenticità, attirata e distratta da logiche illogiche o da scelte fatte senza amore. Ma la gioia è sempre lì, pronta ad avvolgermi ogni volta che, semplicemente, faccio spazio alla vita.

La gioia, ecco, ha tanti codici, tante vie che si intrecciano e si interconnettono con la mia unicità e con la missione del mio cuore. Se non c’è gioia, può esserci tutto il resto delle cose – sicurezza materiale, potere, fascino, piacere fisico, appagamento emotivo e intellettuale, amicizie e conoscenze, riconoscimenti e apprezzamenti di ogni sorta… – ma non ci sarà mai l’incontro con chi sono, il flusso libero dell'energia, e quell’inconfondibile sapore che si percepisce quando i passi hanno un senso.

Mi fido della gioia. Non dei calcoli, non della paura. La strada giusta è quella dove il mio cuore si sente vivo. 

Camilla



📌 Notizie

Visita la sezione Video del blog.

Per altre riflessioni e approfondimenti, vieni a trovarci in Home Page.


📂 Dall'archivio







AAA Cercasi Guru Disperatamente
AAA Cercasi Guru Disperatamente
Come salvarsi l'anima, il portafogli e le mutande. Manuale pratico di sopravvivenza spirituale
Camilla Ripani
Compralo su il Giardino dei Libri



Oracolo del Maestro Interiore - Libro con Carte
Oracolo del Maestro Interiore – Libro con 56 Carte
Le carte di AAA cercasi guru disperatamente
Camilla Ripani
Compralo su il Giardino dei Libri


Commenti

Vincenzo ha detto…
Faccio un lavoro che all’inizio ho scelto per paura e mi ha fatto soffrire. Però mi ha aiutato a lavorare su me stesso anche se non è ciò che sento giusto per me. Sto provando a cambiare lavoro a piccoli passi. Il tuo articolo è molto ispirante e sento che c’è verità. Quindi mi e ti chiedo: dovrei abbandonare subito il mio lavoro visto che è stato scelto e mantenuto non con gioia ma con l’emozione della paura?
Camilla Ripani ha detto…
Ciao Vincenzo, innanzitutto desidero sfatare un mito: che una strada sia "sbagliata" in modo assoluto. Ogni strada, anche se è una deviazione, porta comunque un insegnamento, ci trasmette qualcosa di prezioso. Paradossalmente, a volte è proprio grazie alla scelta "sbagliata" che capiamo cosa è "giusto". Infatti, come dici tu, la tua strada ti ha comunque aiutato a lavorare su di te, perché evidentemente aveva un senso comunque prenderla, in relazione alle tue possibilità del momento. Per quanto riguarda l'abbandonare o meno il tuo lavoro, ti chiedo: tu oggi stai bene in questo lavoro (indipendentemente da come è cominciato), c'è comunque gioia, senti che puoi dare te stesso in qualche modo, ci sei tu, la tua autenticità... o vorresti fare altro, essere in un altro posto, esprimerti in modo diverso? Cosa dice la tua anima? È la risposta a queste domande che ti suggerirà se è opportuno o meno pensare di cambiare. Nel caso volessi cambiare, ti invito a usare il buon senso: non lasciare una situazione finché non hai attivato quella successiva. Conosco persone, per esempio, che continuano a portare avanti il loro vecchio lavoro (per pagare l'affitto, avere una vita dignitosa ecc.) e la sera invece studiano per formarsi in una nuova professione, verso la quale hanno l'intento di orientarsi. Questo costa fatica, presenza, impegno... ma se in quell'impegno c'è la gioia del muoversi verso possibilità più "vere", alla fine io credo ne valga la pena. Dunque ben venga la gioia e la vitalità, ma ben venga anche il buon senso e l'intelligenza di usare le proprie risorse mentali e operative per mettersi nella reale e concreta possibilità di fare il cambiamento (perché se uno finisce per strada, non farà che autoboicottarsi, mentre serve pianificare con intelligenza il "passaggio"). Ricapitolando, penso che laddove c'è gioia ci sia il desiderio dell'anima, e laddove c'è il desiderio dell'anima ci sia una possibilità concreta di riuscire. Ma non ci sono certezze, c'è solo il fatto che in noi scatta qualcosa per cui decidiamo di andare in quella certa direzione dove ci sentiamo più vivi... e allora ci diamo davvero da fare, usando tutti i mezzi a nostra disposizione, compresi quelli "operativi" per esempio relativi a una buona pianificazione :)

Post popolari in questo blog

Chiaroudienza: chiarezza nell'udire

Eccoci giunti alla quarta e ultima tappa sugli extra-sensi, ossia alla chiaroudienza .  La «chiarezza nell’udire» è il canale intuitivo che, come ci dice il nome stesso, predilige la via sonora, il senso dell’udito. Il chiaroudiente può avere la percezione di essere guidato durante le conversazioni e di ripetere frasi che in realtà gli vengono suggerite interiormente. Spesso dialoga mentalmente con se stesso, avvertendo quasi un botta e risposta tra e varie frasi. Sente una connessione con le piante e gli animali , ai quali parla spontaneamente. È anche particolarmente sensibile alle frequenze della musica e ai suoni in generale. A proposito di suoni, quelli percepiti dal chiaroudente possono essere di due tipi: suoni oggettivi, manifesti sul piano fisico, oppure suoni interiori, percepibili solo a lui. Per quanto riguarda le manifestazioni sonore esterne, possono presentarsi come sussurri, voci, canti o musiche , ed essere sentite tramite mezzi quali la radio oppure provenire da u

Ringraziare per il cibo

Da bambina non era raro trovarmi a delle tavolate dove si faceva una preghiera e si ringraziava per il cibo in tavola. Oggi questo non accade più. La maggior parte della gente ha perso l'abitudine di benedire e ringraziare per il cibo . Alcuni si lanciano sulle cibarie in tavola senza neanche aspettare che tutti gli amici e i parenti siano seduti. Non di rado accendono pure la tv per "farsi compagnia" o continuano a chattare con lo smartphone. Già tanto se si ricordano di masticare. Essere disattenti con ciò che mangiamo è solo l'inizio di una disattenzione più grande, quella che estendiamo alle emozioni e alle idee di cui ci nutriamo. Tutto ciò che entra in noi diventa parte di noi e andrebbe vagliato attraverso la nostra amorevole presenza . Per quanto mi riguarda, se c'è un'atmosfera agitata in cucina o se qualcuno accende la televisione, mangio con difficoltà e il pasto mi risulta più pesante o indigesto. Invece, quando l'ambiente è sereno e ac

Evolvere o ripetere

"Abbiamo sempre due scelte: evolvere o ripetere ". Hai mai sentito questa frase? Poche parole, ma efficaci nella loro verità: se non evolviamo, se non affrontiamo e superiamo i nostri limiti, saremo destinati a incontrarli di continuo. Non c'è altro modo di procedere sul cammino, se non andando avanti. Tornare indietro non è possibile, cercare di evitare le nostre montagne non è possibile. Se proviamo a cambiare strada, a prendere delle scorciatoie, a saltare le iniziazioni a cui siamo chiamati, prima o poi ci ritroveremo esattamente di fronte a ciò che abbiamo cercato di evitare. Quando nella nostra vita accade un certo problema o incontriamo un certo ostacolo in modo ricorrente , è perché ci sta chiamando, ci sta chiedendo di riconoscerlo e di trasformarci in colui o colei che può affrontarlo e andare oltre. Ognuno di noi ha le sue piccole e grandi prove, le sue eredità consegnate dall'esistenza. E non è mai per caso , non è mai per ingiustizia, anche se, a volte,

Vuoi avere successo? Fai quello che... non ti piace!

" Fai quello che ami e il successo verrà di conseguenza!" Sempre più spesso, negli ambienti di crescita personale o della spiritualità, sento questo consiglio... ma funziona proprio così? Io non credo! Fare quello che ami, infatti, potrebbe essere la più subdola delle trappole , bisogna allora che tu abbia le idee chiare per evitare di caderci dentro come una pera cotta. Personalmente, ho fatto esperienza di grandi crescite solo quando mi sono buttata a capofitto nel fare proprio quello che non volevo fare, ma che in un certo senso andava fatto. Vuoi dei risultati concreti? Vuoi fare un passo avanti? Allora fai quello che normalmente la gente non sarebbe disposta a fare: vai incontro al dolore , alla sofferenza, all'attrito! Solo in questa maniera puoi andare veramente avanti. Sì, lo so, la gente è frustrata perché vive una vita che non ama, fa un lavoro che detesta, e tante altre cose, che è costretta a subire per motivi economici e di altro tipo. E magari in

Non parlare di te

Non parlare di te e dei tuoi progetti sempre e con tutti, e meno che mai con chi in passato ha dimostrato mancanza di empatia nei tuoi confronti, anche se si tratta di conoscenti, amici o parenti. In questa nostra società, che presenta aspetti di violenza e narcisismo, alcune persone sono mosse verso di te perché spinte dall'apparenza, dalla curiosità o dalla voglia di interferire nel tuo cammino , ma oltre a questo non vi è da parte loro ascolto autentico, né presenza, né alcuna reale volontà di sostegno. Lo capisci dai fatti, eloquenti più di ogni parola. Lo capisci da come ti senti, solo o a disagio, dopo che hai confidato loro qualcosa. Allora, che fare? Impara a tacere, a non esporre la tua anima , a non far entrare qualcuno in casa solo perché ha bussato distrattamente alla tua porta o perché la vita gli ha assegnato un posto accanto a te. Metti quei confini che solo il silenzio sa ergere con maestria. È tuo dovere tacere per rispettare e proteggere prima di tutto





Acquista Online su SorgenteNatura.it