Quando lascio che i ragionamenti prevalgano sul sentire, quando permetto alle aspettative degli altri e delle voci ufficiali di avere il peso più grande, le risposte si allontanano.
Invece, quando presto attenzione a come mi sento, a come scorre la mia energia nelle cose che faccio, se si espande o si contrae, se provo piacere o mi sento a disagio, apro l’accesso a quella conoscenza interiore che non è stata appresa da nessuna parte, ma che mi porto dentro fin dalla nascita, e che sa quali sono i passi da compiere.
C’è un fattore, in particolare, che agisce come una bussola, come una luce che indica la via di uscita quando tutto intorno è oscurità. Questo fattore, questo elemento prezioso, è la gioia.
La gioia mi rivela se sto andando nella direzione della mia anima o se sto prendendo altre strane deviazioni.
Molti hanno perso il contatto con la gioia, soffocandola sotto il peso di oggetti e prospettive ristrette. Alcuni si dimenticano persino che esista la possibilità di gioire, un po’ come un muscolo che non viene più usato e quindi ci si scorda di averlo.
La gioia, per fortuna, è sempre in agguato dentro di noi, pronta a sussurrare in ogni istante storie di meraviglia e stupore. Dobbiamo solo risvegliarla, darle una possibilità, essere pronti a cogliere la sua frequenza, come quando eravamo bambini e ci veniva spontaneo sorridere e gioire per qualunque cosa, piccola o grande che fosse.
Cosa mi dà gioia adesso, durante la giornata, in generale? In quali situazioni, in quali contesti mi senti piena di vitalità, nel flusso, libera di essere e di manifestarmi così come sono?
Queste sono le domande che preferisco, che reputo importanti, perché da qui parte ogni senso, da qui nasce tutto quello che vale la pena esplorare.
La gioia ha molte sfumature. C’è la gioia immediata, quella che provo se un bimbo mi sorride, se mi passa davanti un’ape, se accade una simpatica coincidenza, se ripenso a ciò per cui sono grata.
A volte la gioia è proprio inaspettata: non avevo previsto di incontrarla, ma arriva e mi inonda, stupendomi, mentre faccio qualcosa di nuovo, di diverso, magari cominciato per caso… e allora faccio attenzione, perché quando c’è gioia c’è sempre l’anima che sussurra: “Per di qua, per di qua!”.
Esiste anche una gioia più lenta e profonda, quasi nascosta ma non per questo meno veritiera, anzi. Essa naviga sotterranea per poi emergere con i suoi tempi, come quando mi impegno per un progetto a cui tengo, portando avanti una passione, una visione: all’inizio provo fatica, incertezza, anche paura, ma pian piano sento la gioia crescere e ripagarmi di ogni sforzo.
C’è poi la gioia che non è gioia, ma solo una sua maschera, come alcune forme di felicità o di esaltazione dell’ego. Questo tipo di felicità ha bisogno di un motivo per manifestarsi, una situazione materiale, un appagamento emotivo, un riconoscimento di qualche tipo che arriva sempre dall’esterno… che però può essere temporaneo, se non drasticamente illusorio.
La vera gioia, invece, nasce dal percepire la bellezza intrinseca del mondo, degli altri e di me stessa; nasce dall’essere aderente alla mia chiamata, ai miei talenti o alla loro ricerca, indipendentemente da ciò che accade fuori o da chi li riconosce o meno.
Se la “felicità” fa rumore ed è eclatante, la gioia è più sottile, se pur densa, senza picchi né abissi, piena semplicemente del suo esserci. Quando la gioia sembra andare e venire è perché sono io ad andare e venire da me stessa, dalla mia autenticità, attirata e distratta da logiche illogiche o da scelte fatte senza amore. Ma la gioia è sempre lì, pronta ad avvolgermi ogni volta che, semplicemente, faccio spazio alla vita.
La gioia, ecco, ha tanti codici, tante vie che si intrecciano e si interconnettono con la mia unicità e con la missione del mio cuore. Se non c’è gioia, può esserci tutto il resto delle cose – sicurezza materiale, potere, fascino, piacere fisico, appagamento emotivo e intellettuale, amicizie e conoscenze, riconoscimenti e apprezzamenti di ogni sorta… – ma non ci sarà mai l’incontro con chi sono, il flusso libero dell'energia, e quell’inconfondibile sapore che si percepisce quando i passi hanno un senso.
Mi fido della gioia. Non dei calcoli, non della paura. La strada giusta è quella dove il mio cuore si sente vivo.
Camilla
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