Una scusa?
Se, come me, anche tu hai caratteristiche multipotenziali – sei cioè chiamato da direzioni differenti e hai più talenti, più voci, che vogliono esprimersi –, conoscerai bene la difficoltà di scegliere un percorso e renderlo "prioritario", perché nel farlo avverti come un senso di perdita verso quelle altre dimensioni che sono escluse dalla scelta.
Ma è proprio così? Scegliere significa rinunciare a pezzi di sé? O fa comodo pensarla in questa maniera?
Spesso iniziamo mille cose – mille libri, corsi, avventure – ma non le finiamo mai. Raccontiamo a noi stessi che siamo curiosi, attirati da tante direzioni perché sollecitati dal nostro essere multipotenziali, quindi non possiamo rinunciare a tutto ciò che ci chiama.
E se fosse, invece, una scusa per mascherare la nostra incapacità di focalizzarci, di impegnarci davvero e approfondire una strada?
Coinvolgere tutti i talenti
Senza nulla togliere alla nostra effettiva curiosità e voglia di esplorare lidi diversi, io credo che, se vogliamo prendere davvero sul serio il nostro essere multipotenziali, dobbiamo imparare a darci una priorità e a portare dentro di essa il resto dei nostri talenti.
Possiamo fare una stessa cosa in modi diversi, possiamo portare il nostro essere curiosi, creativi, quel nostro lato artistico o pratico, in qualunque azione. I talenti non hanno mai dei confini netti, ma si abbracciano e si incrociano. E le persone come noi, curiose e dai molteplici potenziali, lo sanno bene.
Ecco, puoi scegliere di approfondire una strada, senza per questo rinunciare alle altre parti di te: devi solo trovare un modo di coinvolgerle nel processo.
La vera rinuncia
Chiaramente, quando scegli un certo cammino, quando decidi di rendere consistente un sogno, significa che cominci a far girare le altre capacità intorno a esso. Fai comunque delle selezioni e organizzi le tue energie e priorità. Rinunci a una modalità per servirne un'altra.
La vera rinuncia, la perdita più grande, è quella a cui andresti incontro se continuassi a disperdere i tuoi intenti in molteplici situazioni, che rimangono aperte e mai vengono chiuse.
Quando eviti di approfondire una strada, quando non dai nessuna occasione di crescere e svilupparsi a uno dei tuoi talenti, ti condanni a restare in superficie, su un livello mediocre, dove ti racconti che fai contente un po’ tutte le parti di te ma, alla fine, ti ritrovi sempre più frustrato.
La crisi
Dicevamo che, come essere multipotenziale, hai le capacità di coinvolgere tutti i tuoi talenti, mettendoli al servizio della via scelta. Chi meglio di te, in realtà, può riuscirci? Chi meglio di te può mettere insieme abilità pratiche e artistiche? Sensibilità psicologiche e intelligenze matematiche? Paradossi irrisolti e ragionamenti logici? Prendila come una sfida creativa e mettiti all'opera!
L’importante, però, è che tu scelga davvero tra quelle possibilità che, almeno all’inizio, ti accendono e coinvolgono: il tuo cammino, il sogno, deve essere allineato alla tua autenticità e non alle aspettative degli altri.
Penserai, probabilmente, che a questo punto i giochi sono fatti e tutto filerà liscio. Ma non è così, perché la vita ha i suoi modi di metterti alla prova.
Ecco che, sebbene tu abbia intrapreso un cammino "autentico", d'un tratto ti ritroverai in crisi, con un forte senso di noia o di vuoto, e la tua scelta iniziale verrà messa a confronto con altre nuove e scintillanti idee che richiameranno l’attenzione, chiedendoti di abbandonare quanto iniziato.
Quello è il momento in cui dovrai combattere, in cui il tuo essere multipotenziale non ti aiuterà, perché ti sussurrerrà di continuo che esistono tante altre situazioni, molto più interessanti, e che tu non sei fatto per dedicarti a quell’unico percorso.
Balle. Tutte balle. La realtà è che non sei abituato a dedicarti con passione e disciplina a una strada, non lo hai mai fatto veramente e ora vuoi solo liberarti del "problema"; ti dici che quella strada non ti interessa più e vorresti mollare.
Mollare o combattere
Anche mollare è una scelta. Puoi mollare o puoi combattere. Combattere contro di te, contro quella dimensione di te che vorrebbe solo prendere e non ha mai imparato a dare. Dare cosa? Attenzione. Cura. Te stesso.
Non puoi andare veramente a fondo di un percorso se non sai dare.
All’inizio, quando tutto è nuovo, scintillante, interessante, tu stai prendendo: prendi energia, interesse, motivazione, desiderio. Respiri la magia dal sogno e quindi prendi da lui, giustamente. Anzi, ti dico: ogni volta che puoi torna al sogno e permettiti di farti ispirare da lui più che puoi.
Però, poi, arriva il momento in cui questo non basta più, in cui devi dare, dare al sogno, invece di prendere da lui.
Non è il momento di prendere
Anche il sogno ha bisogno di te, tanto quanto tu hai bisogno di lui.
A un certo punto, dunque, il sogno smetterà di darti e – prima di riprendere a donarti la sua magia e la sua motivazione – ti chiederà qualcosa in cambio. Ti chiederà di esserci per lui, di alzarti quella mattina e fare le cose anche se non hai voglia, di studiare, di fare quella ricerca, di fare quel tirocinio, di allenarti, di portare a termine quel dato impegno, di concentrarti e non rimandare le tue routine... Ti chiederà di fare i passi che devi compiere se pur è l’ultima cosa al mondo che vorresti fare.
Prima di tornare a ricevere un qualunque briciolo di motivazione e ispirazione dal sogno, ti verrà chiesto di dare, dare la tua vitalità, il tuo impegno, anche la tua noia, il tuo vuoto, il tuo combattimento interiore, dare quello che neanche hai.
Dovrai accettare che quello non è il momento di prendere, ma metterti nella posizione energetica del dare. Allora il sogno avrà una possibilità, allora tu stesso avrai la possibilità di andare avanti, di non mollare, di fare quel passo in più che non hai mai fatto, per andare in fondo a quel cammino.
Dipende da te
Non è che molli perché sei multipotenziale, ma molli perché hai solo preteso di prendere, senza donare niente in cambio.
La prossima volta che sentirai di aver perso la motivazione e ti ritroverai in crisi, rifletti sul fatto che forse è arrivato il momento di dare, di mettere per un attimo da parte la pretesa di sentirti "motivato", ma farti tu carico di quel sogno e portarlo sulle tue spalle per un po', per farlo riposare, per nutrirlo, per fargli dono di te.
Non sarà per sempre, perché al tuo dare seguirà il ricevere – quindi tornerà la passione, tornerà la motivazione – come al ricevere seguirà nuovamente la crisi e la necessità di dare, in un ciclo che, rinnovando se stesso, ti permetterà di scendere sempre più in profondità, di crescere davvero sulla via scelta.
Ma tutto dipende da te: farai la tua parte quando arriverà il momento di dare o asseconderai la voglia di prenderti energia altrove? Combatterai per il tuo sogno o per l’ennesima volta non porterai a termine ciò che hai iniziato?
Camilla
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