La verità, per quanto acclamata, è ciò che noi esseri umani temiamo di più.
Temiamo di chiamare le situazioni con il loro vero nome, di perdere i punti di riferimento, di scoprirci diversi da come ci eravamo immaginati, di ritrovarci in terre oscure e imprevedibili.
È questa paura a impedire il nostro aprirci alla verità, a trattenerci dal percepire cosa c'è davvero oltre il velo, a renderci facili prede dei manipolatori.
Preferiamo confortevoli bugie o accomodanti illusioni al pungente terrore che accompagna l'incontro con la verità, quella che non possiamo controllare, quella che non possiamo convincere o ingannare.
Una luce forte non può essere subito tollerata dalla vista. Gli occhi che escono dal buio devono adattarsi alle nuove condizioni. Così è anche per l'essere umano, che, prima di fondersi completamente con il Divino – la suprema verità –, ha bisogno di compiere il suo viaggio di ritorno attraversando fasi graduali.
Quello verso la verità è un viaggio lungo il quale impariamo a lasciar andare bagagli pesanti e che non servono più, ma questo richiede adattamento, richiede tempo. Il tempo compie così il suo sacro servizio di diluire il contatto con la verità, aiutandoci a tollerarla gradualmente, passo dopo passo, fino a quando non siamo in grado di assorbirla con ogni nostro atomo.
Dobbiamo fare attenzione, però, a non fermarci troppo a lungo nei passi che facciamo, nei porti che incontriamo, cosa che accade inevitabilmente quando ci dimentichiamo di noi invece di essere presenti nell'istante, quando ci facciamo sedurre da bugie rassicuranti invece di accogliere il mistero e le sue incertezze. Allora il tempo si dilunga oltre misura e può divorare vite intere.
Permettiamoci di perderci, di essere sconvolti dalla verità, qualunque essa sia, e allora la verità arriverà senza farci troppo aspettare, frantumando quella parte di noi che si era cristallizzata nell'illusione.
Non significa rinunciare agli affetti, a ciò che amiamo, alle aspirazioni, a quello che abbiamo costruito. Significa rinunciare al controllo, alla paura della rivelazione, all'accanirci nel tenere insieme quei pezzi che insieme però non stanno. Significa affidarci a qualcosa di più grande, che non è il salvatore di turno, ma è la natura profonda della nostra anima.
Non più condizionati dalla paura o dal timore di perdere qualcosa, diventiamo liberi di accogliere quella luce che inizialmente confonde gli occhi, ma mai l'anima.
Saremmo tutti più vicini all'amore e a ciò che è giusto se fossimo davvero disposti a incontrare la verità, invece di voltarle le spalle. La verità non ci porta via la nostra umanità, semmai ce la restituisce amplificata.
Camilla
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