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Accettare è la via


Ho scritto un lungo post, intenso e ispirato, sull'accettazione. Vi ho inserito intuizioni e appunti raccolti in vari momenti. E poi, per un errore del gestionale, invece di essere pubblicato, è stato cancellato. Tutto perso. Il post. Gli appunti. La soddisfazione di aver praticamente fatto una tesi di laurea sull'argomento. Puff! Un istante prima c'era, e un istante dopo non c'era più.

Forse il post si è cancellato per caso e basta, o forse era un segno, un invito, o così piace a me considerarlo. Invito per cosa? Proprio ad accettare... che non sempre tutto va come vuoi tu! Però puoi riprovarci, trovare un nuovo modo. E allora eccomi qui, ci riprovo, riscrivo il post, questa volta senza troppo pensare, così come viene.

Il tema dell'accettazione, in fondo, non può essere spiegato più di tanto. O cogli la sua essenza o non la cogli. Non si tratta di ragionarci sopra, si tratta di fare quel salto interiore che ti permette di vedere al di là delle apparenze e accorgerti di una possibilità diversa.

Rinunciare alla lotta

Accettare significa rinunciare alla lotta, non nel senso che rinunci alla tua passione, al tuo impegno, ma abbandoni l'andare "contro", non ti opponi più a quello che ti disturba, ne prendi semplicemente atto.  

Ci sono persone che non hanno mai conosciuto l'accettazione: passano la vita a combattere quello che incontrano, si lamentano, si oppongono, vanno contro gli altri, le situazioni. Quando vai contro qualcosa, alla fine ti fissi su di esso, cominci a vivere in funzione di questo scontro. Ciò che combatti finisce con l'assorbire la tua energia e la tua attenzione, impedendoti di scorgere altro, di crescere.

I confini delle aspettative, le proiezioni della paura, gli schemi limitanti del conflitto, il cortocircuito del dolore, hanno potere su di te fino a quando li combatti.

Appena rinunci a lottare contro la guerra e contro il dolore, permetti alla tua visione di discostarsi dal campo di battaglia e di cogliere altri elementi del paesaggio, che prima non riuscivi a vedere. Non si tratta solo di avere una diversa attenzione, ma di vibrare a una nuova frequenza. La tua frequenza cambia, lascia andare il controllo, si concede di aprirsi, e così facendo si sintonizza su nuove vie.

Accettare non è subire

Non credere che, se accetti, se smetti di combattere, non resta che subire. Accettare non è subire. Subire è cadere nel ruolo della vittima, è sprofondare nella passività, che porta al lamento, a disperdersi in mille pezzi mentre forze esterne e più grandi decidono per te.

Accettare, invece, ha una qualità attiva, che mantiene intatto il tuo amore e il tuo potere di essere chi sei. Accettare è frutto di una scelta, di una consapevolezza che nasce solo dall'essere integri, centrati, dal sapere che c'è una intelligenza più grande che dirige il gioco e che tu sei parte del suo mistero. Quando accetti, non subisci passivamente, ma scegli di riconoscere la realtà di ciò che è e di lasciargli il diritto di esistere.

Chi sei tu per decidere che qualcosa, qualunque cosa, non deve esistere? Chi sei tu per opporti e criticare ciò che, nella tua ottica, non va bene? Dunque, lascia che sia. Accetta. Permetti all'esistenza di essere tale.

E proprio perché lasci all'esistenza questa libertà di manifestarsi, scopri che, a tua volta, anche tu sei libero di essere te stesso e di manifestarti così come è nella tua intenzione fare.

Quando accetti, non subisci, ma scegli. Scegli di lasciare che tutto sia come vuole essere e non come vuoi tu. E questo ti fa accorgere che, nello spazio-tempo delle infinite possibilità, esistono tante altre strade, altre dimensioni, e che tu sei libero di cambiare rotta e sintonizzarti su di esse.

Attraversare il dolore

Certo, se ci sono dolori, ingiustizie, perdite, non è facile. Siamo tutti capaci di "accettare" ciò che è piacevole, mentre è meno facile accettare ciò che è oscuro, disfunzionale, penoso.

Eppure, con immenso amore e pazienza, puoi arrenderti a ciò che è, affidarti alla corrente, lasciare che la vita faccia il suo corso. Non è istantaneo, non è come premere un pulsante, spesso è un processo graduale, che si sviluppa nel tempo e nella coscienza, nel quale però puoi entrare in ogni istante.

I buddhisti dicono che per lasciarsi qualcosa alle spalle, bisogna prima attraversarlo. Credo che l'accettazione sia quella leva interiore che ti permette di attraversare quel qualcosa.

Finché non accetti, finché ti opponi, quell'esperienza o quel dolore rimane davanti a te, come un muro impenetrabile, inaffrontabile. Quando accetti l'esistenza di quel dolore, quando apri le braccia e ti arrendi alla sua realtà, accade che, dopo un primo momento di smarrimento per l'intensità che avverti, gli permetti di avvicinarsi, di toccarti fin nel midollo, e mentre fai ciò, lo attraversi. Sicché, un giorno, te lo ritrovi alle spalle, e tu sei libero di andare avanti.

Il vero guerriero accetta

Il vero guerriero è colui che dice sì alla vita. Non cerca la guerra, ma protegge la pace. E per farlo accetta la realtà, perché solo accettandola può vederla in tutti i sui frangenti, in tutte le sue reali necessità, e agire di conseguenza.

Se scende in battaglia, è prima di tutto con le parti di sé che ancora non ha accettato, per imparare ad attraversare i suoi dolori, le sue ferite, colmarle di amore e spianare la strada alla sua anima.

Il vero guerriero si nutre non di rabbia, astio o dolore, ma di aspirazione, visione, passione. Il suo scopo è aprire un varco verso un nuovo mondo, è costruire libertà più grandi, oltre le subdole schiavitù della paura e del rancore.

Il vero guerriero accetta e lascia andare mentre agisce e si mette al servizio, perché ha piena fiducia nella missione del suo cuore, e proprio per questo riesce a realizzarla.

Il potere costituito non ama i guerrieri, perché non può controllarli, per questo cerca di allevare gli esseri umani come vittime, prigionieri della rabbia, dello sconforto, di nemici illusori, di loop contorti e meschini che li rendono incapaci di accettare e quindi di essere liberi.

Dentro e fuori

Accettare comincia dall'accettare ciò che è dentro di te. Allora puoi accettare anche ciò che è fuori, e così permettere all'esterno di trovare la sua pace. Quante guerre ci sono che, in realtà, sono frutto delle nostre guerre interiori!

L'esterno è l'interno, è impossibile disgiungerli. L'accettazione agisce nel nostro mondo interiore e di conseguenza smuove gli eventi anche nel mondo esteriore, e viceversa.

Hai mai notato come, nel momento in cui accetti qualcosa, spesso la situazione cambi a tuo favore?

Quando ti metti in pace, quando lasci che sia, è come se dichiarassi all'universo che non hai bisogno che le cose là fuori mutino per poter essere te stesso; non hai bisogno che la realtà esterna si pieghi ai tuoi desideri, per andare a prenderti il tuo cuore.

Finché cerchi di controllare gli eventi e le situazioni, pensando di poter contare solo sul tuo sforzo o sulla fortuna, combatti tutto ciò che non rientra nei tuoi piani. Ma arriva il momento in cui ti arrendi, in cui lasci che quel che è, semplicemente, sia. Fai sempre la tua parte, ma non sei attaccato ai risultati. Realizzi che sei un tassello di un disegno più grande e che il tuo compito principale non è capire o controllare ogni cosa, ma trovare il tuo posto, il tuo senso.

Nell'accettare quello che puoi cambiare, e quello che non puoi cambiare, il bello e il brutto, la luce e l'ombra, è come se dicessi: "Io sono io a prescindere, io sono nel mio centro a prescindere, io sono nell'amore a prescindere... a prescindere da come sono le cose là fuori!"

Accade allora che l'universo ti faccia raggiungere ciò che non cerchi più, ma che una volta desideravi affannosamente. Ora che non ne hai più bisogno, esso ti viene servito su un piatto d'argento. È perché hai imparato la lezione, la lezione che tutto quello di cui necessiti è già dentro di te.

Non significa che le relazioni e le soddisfazioni esterne non contino, ma che il senso di chi tu sei, il fulcro del tuo esserci, appartiene a te e nessuno può portartelo via. 

Accettare è la via

Accettare è la via che ti porta all'amore, quando hai accettato di averlo perso.

Accettare è la ricchezza che colma la tua coppa, quando hai accettato che rimanga vuota.

Accettare è la porta che ti catapulta in un nuovo mondo, quando hai accettato di restare in quello vecchio.

Accettare è la forza che ti porta a cambiare, quando hai accettato che non cambierai.

Accettare è il mistero che ti catapulta oltre, quando hai accettato di vivere qui e ora.

Camilla




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