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Non confondere il bene con il buonismo



I ricercatori spirituali sanno che il mondo è un grande specchio che riflette ciò che è dentro di loro, per questo, quando desiderano cambiare la realtà, si impegnano a cambiare prima di tutto loro stessi.

Ciò, tuttavia, a volte crea fraintendimenti: alcuni, nel sottolineare come il mondo metta in scena il nostro interno, sembrano avallare certi comportamenti disfunzionali degli altri, perché tanto "sono solo lo specchio di quello che ci appartiene".

La consapevolezza di come le nostre luci e le nostre ombre modellino l'esistenza non implica affatto che dobbiamo restare passivi di fronte a quello che non va; implica, semmai, una profonda presa di responsabilità unita all'azione più appropriata.

Proprio perché sappiamo di essere co-creatori della realtà, dobbiamo oltrepassare il sentirci vittime e attivarci nei fatti di ogni giorno. Se il nostro mondo interiore è il massimo fattore creativo, è altrettanto vero che esso si estrinseca attraverso le nostre azioni. Non solo quello che pensiamo e proviamo genera i semi che poi germoglieranno là fuori, ma anche quello che facciamo.

È altresì importante non giudicare. Ogni santo ha alle spalle una vita da peccatore, per questo giudicare chi si comporta "male" non ha senso. Giudicare non significa che però evitiamo di fare delle valutazioni e di prendere le nostre scelte, ma le facciamo in serenità e coscienza.

Lo sguardo rimane volto all'evoluzione e al bene collettivo, lontano da quel sentimento di dualismo e superiorità che molti provano quando puntano il dito verso le altrui manchevolezza, convinti di non avere niente a che fare con esse e con gli eventi che incontrano, e quindi di non avere alcuna partecipazione nella loro manifestazione. 

"Sapere" che il mondo è uno specchio ci rende in realtà più attivi, più pronti a cogliere i suoi segnali e i suoi suggerimenti per tradurli in azioni concrete.

Se una persona ti provoca malessere, ti consuma, ti prende energia, se ogni volta ti ritrovi nella peggiore versione di te dopo averla incontrata, è vero che probabilmente ti sta mostrando il riflesso di una parte di te... ma cosa significa esattamente? Che allora la "colpa" è tua? Che devi lasciarla agire liberamente? Che tutto quello che devi fare è scandagliare il tuo interno per trovare quella parte di te che si manifesta attraverso di lei?

Abbiamo detto che dobbiamo prenderci la responsabilità delle nostre situazioni perché, in qualche modo, le co-creiamo, quindi non siamo mai vittime – semmai siamo in un ruolo di vittima – e abbiamo sempre il potere di cambiare le cose, di uscire da quel film. In che modo? Facendo azioni concrete.

Per esempio, un'azione concreta potrebbe essere quella di arginare la persona in questione, per riprenderti il diritto (e il dovere) di occupare gli spazi che ti appartengono e manifestare la tua luce. Poi – mentre fai questo – puoi anche lavorare alchemicamente, cercando di integrare le energie "fastidiose" che quella persona rappresenta, cercandole dentro di te.  

Se ti ritrovi in una relazione (amorosa, ma anche amicale o lavorativa) così disfunzionale o difficile da credere di non avere alternative, ricordati che è solo una storia che ti racconti: spesso siamo noi a trattenerci dentro le situazioni e a non voler correre il rischio di rompere un certo schema.

Non dico che sia facile, ma – quando non sei più disposto a subire maltrattamenti o a restare in uno stato di vittimismo, quando riconosci davvero che hai un potere creativo che è oltre ogni apparenza – non c'è ricatto che possa trattenerti e cominci a escogitare una "evasione".

La consapevolezza di essere uno con tutti gli esseri, e che non c'è ombra là fuori che non ti appartenga, non può e non deve trasformarsi nella scusa per rimanere dove il veleno ti sta intossicando, sperando che una "riflessione" interiore – piuttosto che un'azione esteriore – cambi le cose.

In realtà, più sei consapevole che nulla accade per caso e che tutto è connesso, più sei chiamato ad agire nell'amore... e agire nell'amore comincia dal rispettare te stesso, dal mettere i giusti confini, per difendere ciò che va difeso, il che è l'opposto dell'immolarti sull'altare di chi vampirizza la tua luce.

Non confondere il bene con il buonismo, la luce con ciò che appare, l'essenziale con ciò che non ha profondità, la dimensione interiore con le strategie di fuga mentali. Cerca pure i tuoi specchi nel mondo, perché il mondo ti parla di te, e questo è straordinario, ma non esitare a fare quello che va fatto, perché spesso sono proprio le azioni a dare consistenza alla nostra interiorità.
 
Camilla



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