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Domani è un altro giorno



Sono più in silenzio del solito. L'attenzione è altrove. Sto orientando le forze, riorganizzando le energie. Mi fermo, e preparo nuove partenze.

In questo rallentare, qualcuno vede segnali di un mio malessere che in realtà non è tale, quindi immagino  sia l'eco di un suo proprio disagio... Cosa fare quando gli altri decidono di inserirci in storie che non ci appartengono? Cosa fare quando il nostro lasciar andare, il nostro mutare, disturba chi non sa cambiare?

Risposta: niente. Non ha senso cercare di mostrare noi stessi a qualcuno che ha scelto di convincersi di una versione ristretta della realtà e, a quella, aderire senza appello. Possiamo, semmai, osservare, mettere distanza, cogliere l'occasione per tornare sulla strada che è nostra davvero.

Ecco, ho la mia strada, ho il mio silenzio, il mio spazio vuoto nel quale nuotare. Altro che malessere. Direi – piuttosto – riposo, respiro, rinascita, scelta, nuove consapevolezze che germogliano.

Sono un po' triste, forse, per quello che lascio alle spalle, per le pagine che chiudo, per le valigie che più non servono, ma che tanto mi hanno dato. Allo stesso modo, però, mi sento leggera, viva, per la promessa di meraviglia fatta da ciò che ancora non è, ma che sarà.

Non mi interessa spiegare, perché i fatti si spiegano da soli, il cuore si spiega da solo. Se proprio tengo in considerazione una spiegazione, è quella data dalla vita stessa, dal diventare chi sono, dallo scegliere il mio destino, dal far emergere (finalmente) ciò che è rimasto occultato per troppo tempo.

Le illusioni prima o poi cadono. Una per una. Basta avere pazienza, basta andare oltre, basta chiudere gli occhi e perdere il contatto con i confini di ciò che appare. E poi, in quella cieca oscurità, accorgersi di ciò che da lontano – e da vicino – illumina la direzione. E seguirlo.

Buona notte! Domani è un altro giorno!

Camilla




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