Per qualche strano meccanismo di sopravvivenza, coloro che abitano in una gabbia a un certo punto si attaccano a essa come fosse un’estensione del loro essere. Alla sola idea di uscirne provano un senso di inquietudine, temono di abbandonare una parte di sé e, quando finalmente le porte della gabbia si aprono, esitano, fanno resistenza. Oltre le porte di ogni gabbia c’è la fine di ciò che è stato fino a quel momento , c’è un mondo ignoto, ma non tutti hanno l’ardire di esplorarlo. Gabbie sono i propri attaccamenti. Gabbie sono le credenze oramai stantie. Gabbie sono le decisioni prese per paura. A un certo punto bisogna aprire la porta e uscirne. E gabbie sono i nostri corpi quando non servono più, quando è il momento della liberazione , allora l’universo offre il suo dono di libertà, apre la porta della gabbia e richiama a sé, nella fauci del suo mistero, lo spirito vitale che abitava la forma. Chi resta a guardare, chi resta al di qua delle sbarre, chiama tutto ciò morte perché i s...