Ho riportato queste straordinarie parole di Gesù perché trascendono ogni luogo e ogni tempo, così come si addice a ogni maestro di alchimia, e racchiudono in pochi passi importanti insegnamenti spirituali. Vediamole più in dettaglio.
"Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi" è il monito a riconoscere ciò che ha valore e a collocarlo nel suo giusto posto.
Amore non è buttarsi via, sacrificio non è rinuncia. Amore è magnetismo e unione. Sacrificio è la capacità di educare parti di sé affinché si trasmutino in qualcosa di più elevato. Se diamo la nostra luce a persone o situazioni che la buttano via, violiamo l'ordine universale e rendiamo un cattivo servizio alla vita.
Dare "le perle ai porci" è sinonimo di mancanza di coscienza per se stessi e per gli altri. La persona cosciente e che agisce il giusto discernimento sa come impiegare le proprie energie senza sprecarle, sa come annaffiare ciò che può crescere, e darà agli altri ciò di cui hanno bisogno in relazione a quello che possono ricevere.
"Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge ed i Profeti" cosa significa?
La grande vita universale nella quale siamo immersi – il cosmo intero – è governata da leggi che ne testimoniano l'intelligenza; si tratta di leggi divine, ben più grandi di quelle umane. In base a queste leggi, riceviamo solo quando doniamo, prendiamo solo quando lasciamo andare, siamo appoggiati solo quando appoggiamo. E non può essere diversamente in quanto, a livello sottile, tutti gli uomini sono parte di un'unica grande anima: quello che un uomo fa a un altro, nel bene e nel male, in realtà lo fa a una parte di se stesso, e prima o poi dovrà confrontarsi con il frutto delle sue azioni.
"Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa; quanto stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e quanto pochi sono quelli che la trovano!". Questo passaggio è stato interpretato nel corso dei secoli in diverse maniere, anche per giustificare giudizi moralistici... Per quanto mi riguarda, esso è semplicemente l'invito a scegliere ciò che è giusto rispetto a ciò che, sul momento, potrebbe sembrare più facile o più comodo.
Non sempre riusciamo a riconoscere ciò che è giusto, ma se restiamo aperti, lontano dal giudizio e dai preconcetti, e prestiamo attenzione alle reazioni della nostra interiorità, ci mettiamo senz'altro sulla strada per riconoscere e accogliere quei "sì" o "no" interiori che – quando uditi – non ci lasciano altra scelta che assecondarli.
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