Da bambina non era raro trovarmi a delle tavolate dove si faceva una preghiera e si ringraziava per il cibo in tavola. Oggi questo non accade più.
La maggior parte della gente ha perso l'abitudine di benedire e ringraziare per il cibo. Alcuni si lanciano sulle cibarie in tavola senza neanche aspettare che tutti gli amici e i parenti siano seduti. Non di rado accendono pure la tv per "farsi compagnia" o continuano a chattare con lo smartphone. Già tanto se si ricordano di masticare.
Essere disattenti con ciò che mangiamo è solo l'inizio di una disattenzione più grande, quella che estendiamo alle emozioni e alle idee di cui ci nutriamo. Tutto ciò che entra in noi diventa parte di noi e andrebbe vagliato attraverso la nostra amorevole presenza.
Per quanto mi riguarda, se c'è un'atmosfera agitata in cucina o se qualcuno accende la televisione, mangio con difficoltà e il pasto mi risulta più pesante o indigesto. Invece, quando l'ambiente è sereno e accogliente, e soprattutto quando ringrazio per il cibo, l'esperienza cambia completamente.
Esprimo gratitudine verso gli ingredienti stessi già quando li tiro fuori dal frigo per cucinarli. Infine, quando tutto è pronto, ringrazio e offro il mio pasto attraverso una preghiera. Offrire a chi? Al Cielo, alle guide d'amore, a Dio, al Divino, a un maestro, a chiunque rappresenti per noi un principio di sacralità, anche alla vita stessa.
La preghiera che uso non è niente di complicato, si tratta più che altro di poche parole accompagnate dal giusto intento. Ecco alcuni esempi:
... Buon appetito e grazie!
La maggior parte della gente ha perso l'abitudine di benedire e ringraziare per il cibo. Alcuni si lanciano sulle cibarie in tavola senza neanche aspettare che tutti gli amici e i parenti siano seduti. Non di rado accendono pure la tv per "farsi compagnia" o continuano a chattare con lo smartphone. Già tanto se si ricordano di masticare.
Essere disattenti con ciò che mangiamo è solo l'inizio di una disattenzione più grande, quella che estendiamo alle emozioni e alle idee di cui ci nutriamo. Tutto ciò che entra in noi diventa parte di noi e andrebbe vagliato attraverso la nostra amorevole presenza.
Per quanto mi riguarda, se c'è un'atmosfera agitata in cucina o se qualcuno accende la televisione, mangio con difficoltà e il pasto mi risulta più pesante o indigesto. Invece, quando l'ambiente è sereno e accogliente, e soprattutto quando ringrazio per il cibo, l'esperienza cambia completamente.
Esprimo gratitudine verso gli ingredienti stessi già quando li tiro fuori dal frigo per cucinarli. Infine, quando tutto è pronto, ringrazio e offro il mio pasto attraverso una preghiera. Offrire a chi? Al Cielo, alle guide d'amore, a Dio, al Divino, a un maestro, a chiunque rappresenti per noi un principio di sacralità, anche alla vita stessa.
La preghiera che uso non è niente di complicato, si tratta più che altro di poche parole accompagnate dal giusto intento. Ecco alcuni esempi:
- Grazie per questo cibo. Lo offro alla vita con tutto il mio cuore.
- Siano benedetti tutti gli esseri grazie ai quali io posso nutrirmi e sia benedetto questo pasto, che porti salute e gioia al mio corpo e alla mia anima.
- Ringrazio il Divino per il cibo che è sulla mia tavola e sulla tavola di tutti coloro che ne hanno bisogno.
... Buon appetito e grazie!
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