La sera quando arrivo a casa spesso mi sento sopraffare dalla stanchezza. Appena varco la soglia avrei solo voglia di spalmarmi sul divano davanti a Netflix. E non parliamo di tante altre situazioni dove rimando i compiti e mi metto in moto solo quando sono vicina alle scadenze... Sono bravissima a trovare ogni scusa per non fare quello che va fatto, ma proprio per questo ho collaudato un trucco per salvarmi dalla procrastinazione. Il trucco si chiama "solo per cinque minuti".
Entro in casa e mi dico "Ok, ora metto via la giacca, la borsa del lavoro e la spesa... solo per 5 minuti. Poi, dopo, farò come mi pare. In fondo, cosa sono cinque minuti?". Allora imposto il timer della cucina, quello che fa "tic tic tic..." (è più suggestivo) e comincio a fare velocemente quanto stabilito con me stessa. Incredibile ma vero, in soli cinque minuti riesco a mettere tutto a posto.
Poi vedo che ci sono i piatti nel lavandino da mettere via, e poiché nel frattempo mi è aumentata la motivazione, decido che posso sistemarli, tanto è "solo per cinque minuti".
Qualunque sia il compito scelto, lo scopo è fare tutto entro cinque minuti, rinunciando a ogni forma di perfezionismo. La mia mente si sente sempre molto sollevata quando le prometto che occuperò le mie energie solo per cinque minuti, così mi lascia fare le cose senza interferire più di tanto.
Il bello di questa tecnica è che ti mette subito a contatto con la soddisfazione di aver raggiunto un obiettivo, per quanto piccolo possa essere. È facile, allora, che dopo i primi compiti, io decida di continuare con altri perché mi sento più leggera e motivata. Così finisco con pulire la casella email, fare una lavatrice, segnare le spese della giornata, archiviare i documenti arretrati e cose del genere. Però lo decido sempre cinque minuti alla volta.
Poi, sembra incredibile, ma in cinque minuti si possono comunque fare un sacco di cose. L'ho scoperto facendolo! Il segreto è muoversi il più velocemente possibile, abbandonare ogni pretesa di perfezionismo e smettere di fare quel compito specifico appena scade il tempo, così come pattuito con noi stessi.
Vediamo meglio in quali casi usare il trucco dei cinque minuti:
1) Per fare un solo compito di cinque minuti al giorno. Serve a tirarsi fuori da una situazione di stallo e riprendere fiducia, o anche per fissare i semi di una nuova abitudine. Ricordo quando tanti anni fa mi avvicinai alla meditazione ma l'idea di starmene seduta senza far niente per mezz'ora ogni mattina mi faceva spesso procrastinare, allora mi imposi di meditare solo cinque minuti al giorno, e così mi avvicinai alla pratica senza troppe resistenze.
2) Per fare compiti più lunghi, dividendoli in sotto-compiti da cinque minuti. L'ideale è cercare sempre di differenziare i compiti in qualche modo. Per esempio, non penso che avrò bisogno di 5+5+5 minuti per sistemare l'armadio (tre compiti uguali), ma che nei primi cinque minuti sistemerò le camicie come obiettivo; poi nei secondi cinque sistemerò sciarpe e calzini; e infine negli ultimi cinque minuti il compito sarà di occuparmi dei pezzi di sotto come gonne e pantaloni (quindi in pratica tre obiettivi diversi).
3) Per darsi l'energia per iniziare. Anche se ho bisogno di più tempo per fare una certa cosa, prometto a me stessa che mi impegnerò solo per i primi cinque minuti e che, se passati quei minuti non avrò voglia di continuare, allora smetterò. Diciamo che nove volte su dieci continuo senza problemi. So che, qualora non avessi voglia di continuare, sono pienamente autorizzata a smettere e non mi giudicherò per questo. Capita anche che con mio stupore riesca a terminare in cinque minuti certi compiti che avevo ritenuto erroneamente più impegnativi.
Il mio cervello si sente sempre rigenerato dalla sensazione di aver raggiunto un obiettivo, anche se piccolo, ecco perché in genere, quando suona il timer, avverto una sensazione di piacere e dunque la voglia di riviverla (magari facendo proprio un altro compito da cinque minuti).
Chiaramente il sistema si presta a combinazioni infinite, sta a noi adattarlo alle nostre esigenze e magari usare un pizzico di fantasia per affrontare situazioni differenti.
Camilla
P. S. Lunedì 27 novembre 2017 ci sarà un nuovo incontro di Filosofia e Spiritualità condotto da me e Daniele Palmieri. Ci ritroviamo a Milano, presso Anima Edizioni in Corso Vercelli 56, alle ore 19:00 (ingresso gratuito). In questa serata il dibattito verterà sul tema della meraviglia, una dimensione interiore preziosa e incontenibile, alla base di ogni scoperta e tensione verso l'assoluto... Ti aspettiamo!
Entro in casa e mi dico "Ok, ora metto via la giacca, la borsa del lavoro e la spesa... solo per 5 minuti. Poi, dopo, farò come mi pare. In fondo, cosa sono cinque minuti?". Allora imposto il timer della cucina, quello che fa "tic tic tic..." (è più suggestivo) e comincio a fare velocemente quanto stabilito con me stessa. Incredibile ma vero, in soli cinque minuti riesco a mettere tutto a posto.
Poi vedo che ci sono i piatti nel lavandino da mettere via, e poiché nel frattempo mi è aumentata la motivazione, decido che posso sistemarli, tanto è "solo per cinque minuti".
Qualunque sia il compito scelto, lo scopo è fare tutto entro cinque minuti, rinunciando a ogni forma di perfezionismo. La mia mente si sente sempre molto sollevata quando le prometto che occuperò le mie energie solo per cinque minuti, così mi lascia fare le cose senza interferire più di tanto.
Il bello di questa tecnica è che ti mette subito a contatto con la soddisfazione di aver raggiunto un obiettivo, per quanto piccolo possa essere. È facile, allora, che dopo i primi compiti, io decida di continuare con altri perché mi sento più leggera e motivata. Così finisco con pulire la casella email, fare una lavatrice, segnare le spese della giornata, archiviare i documenti arretrati e cose del genere. Però lo decido sempre cinque minuti alla volta.
Poi, sembra incredibile, ma in cinque minuti si possono comunque fare un sacco di cose. L'ho scoperto facendolo! Il segreto è muoversi il più velocemente possibile, abbandonare ogni pretesa di perfezionismo e smettere di fare quel compito specifico appena scade il tempo, così come pattuito con noi stessi.
Vediamo meglio in quali casi usare il trucco dei cinque minuti:
1) Per fare un solo compito di cinque minuti al giorno. Serve a tirarsi fuori da una situazione di stallo e riprendere fiducia, o anche per fissare i semi di una nuova abitudine. Ricordo quando tanti anni fa mi avvicinai alla meditazione ma l'idea di starmene seduta senza far niente per mezz'ora ogni mattina mi faceva spesso procrastinare, allora mi imposi di meditare solo cinque minuti al giorno, e così mi avvicinai alla pratica senza troppe resistenze.
2) Per fare compiti più lunghi, dividendoli in sotto-compiti da cinque minuti. L'ideale è cercare sempre di differenziare i compiti in qualche modo. Per esempio, non penso che avrò bisogno di 5+5+5 minuti per sistemare l'armadio (tre compiti uguali), ma che nei primi cinque minuti sistemerò le camicie come obiettivo; poi nei secondi cinque sistemerò sciarpe e calzini; e infine negli ultimi cinque minuti il compito sarà di occuparmi dei pezzi di sotto come gonne e pantaloni (quindi in pratica tre obiettivi diversi).
3) Per darsi l'energia per iniziare. Anche se ho bisogno di più tempo per fare una certa cosa, prometto a me stessa che mi impegnerò solo per i primi cinque minuti e che, se passati quei minuti non avrò voglia di continuare, allora smetterò. Diciamo che nove volte su dieci continuo senza problemi. So che, qualora non avessi voglia di continuare, sono pienamente autorizzata a smettere e non mi giudicherò per questo. Capita anche che con mio stupore riesca a terminare in cinque minuti certi compiti che avevo ritenuto erroneamente più impegnativi.
Il mio cervello si sente sempre rigenerato dalla sensazione di aver raggiunto un obiettivo, anche se piccolo, ecco perché in genere, quando suona il timer, avverto una sensazione di piacere e dunque la voglia di riviverla (magari facendo proprio un altro compito da cinque minuti).
Chiaramente il sistema si presta a combinazioni infinite, sta a noi adattarlo alle nostre esigenze e magari usare un pizzico di fantasia per affrontare situazioni differenti.
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