La Legge dell'Attrazione ci dice che l'atteggiamento mentale è determinante nella creazione della nostra realtà.
Bisogna considerare che il nostro atteggiamento mentale è formato dai pensieri coscienti, ma anche da quelli semi-coscienti (o automatici) e da quelli di cui ignoriamo l'esistenza (totalmente nascosti perché inconsci). Quest'ultimi possono essere molto grandi e potenti, arrivando a condizionarci profondamente, e spiegano anche perché, se all'apparenza abbiamo pensieri costruttivi, non riusciamo più di tanto a sbloccarci dalle situazioni.
In genere riesco a individuare i pensieri nascosti grazie a degli episodi "esterni". Quando qualcosa o qualcuno mi ferisce nel profondo, mi metto alla ricerca di una risonanza interna perché, anche se sul momento non la vedo, so che la troverò. Quello che trovo, puntualmente, è un insieme di pensieri e credenze di cui non ero consapevole ma che sono collegati all'evento esterno.
Faccio un esempio per spiegarmi meglio. Mettiamo che qualcuno critichi in modo esagerato e aggressivo un tuo errore e che ciò ti lasci profondamente esterrefatto, soprattutto perché in genere sei una persona attenta e che si prende cura delle cose, per cui ti si attiva in te anche un certo senso di ingiustizia.
Ascoltando il tuo dialogo interno, potresti accorgerti che a farti male non è tanto la critica in sé, i modi della persona o il senso di ingiustizia vissuto, ma il fatto che tra i tuoi pensieri alberga la credenza – se pur irrazionalissima – di meritare quel trattamento.
Altre credenze che potrebbe riaccendersi a seguito della brutta critica ricevuta potrebbero essere la paura di essere abbandonato e rifiutato, o pensare di non riuscire a essere apprezzato nella tua vita per essere destinato a ricevere solo opposizioni e critiche.
Non stai soffrendo perché qualcun altro ti ha puntato il dito contro, ma perché in realtà lo stai facendo tu stesso verso di te.
Le critiche esterne fanno male perché ti mostrano il dolore che ti provoca il tuo critico interiore, cioè quella dimensione di giudizio e di non perdono che agisci verso di te e che ti fa sentire immeritevole di amore. Più questo critico ha padronanza del tuo mondo interiore, e più ti ritrovi a subire (per non dire attrarre) le critiche dall'esterno, quando invece potresti valutarle in modo più distaccato e magari andare semplicemente oltre.
La soluzione? Non partire in quarta attribuendo agli eventi esterni la causa del tuo malessere. Certo, gli eventi spiacevoli esistono, ma quando senti di entrare in una sofferenza ricorrente e di perdere il tuo potere, volgi lo sguardo al tuo interno e cerca quei pensieri nascosti che si sono alleati e riconosciuti nella negatività esterna e che probabilmente stanno condizionando la tua vita da sempre. È dentro di te che devi risolvere il problema. È dentro di te che devi ricucire l'amore che hai perso di vista e che hai erroneamente creduto di non meritare.
Camilla
Bisogna considerare che il nostro atteggiamento mentale è formato dai pensieri coscienti, ma anche da quelli semi-coscienti (o automatici) e da quelli di cui ignoriamo l'esistenza (totalmente nascosti perché inconsci). Quest'ultimi possono essere molto grandi e potenti, arrivando a condizionarci profondamente, e spiegano anche perché, se all'apparenza abbiamo pensieri costruttivi, non riusciamo più di tanto a sbloccarci dalle situazioni.
In genere riesco a individuare i pensieri nascosti grazie a degli episodi "esterni". Quando qualcosa o qualcuno mi ferisce nel profondo, mi metto alla ricerca di una risonanza interna perché, anche se sul momento non la vedo, so che la troverò. Quello che trovo, puntualmente, è un insieme di pensieri e credenze di cui non ero consapevole ma che sono collegati all'evento esterno.
Faccio un esempio per spiegarmi meglio. Mettiamo che qualcuno critichi in modo esagerato e aggressivo un tuo errore e che ciò ti lasci profondamente esterrefatto, soprattutto perché in genere sei una persona attenta e che si prende cura delle cose, per cui ti si attiva in te anche un certo senso di ingiustizia.
Ascoltando il tuo dialogo interno, potresti accorgerti che a farti male non è tanto la critica in sé, i modi della persona o il senso di ingiustizia vissuto, ma il fatto che tra i tuoi pensieri alberga la credenza – se pur irrazionalissima – di meritare quel trattamento.
Altre credenze che potrebbe riaccendersi a seguito della brutta critica ricevuta potrebbero essere la paura di essere abbandonato e rifiutato, o pensare di non riuscire a essere apprezzato nella tua vita per essere destinato a ricevere solo opposizioni e critiche.
Non stai soffrendo perché qualcun altro ti ha puntato il dito contro, ma perché in realtà lo stai facendo tu stesso verso di te.
Le critiche esterne fanno male perché ti mostrano il dolore che ti provoca il tuo critico interiore, cioè quella dimensione di giudizio e di non perdono che agisci verso di te e che ti fa sentire immeritevole di amore. Più questo critico ha padronanza del tuo mondo interiore, e più ti ritrovi a subire (per non dire attrarre) le critiche dall'esterno, quando invece potresti valutarle in modo più distaccato e magari andare semplicemente oltre.
La soluzione? Non partire in quarta attribuendo agli eventi esterni la causa del tuo malessere. Certo, gli eventi spiacevoli esistono, ma quando senti di entrare in una sofferenza ricorrente e di perdere il tuo potere, volgi lo sguardo al tuo interno e cerca quei pensieri nascosti che si sono alleati e riconosciuti nella negatività esterna e che probabilmente stanno condizionando la tua vita da sempre. È dentro di te che devi risolvere il problema. È dentro di te che devi ricucire l'amore che hai perso di vista e che hai erroneamente creduto di non meritare.
Camilla
Ricomincio da Me Amore, Gratitudine, Non Giudizio, Perdono, Benedizione Giovanna Garbuio Compralo su il Giardino dei Libri |
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