Ok, ha ceduto. Il perfezionismo ha perso! E ora ve la siete cercata. Brevi, molto brevi (tutto è relativo, eh), spesso senza immagini… e più frequenti. Ecco le caratteristiche dei prossimi post!
Ho così tante idee da trasmettere, che spesso non so da dove cominciare. La mia "mente umana" è troppo limitata per organizzare in maniera sistematica tutti questi contenuti! Ho la casa sommersa da appunti, diari, fogli… Studi, canalizzazioni, ispirazioni… Se solo mi assomigliate un po', nell'indagare l'invisibile e nella voglia di crear ponti con questa realtà (anche) tramite l'arte delle parole, allora mi capirete.
Ecco, se lascio fare al perfezionismo, incontro muri insormontabili!
Oggi voglio parlare di equilibrio. Questa parola così importante è la chiave per il superamento dei problemi e per vivere al meglio.
In certe dottrine metafisiche si dice che l'umanità appartiene al Quarto Raggio che è anche chiamato il raggio della "armonia tramite conflitto". Ognuno di noi è caratterizzato da vari raggi o energie, che lo colorano nella personalità e nei valori, tuttavia essendo che siamo parte dell'umanità, dobbiamo comunque confrontarci molto da vicino con il Quarto Raggio, cioè con l'imparare a sviluppare armonia ed equilibrio, superando il conflitto.
Non solo, il Quarto Raggio è anche il raggio degli "aspiranti spirituali", di coloro cioè che cercano di orientare la propria vita in base a valori più alti e luminosi... poiché spesso si ritrovano nel bel mezzo di una battaglia fra l'anima e la personalità!
"Armonia tramite conflitto" è una espressione che racchiude tutto il cammino dell'essere umano: questi salta da un polo all'altro, di vita in vita, fino a che a un certo punto (si spera…) si ferma nel mezzo (Buddha lo diceva, no?), e da lì smette di oscillare. In altre parole si pone in una posizione di equilibrio. Non si tratta di una posizione assoluta e statica, poiché il punto di mezzo si adegua di volta in volta in base alle situazioni.
Se la dualità è rappresentata da due punti, il punto di mezzo, che si pone al centro e in alto sopra di essi, è il terzo polo con cui formare i vortici di un triangolo equilatero. "Tre" non a caso è il numero sacro che simbolicamente permette di trascendere la dualità.
Dal punto di vista pratico, come si costruisce l'equilibrio?
L'equilibrio è un'attitudine interiore che va coltivata giorno dopo giorno. Qualcuno è aiutato da un terreno famigliare, qualcun altro un po' meno, ma a nessuno è preclusa la possibilità di costruire equilibrio. Si può partire dalle piccole cose, e poi man mano allargare questa qualità anche a situazioni più grandi.
C'è l'equilibrio nel mangiare, nel dedicarsi a un'attività lavorativa, a un hobby, nel frequentare le persone, nell'educare i propri pensieri, nell'usare le proprie energie e il proprio tempo...
L'equilibrio ci aiuta a dare il meglio in ogni campo, a costruire risultati. Non a caso mi piace definire l'equilibrio come "amore in azione".
Tra gli ostacoli più grandi, oltre a quello evidente di una società che ci immerge in un ambiente fortemente squilibrato, vi è la mancanza di volontà, l'abbandonare noi stessi rinunciando alla costruzione di una disciplina (scelta da noi, mica imposta dagli altri!), spesso per appagare istantaneamente e compulsivamente ogni "desiderio"... senza magari sentire se è davvero ciò che vogliamo, se davvero ci porterà più vicino a noi stessi…
In questo momento per me equilibrio significa rinunciare al perfezionismo per scegliere una via di azione.
Rinunciare a qualcosa, quindi, per potermi muovere e far crescere ciò che è essenziale.
E ogni volta che ci riesco, il sapore non è quello di una rinuncia, ma di una conquista.
Buona vita!
Commenti
sei in piena rivoluzione spirituale? :)
Attenta che l'equilibrio è un'arma a doppio taglio... Ogni tanto è bello lasciarsi traviare dalla follia!
Un abbraccio!
Manuel
"Oddio ho raggiunto l'equilibrio, devo stare attento a non perderlo."
E l'equilibrio diventa immobilità, mentre la vita è continua trasformazione. E' come camminare su una corda: devi trovare l'equilibrio per stare in piedi, ma poi devi camminare sulla corda. L'equilibrio è solo il primo passo, ma non ci si deve fermare ad esso.
E' un salto di follia, dire: "Ok, ora sono in equilibrio, sulla mia corda. Ora devo mettere a rischio quell'equilibrio nel tentativo di fare un passo in avanti."
E lo mettiamo a rischio davvero, perché dobbiamo alzare un piede e stare "in equilibrio" su un piede solo, fino a quando non riusciamo ad appoggiare l'altro nuovamente.
E' una follia che può togliere energie... L'importante è che siano energie spese nella giusta direzione :)
L'equilibrio è bello, ed è fondamentale per rimanere su. La follia è però necessaria, per metterci a rischio e farci andare avanti sulla nostra corsa.
(Dopo tante parole, mi rendo conto che più o meno diciamo la stessa cosa ;)
Un abbraccio
Manuel