Pochi di noi hanno ancora il dubbio se ci sia un'accelerazione in corso. Nella nostra vita e nella vita delle persone attorno a noi vediamo accadere, in modo sempre più frequente, problemi di ogni tipo.
Ma anche soluzioni di ogni tipo.
Il cambiamento non è mai stato così protagonista come in questi ultimi anni, in questi ultimi mesi. Opporsi a esso è sempre più difficile, e chi lo fa, cercando di trattenere cose e situazioni, viene travolto in un modo o nell'altro.
Questo è il tempo della scelta, scelta tra il fluire e l'opporsi, tra il Sì e No.
Restare nel mezzo, con i Forse, Bho, Non mi riguarda... non sembra più possibile.
Non è più possibile perdere coscienza, perdere tempo. Perché equivale a perdere noi stessi.
L'accelerazione vibrazionale che stiamo vivendo porta i nodi al pettine. Lo stiamo vedendo a livello collettivo, dove sempre più meccanismi occulti vengono portati alla luce, denunciando istituzioni e politici corrotti.
A livello personale, molti di noi stanno affrontando le proprie ombre, volenti o nolenti.
Non c'è da spaventarsi, è che l'Anima ha deciso di fare le pulizie in casa, e così sposta mobili rotti e vecchi armadi di ricordi e abitudini che non servono più, di memorie incancrenite che vanno rese al passato, di paure che è tempo di sciogliere e restituire all'inferno.
Noi italiani, poi, siamo chiamati a una sfida davvero importante: quella dell'unità. L'Italia deve costruire il suo sentimento di unità così come ciascun italiano deve imparare a creare unità dentro se stesso e di riflesso intorno a sé.
La mia insegnante Umberta dice che il primo requisito che i Maestri chiedono agli Aspiranti non è l'amore, bensì la responsabilità. Perché la responsabilità è ciò che permette a una persona di essere un punto di riferimento per se stessa e quindi per il gruppo di cui è parte. Se non c'è responsabilità, non può esserci niente altro. Così, anche per costruire unione, ci vuole responsabilità.
Aggiungo che tutti coloro che si sentono minacciati da parole come responsabilità, equilibrio, disciplina... forse dovrebbero sentirsi più minacciati da un mondo che crolla, dal non essere padroni di se stessi, dall'ubbidire agli automatismi che sono stati indotti nel loro essere.
Io adoro disobbedire, e ritengo che la disobbedienza più grande sia quella di disobbedire alla cultura in cui siamo cresciuti, che ha soffocato i nostri talenti, che ci ha indottrinato e resi schiavi attraverso paure e ansie, che ci ha diseducato all'armonia, ai ritmi della crescita, alle sfide dell'ignoto, alla bellezza delle stelle.
Ma anche soluzioni di ogni tipo.
Il cambiamento non è mai stato così protagonista come in questi ultimi anni, in questi ultimi mesi. Opporsi a esso è sempre più difficile, e chi lo fa, cercando di trattenere cose e situazioni, viene travolto in un modo o nell'altro.
Questo è il tempo della scelta, scelta tra il fluire e l'opporsi, tra il Sì e No.
Restare nel mezzo, con i Forse, Bho, Non mi riguarda... non sembra più possibile.
Non è più possibile perdere coscienza, perdere tempo. Perché equivale a perdere noi stessi.
L'accelerazione vibrazionale che stiamo vivendo porta i nodi al pettine. Lo stiamo vedendo a livello collettivo, dove sempre più meccanismi occulti vengono portati alla luce, denunciando istituzioni e politici corrotti.
A livello personale, molti di noi stanno affrontando le proprie ombre, volenti o nolenti.
Non c'è da spaventarsi, è che l'Anima ha deciso di fare le pulizie in casa, e così sposta mobili rotti e vecchi armadi di ricordi e abitudini che non servono più, di memorie incancrenite che vanno rese al passato, di paure che è tempo di sciogliere e restituire all'inferno.
Noi italiani, poi, siamo chiamati a una sfida davvero importante: quella dell'unità. L'Italia deve costruire il suo sentimento di unità così come ciascun italiano deve imparare a creare unità dentro se stesso e di riflesso intorno a sé.
La mia insegnante Umberta dice che il primo requisito che i Maestri chiedono agli Aspiranti non è l'amore, bensì la responsabilità. Perché la responsabilità è ciò che permette a una persona di essere un punto di riferimento per se stessa e quindi per il gruppo di cui è parte. Se non c'è responsabilità, non può esserci niente altro. Così, anche per costruire unione, ci vuole responsabilità.
Aggiungo che tutti coloro che si sentono minacciati da parole come responsabilità, equilibrio, disciplina... forse dovrebbero sentirsi più minacciati da un mondo che crolla, dal non essere padroni di se stessi, dall'ubbidire agli automatismi che sono stati indotti nel loro essere.
Io adoro disobbedire, e ritengo che la disobbedienza più grande sia quella di disobbedire alla cultura in cui siamo cresciuti, che ha soffocato i nostri talenti, che ci ha indottrinato e resi schiavi attraverso paure e ansie, che ci ha diseducato all'armonia, ai ritmi della crescita, alle sfide dell'ignoto, alla bellezza delle stelle.
Commenti
Scusa Camilla, ma lo devono sapere tutti!
In Valle è stato votato il primo referendum propositivo della storia d'Italia, contro l'inceneritore che la cricca di potere voleva costruire!
I Valdostani sono andati a votare, contro i partiti che da noi sono peggio della mafia.
Ecco il cambiamento in atto!
Il popolo si riprende ciò che è suo!
Oggi sono felice! Felice di essere Valdostano e felice di essere Italiano!
Ti voglio bene Camilla!
Oggi voglio bene al mondo intero!
Sono tanto felice!
Viva la Valle d'Aosta!
Manuel (Valdostano finalmente fiero di esserlo!)
Però ci sono anche delle occasioni in cui la vita chiede di prendere una posizione, anche nelle piccole cose, allora lì dobbiamo fare una scelta. Sarà il buon senso a dirci quando ciò è possibile.
Sono tante le persone che silenziosamente si stanno preparando a essere pronte. Al momento giusto, agiranno, lo so!
Stai certo che non potranno fermarci tutti quanti.
Un abbraccio