L'Italia è una nazione giovane, che ancora deve imparare a essere unita. Chi nasce in Italia spesso ha come "compito animico" quello di lavorare sull'unità (a ogni livello). L'anima degli italiani, infatti, è collegata con l'anima del Bel Paese.
L'unità si sviluppa prima di tutto dentro di noi: restando saldi di fronte a qualunque situazione e sviluppando un senso di responsabilità.
Il primo requisito richiesto all'aspirante spirituale non è l'amore, ma la responsabilità - come mi ha ricordato la mia insegnante (la guaritrice Umberta Favre). Senza responsabilità, infatti, non è possibile creare nessuna base, nessuna costruzione.
La responsabilità si impara, ed è strettamente connessa alla presenza. Nello stato di non-presenza la responsabilità perde forza e lascia il terreno alle forze involutive.
Il primo vero atto di responsabilità è l'educazione di se stessi.
Educare non significa andare contro, ma offrire in sacrificio la nostra energia focalizzata per ottenere in cambio un ampliamento della coscienza, e quindi una maggiore capacità di servire il piano dell'anima.
Educare se stessi è l'atto più rivoluzionario e generatore di nuove realtà che si possa intraprendere.
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