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L'io selvaggio



Qualunque sia la direzione da cui proveniamo, qualunque siano i traumi e le prove che hanno segnato il cammino, dentro ciascuno di noi esiste un sentire autentico, un "io selvaggio", legato alla natura profonda ed essenziale del nostro essere, che conosce la verità del nostro cuore e che si accorge dei predatori e degli alleati.

Per motivi culturali, di educazione e altro, siamo spessi indotti a trascurare questo sentire, fino a dimenticarci della sua esistenza; allora ci tuffiamo in scenari illusori, ci raccontiamo storie che non sono nostre e facciamo entrare i predatori in casa, scoprendoci insicuri di fronte alla vita.

Il supporto e la guida dell'io selvaggio sono essenziali, poiché esso conosce istintivamente la strada per attraversare il bosco.

La prossima volta che avverti un segnale interiore, anche sottile, sia esso un disagio o una gioia, drizza i sensi e attiva il fiuto: è sicuramente il tuo io selvaggio che sta cercando di farti accorgere di qualcosa.

Il serpente è simbolo di conoscenza e di sapienza. La donna - il "lato femminile", l'io istintivo, il sesto senso - è colei che ha il coraggio di "conoscere". Grazie all'alleanza fra la donna e il serpente, l'anima può fare l'esperienza del mondo materiale e acquisire conoscenza. Nei secoli la religione ha tramandato tuttavia un'altra versione della storia (o meglio del mito), cercando di far sentire la donna "colpevole" per la sua "curiosità" e il suo sentire, e così facendo ha anche depotenziato il collegamento con l'io selvaggio. L'io selvaggio, infatti, conosce la differenza fra il bene e il male, quindi sa fare le sue scelte in modo autonomo e non si fa condizionare dai ricatti e dalle lusinghe. Un uomo o una donna lontani dal proprio io selvaggio hanno necessariamente bisogno di qualcuno che dica loro cosa fare, prestandosi così a essere perfetti consumatori di scientismo e religione.


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