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63. Il terzo polo

La natura dell'elettricità ricorda molto quella della realtà. Sul dualismo polo negativo-polo positivo si muove tutta la materia: le due polarità creano le condizioni per il movimento e la generazione di energia. Così è anche per la nostra esistenza: il tempo è scandito dal giorno e dalla notte, i cicli della natura da un momento di maggior espansione e uno di minore, la creazione dall'incontro fra aspetti maschili e femminili, la vita stessa dalle pulsioni che si generano tra luce e ombra...


A proposito di "ombra"... e se questa fosse semplicemente l'altro "polo" necessario a farci muovere verso la direzione della nostra coscienza?
Impieghiamo tantissima energia ad occultare a noi stessi e agli altri i nostri difetti e quello che reputiamo negativo in noi. Condanniamo però senza esitare il male nel mondo, perché dolorosamente assonante con il nostro lato oscuro... "Lottiamo" contro la lotta, e non ci rendiamo conto che il conflitto più doloroso è quello dentro di noi. E non può essere diversamente, perché ogni volta che si agisce al di fuori delle leggi della Natura, non può che prodursi disequilibrio e dolore.

Se, quindi, la Natura è duale... perché vogliamo sopprimere un aspetto della sua dualità? Cercando di negare l'esistenza del "polo negativo" non facciamo che andare contro l'evoluzione stessa. Diamo paradossalmente spazio all'ombra, perché ogni volta che si reprime qualcosa, in realtà la si rafforza.

Il lato oscuro è necessario alla luce, e quale potente iniziatore permette alla nostra coscienza di muoversi verso una maggiore espansione... Non perdiamo tempo a combattere contro il lato oscuro. Indaghiamo invece l'ipotesi che il "motore" della nostra coscienza potrebbe funzionare come "l'elettricità": sfrutta la polarità negativa e positiva della materia.

Se sviluppiamo un terzo polo - un punto di equilibrio al di sopra del contrasto fra i due estremi - da una parte rispettiamo la natura della realtà, e dall'altra ci spostiamo man mano verso un "piano superiore".

In ogni situazione, piccola o grande che sia, quando c'è un aspetto duale che crea conflitto, dobbiamo pensare che questo può essere trasceso individuando un terzo punto, che ci porta fuori dalla linea "di scontro" creata dai due poli. Le applicazioni? Infinite! Si pensi alle esigenze di due persone o situazioni diverse che devono venirsi incontro... Si pensi a quello che noi stessi vorremmo fare e che poi, invece, riusciamo a fare: imparare a mediare tra le due realtà - senza condannare l'una o l'altra - significa  imparare a creare il terzo punto, l'equilibrio.

Simbolicamente parlando è il passaggio dalla "linea" al "triangolo". L'essenza della crescita spirituale è infatti individuare questo terzo polo di equilibrio, e applicarlo nella realtà, fino a che non costituisca una qualità integrata in noi. A quel punto avremo dato un ulteriore impulso alla nostra coscienza, e saremo pronti per sfide più "audaci".

Così, tutto parte dalla dualità e tutto è possibile grazie alla dualità stessa... dalla dualità produciamo coscienza, modifichiamo quello che è, e generiamo nuovi tipi di energia.

Smettiamo di combattere l'ombra... Troviamo il modo, invece, di trasformare il conflitto... Mettiamoci alla ricerca del nostro equilibrio, il terzo polo. Con Intelligenza, Amore e Volontà!

Questa è la via dell'Anima verso l'Anima più grande... perché essa non ha come obiettivo quello di "abbattere" il polo negativo e farci vivere nella "luce" (e con questa affermazione deluderò delle persone o ne farò irritare altrettante) ma bensì di sviluppare la nostra consapevolezza il più possibile. Come? Mettendoci nelle "migliori" condizioni (che per la personalità può tradursi anche in "peggiori conflitti") per "imparare a triangolarizzare" cioè a creare il terzo polo!

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