La scorsa settimana sono entrata in un parco che non avevo mai visitato. Faceva caldo e avevo bisogno dell'ombra degli alberi per trovare un po' di ristoro. Dopo pochi passi, ho provato una sensazione di disagio. Non sapevo se fosse per l'afa, per le piante incolte e trascurate che ferivano il mio sguardo, o per il fatto che qualcuno stesse gridando in un megafono da qualche parte. Continuando a camminare, la sensazione di disagio permaneva. Ho deciso di ignorarla e di sedermi sotto un albero.
Dopo meno di un'ora, ero già di ritorno a casa, piena di fastidiose punture di insetti.
La tentazione, a cui ho ceduto durante i primi minuti, è stata quella di lamentarmi. Anche perché i bozzi provocati dalle punture erano davvero grossi e temevo di dover andare al pronto soccorso.
"Ecco, lo sapevo, dovevo ascoltare il disagio!" mi sono detta.
In realtà, ogni problema, grande o piccolo che sia, porta sempre un insegnamento. Quindi, dopo un profondo respiro, mi sono chiesta: "Cosa mi vuole insegnare questo piccolo incidente?"
E poi è sorta spontaneamente una risposta, anche se si è presentata nella forma di un'altra domanda: "Perché non hai ascoltato quella voce interiore che si manifesta come disagio?"
Già, perché? ... E' perché avevo fretta di soddisfare i miei bisogni.
Avevo la necessità di trovare ristoro e, per cercare di assecondare questo bisogno, ho messo a tacere il disagio, che invece voleva avvertirmi che quello non sarebbe stato un luogo "riposante" e sarebbe stato più opportuno cercare un altro parco.
La dinamica non è per nulla diversa da situazioni ben più importanti che possono riguardare la scelta di un lavoro o di un partner: in gioco ci sono dei bisogni e, nel cercare di soddisfarli, spesso si ignorano tutta una serie di segnali... Solo alla fine, dopo diverse vicende, ci si ritrova a dire: "Lo sapevo! Dovevo ascoltare quella sensazione!"
Avere bisogni o desideri è naturale e ciò non rappresenta mai il problema. Il problema è semmai il tempo e il modo in cui vogliamo soddisfarli: subito e con la prima situazione che si mostri utile a tal scopo! E se ci sono sensazioni di disagio, ovviamente, le cancelliamo istantaneamente dalla nostra coscienza!
Magari vorremmo amare ed essere amati, e spinti da tale bisogno ci attacchiamo come avvoltoi alla prima persona che abbia la parvenza di un partner, sottovalutando altre importanti sue caratteristiche, come il suo mondo di valori e in che maniera li mette in pratica (cosa che richiede un certo tempo di osservazione). Oppure abbiamo il bisogno di sentirci apprezzati, e allora diamo attenzione a persone che in quel momento ci lusingano, ma che hanno dei secondi fini... E così via.
In tutte queste situazioni ci sono sempre dei segnali, delle piccole avvisaglie che, a guardarle con occhio distaccato e senza la fretta della compulsione, si rivelerebbero come cartelli premonitori che indicano un percorso più che accidentato. Ma noi, ostinati nel perseguire i nostri "desideri", ignoriamo quel piccolo e stupido disagio, e percorriamo la strada fino in fondo, fino a farci male.
Eppure il disagio - quel qualcosa che "non quadra" - è lì proprio per aiutarci. Il disagio ci rivela che quello non è il modo, il luogo o il tempo giusto per raggiungere i nostri scopi, e ci invita a guardare a vie più "vere" per noi, libere da attaccamenti, da decisioni prese per pigrizia o per senso di colpa.
Nuovamente memore di questo piccolo grande insegnamento (a volte si dimentica l'ovvio!), per me essenziale visto che sto attraversando un periodo fatto di bivi ravvicinati, sono tornata a casa felice e contenta, e ho ringraziato i fastidiosi insetti per avermi ricordato di ricordarmi di me stessa (scusate il gioco di parole) e quindi di non sottovalutare mai un segnale.
Dentro di noi, a ben vedere, è racchiuso un importante sistema di guida allineato con l'intento della nostra anima. Questo sistema di guida ci manda dei segnali che corrispondo in un certo senso al semaforo verde e rosso, che sono rispettivamente la gioia e il disagio.
Gioia e disagio sono dimensioni interiori che non sono mai distaccate dalla fisiologia, ecco allora che trovano corrispondenza nel modo in cui respiriamo, nella sensazione di pesantezza o leggerezza che ci prende allo stomaco, nel sentirci più o meno carichi di energia, e così via.
Se ascoltiamo le sensazioni nel nostro corpo, ritroviamo i segnali che ci indicano la strada giusta per noi. Diversamente, qualunque strada ci donerà comunque un insegnamento... ma avendo un sistema di guida, perché non utilizzarlo?
Attenzione: disagio e gioia sono sensazioni molto sottili. Non si impongono mai alla coscienza in modo eclatante o imperioso (anche se può capitare, ma non è il modo usuale).
Accadono in un piccolo spazio dentro l'infinito del nostro essere. Per ascoltarli, dobbiamo imparare a far tacere il rumore della mente e l'ansia delle emozioni.
Com'è finita, poi, con le fastidiose punture?
Non so se sia stata la gratitudine verso gli insetti (perché mi avevano ricordato di prestare attenzione al sistema di guida interiore), ma dopo poche ore i bozzi provocati dalle punture erano quasi spariti.
Se vi capita di essere punti, potete provare anche voi: non inveite contro mosche, ragni o zanzare (tutto ciò cui andate contro, aumenta; è una legge di Natura!) ma ringraziateli comunque, sforzandovi di trovare dei lati positivi alla situazione (la gratitudine fa miracoli...).
Se volete, in aggiunta, potete lenire le punture con del gel di aloe, tea tree oil oppure olio di neem (o usare una miscela di questi tre ingredienti insieme), che a casa mia non mancano mai: sono davvero ottimi per tutti i vari problemi di pelle.
Dopo meno di un'ora, ero già di ritorno a casa, piena di fastidiose punture di insetti.
La tentazione, a cui ho ceduto durante i primi minuti, è stata quella di lamentarmi. Anche perché i bozzi provocati dalle punture erano davvero grossi e temevo di dover andare al pronto soccorso.
"Ecco, lo sapevo, dovevo ascoltare il disagio!" mi sono detta.
In realtà, ogni problema, grande o piccolo che sia, porta sempre un insegnamento. Quindi, dopo un profondo respiro, mi sono chiesta: "Cosa mi vuole insegnare questo piccolo incidente?"
E poi è sorta spontaneamente una risposta, anche se si è presentata nella forma di un'altra domanda: "Perché non hai ascoltato quella voce interiore che si manifesta come disagio?"
Già, perché? ... E' perché avevo fretta di soddisfare i miei bisogni.
Avevo la necessità di trovare ristoro e, per cercare di assecondare questo bisogno, ho messo a tacere il disagio, che invece voleva avvertirmi che quello non sarebbe stato un luogo "riposante" e sarebbe stato più opportuno cercare un altro parco.
La dinamica non è per nulla diversa da situazioni ben più importanti che possono riguardare la scelta di un lavoro o di un partner: in gioco ci sono dei bisogni e, nel cercare di soddisfarli, spesso si ignorano tutta una serie di segnali... Solo alla fine, dopo diverse vicende, ci si ritrova a dire: "Lo sapevo! Dovevo ascoltare quella sensazione!"
Avere bisogni o desideri è naturale e ciò non rappresenta mai il problema. Il problema è semmai il tempo e il modo in cui vogliamo soddisfarli: subito e con la prima situazione che si mostri utile a tal scopo! E se ci sono sensazioni di disagio, ovviamente, le cancelliamo istantaneamente dalla nostra coscienza!
Magari vorremmo amare ed essere amati, e spinti da tale bisogno ci attacchiamo come avvoltoi alla prima persona che abbia la parvenza di un partner, sottovalutando altre importanti sue caratteristiche, come il suo mondo di valori e in che maniera li mette in pratica (cosa che richiede un certo tempo di osservazione). Oppure abbiamo il bisogno di sentirci apprezzati, e allora diamo attenzione a persone che in quel momento ci lusingano, ma che hanno dei secondi fini... E così via.
In tutte queste situazioni ci sono sempre dei segnali, delle piccole avvisaglie che, a guardarle con occhio distaccato e senza la fretta della compulsione, si rivelerebbero come cartelli premonitori che indicano un percorso più che accidentato. Ma noi, ostinati nel perseguire i nostri "desideri", ignoriamo quel piccolo e stupido disagio, e percorriamo la strada fino in fondo, fino a farci male.
Eppure il disagio - quel qualcosa che "non quadra" - è lì proprio per aiutarci. Il disagio ci rivela che quello non è il modo, il luogo o il tempo giusto per raggiungere i nostri scopi, e ci invita a guardare a vie più "vere" per noi, libere da attaccamenti, da decisioni prese per pigrizia o per senso di colpa.
Nuovamente memore di questo piccolo grande insegnamento (a volte si dimentica l'ovvio!), per me essenziale visto che sto attraversando un periodo fatto di bivi ravvicinati, sono tornata a casa felice e contenta, e ho ringraziato i fastidiosi insetti per avermi ricordato di ricordarmi di me stessa (scusate il gioco di parole) e quindi di non sottovalutare mai un segnale.
Dentro di noi, a ben vedere, è racchiuso un importante sistema di guida allineato con l'intento della nostra anima. Questo sistema di guida ci manda dei segnali che corrispondo in un certo senso al semaforo verde e rosso, che sono rispettivamente la gioia e il disagio.
Gioia e disagio sono dimensioni interiori che non sono mai distaccate dalla fisiologia, ecco allora che trovano corrispondenza nel modo in cui respiriamo, nella sensazione di pesantezza o leggerezza che ci prende allo stomaco, nel sentirci più o meno carichi di energia, e così via.
Se ascoltiamo le sensazioni nel nostro corpo, ritroviamo i segnali che ci indicano la strada giusta per noi. Diversamente, qualunque strada ci donerà comunque un insegnamento... ma avendo un sistema di guida, perché non utilizzarlo?
Attenzione: disagio e gioia sono sensazioni molto sottili. Non si impongono mai alla coscienza in modo eclatante o imperioso (anche se può capitare, ma non è il modo usuale).
Accadono in un piccolo spazio dentro l'infinito del nostro essere. Per ascoltarli, dobbiamo imparare a far tacere il rumore della mente e l'ansia delle emozioni.
Non so se sia stata la gratitudine verso gli insetti (perché mi avevano ricordato di prestare attenzione al sistema di guida interiore), ma dopo poche ore i bozzi provocati dalle punture erano quasi spariti.
Se vi capita di essere punti, potete provare anche voi: non inveite contro mosche, ragni o zanzare (tutto ciò cui andate contro, aumenta; è una legge di Natura!) ma ringraziateli comunque, sforzandovi di trovare dei lati positivi alla situazione (la gratitudine fa miracoli...).
Se volete, in aggiunta, potete lenire le punture con del gel di aloe, tea tree oil oppure olio di neem (o usare una miscela di questi tre ingredienti insieme), che a casa mia non mancano mai: sono davvero ottimi per tutti i vari problemi di pelle.
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