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Illuminare l'ombra

Ci sono delle parti di noi che nascondiamo al mondo e che, più spesso di quanto si creda, nascondiamo soprattutto a noi stessi.

Se hai un pizzico di coraggio, la capacità di metterti in discussione e la pazienza di seguirmi in questo viaggio, vieni con me: ti porterò alla scoperta dei tuoi volti nascosti.

Tutto ebbe inizio in un tempo più o meno lontano, quando eri molto piccolo ed eri nei tuoi primi anni di vita. A un certo punto un genitore, qualcuno a te caro o qualcuno da cui dipendevi ti criticò, dicendoti che eri troppo vivace, fragile, bugiardo, disattento, ingenuo, emotivo, vendicativo, rabbioso, ficcanaso, grasso, stupido, del sesso sbagliato o chissà cos’altro, facendoti sentire indegno d’amore.

Il dolore di scoprirti imperfetto e la paura di essere rifiutato a causa di questa imperfezione era qualcosa che non potevi tollerare pertanto – spinto dal profondo bisogno che ogni bambino ha di essere amato incondizionatamente – escogitasti un modo per prendere distanza dalla tua parte imperfetta: le dicesti «tu non mi appartieni», rinnegando la sua esistenza. Naturalmente fu un atto inconscio, una decisione legata al tuo istinto di sopravvivenza.

Nascondere qualcosa, tuttavia, non implica automaticamente che smetta di esistere. Ciò che nascondesti a te stesso trovò rifugio in un angolo oscuro del tuo essere chiamato «ombra». L’ombra è formata da tutti quei contenuti psichici da cui hai preso distanza e che hai rimosso dalla tua memoria perché troppo dolorosi o destabilizzanti.

Essa è invisibile alla tua coscienza, ma è tutt’altro che inerte o innocua dato che, come vedremo meglio fra poco, si intreccia continuamente nella trama della tua vita, condizionandola nel profondo.

L’ombra ti spinge a indossare una maschera

Ciò che metti nell’ombra ti spinge a indossare una maschera che rappresenta il suo opposto.

Ipotizziamo che da bambino tu abbia ricevuto delle critiche perché facevi «come ti pare» e che, per sopravvivere al dolore del rifiuto, tu abbia messo nell’ombra il tuo lato disobbediente. In un certo senso è come se avessi reagito dicendo a te stesso: «Non è vero che sono disobbediente, e ora lo dimostrerò…» Così, crescendo, ti sei «impegnato» a costruire una personalità compiacente, che asseconda le richieste degli altri, anche a scapito di te stesso.

Se nell’ombra metti la tua emotività, cercherai di sviluppare una personalità razionale, che controlla ogni cosa. Se nell’ombra metti la tua debolezza, cercherai di mostrarti sempre più forte e aggressivo. E così via. Gli esempi possono essere infiniti, ma in ogni caso ciò che rinneghi ti spinge a mostrare al mondo il suo opposto per mascherare i difetti che temi di possedere. Si tratta di un meccanismo talmente inconscio e profondo, che potresti passare la vita ad assecondarlo senza sapere di farlo.

Che tu ne sia consapevole o meno, in ogni caso l'ombra ti spinge a indossare la maschera che rappresenta il suo opposto. E, finché la indosserai, non potrai mai sentirti appagato e felice. Come puoi esser felice, infatti, se non ti dai il permesso di essere pienamente, autenticamentete e liberamente te stesso?

L'ombra coglie ogni occasione per rivelarsi

Per quanto tu faccia di tutto per tenere nascosta l’ombra, quest’ultima trova sempre il modo per rivelare la sua esistenza, in genere approfittando dei momenti di stress o quando la coscienza è distratta e allenta il controllo. Ecco che la persona più calma del mondo d’improvviso mostra tutta la sua rabbia profonda; la persona intelligente fa qualcosa di ingenuo o stupido; chi si prodiga nella generosità pretende di essere servito e riverito; e il compiacente diviene intollerante e burbero… Sono i tentativi dell’ombra di mostrarsi, di prendere uno spazio che le è stato negato fin dal principio.

L’ombra si allea con i tuoi nemici

La tua ombra riesce a farsi notare da alcune persone in particolare, in genere da quelle che desiderano ostacolarti o limitare la tua crescita, alle quali essa mostra le tue paure più profonde.
Indipendentemente dalle tue azioni o dalla tua buona volontà, queste persone non esiteranno ad accusarti di essere stupido, egoista, prepotente, poco attraente o qualunque altra cosa tu abbia rinnegato in te stesso e che l’ombra suggerisce loro.

Puoi considerare queste persone come dei nemici da abbattere oppure come i portavoce dell’ombra che hai rinnegato: costoro ti mostrano quanto è doloroso vivere con un dito puntato contro di te, e chissà se mai ti accorgerai che tale dito è il tuo.

L’ombra usa la malattia

A volte l’ombra usa la malattia per rivelare la sua natura. Per esempio, quando si ammala qualcuno che ha indossato la maschera dell’accondiscendenza (e che ha messo nell’ombra il proprio senso di ribellione), questi potrebbe trovarsi «costretto» dalla mancanza di salute a dire di no alle richieste degli altri, quando prima avrebbe detto sempre di sì.

Altro esempio: chi mette nell’ombra il proprio sentimento di inferiorità, sviluppando come maschera un senso di superiorità verso gli altri, potrebbe ritrovarsi costretto dalla malattia a mostrare il suo lato più ripugnante, impotente e bisognoso.

L’ombra si mostra in ciò che giudichi

Alcune persone criticano gli altri per i difetti che sono loro ad avere per prime. Accade perché sono aspetti che appartengono alla loro ombra, quindi avendoli rinnegati non li riconoscono come propri, però li riconoscono negli altri.

Come visto, l’ombra è quella parte di te che hai fortemente giudicato e con la quale non vuoi avere niente a che fare. Proprio per questo motivo, quando incontri una persona che ricorda le caratteristiche della tua ombra, avverti verso di lei un istintivo senso di repulsione.

La mente di superficie cercherà di convincerti che hai ragione a disprezzare certi comportamenti o peculiarità altrui, perché sono «oggettivamente negativi». Eppure, se ci pensi bene, non tutte le persone ti infastidiscono o turbano allo stesso modo: alcune hanno piccoli difetti che ti fanno saltare i nervi, e altre ne hanno di più grandi verso cui sei tollerante. Significa che c'è in azione un fattore soggettivo e… indovina un po’, spesso questo fattore soggettivo è proprio l'ombra.

Quando incontri qualcuno che ti suscita disagio, rifiuto o disprezzo, drizza le antenne e attiva la tua presenza: molto probabilmente stai avendo a che fare con il riflesso della tua ombra. Avrai il coraggio di riconoscerlo?

Ogni tanto c'è chi rimane perplesso quando faccio questi discorsi: crede che io stia giustificando il comportamento di coloro che agiscono in modo sgradevole o addirittura arrecano danno agli altri. In realtà non è affatto così, anzi colgo l’occasione per ribadire che bisogna sempre accorgersi e difendersi da chi distrugge e abusa.

Esiste, però, anche un altro livello con cui guardare alla realtà, quello che nasce dalla consapevolezza che tutte le cose sono collegate fra di loro in un modo o nell’altro, così come la nostra ombra è collegata ai nostri nemici e alle nostre difficoltà. Riconoscere questi collegamenti non significa giustificare, farsi manipolare o creare alibi per coloro che si comportano in modo disfunzionale, ma diventare liberi dalla reattività e più saggi nelle valutazioni. Da questo livello ti difendi dagli ingiusti agendo in base al buon senso e all’amore, e non perché vuoi sopprimerli. Un conto è valutare e scegliere la strada migliore, un altro è condannare e opporsi.

Nel nostro mondo interiore vivono archetipi opposti, potenzialità pronte a emergere in ogni direzione, che ci appartengono solo per il fatto che siamo parte di quel macro-organismo chiamato «umanità». Ciascun uomo ha accesso, almeno a livello potenziale, a qualunque caratteristica umana, nel bene e nel male. Per questo motivo in me, in te e in chiunque altro abitano, in forma nascosta o manifesta, sia il generoso sia l'egoista, sia il pacifico sia l'iracondo, sia l'estroverso sia l'introverso, sia il coraggioso sia il pauroso, sia il saggio sia lo stupido, sia il nobile d’animo sia il vigliacco. In noi esistono tutte le qualità e tutti i difetti, anche se in maniera variabile. In altre parole, se credi che ci siano delle caratteristiche o delle energie che non ti appartengono, ti stai illudendo. Se credi che la persona che stai condannando non abbia niente in comune con te o con la tua ombra, ti stai illudendo.

Conosco una donna, che per brevità chiameremo F, che si lamenta in continuazione di un collega di lavoro che è spesso aggressivo e rabbioso con lei. F in genere ha un buon carattere ed è cortese, ma ogni volta che interagisce con il collega prova un grande senso di disagio e frustrazione perché il suo «mondo di gentilezza» viene messo in discussione.

In realtà anche F diventa aggressiva e piena di rabbia quando le cose non vanno come vuole lei, ma in questo caso è convinta di arrabbiarsi per motivi «validi», mentre ritiene che il collega crei tensione solo per il gusto di farlo. Questo ragionamento la autorizza a credere di essere una persona pacifica e completamente priva di violenza.

Scavando nel passato di F troviamo che il suo ambiente famigliare era alquanto disfunzionale e che spesso è stata accusata di essere una bambina poco collaborativa, anche quando si arrabbiava per i soprusi che riceveva. Tutto ciò fa pensare che F abbia messo nell’ombra la sua stessa rabbia, per questo ha difficoltà a vederla in se stessa e ad accettarla negli altri.

Finché F non riconoscerà di aver criticato e rinnegato l’energia della rabbia, e quindi tutti gli aspetti di se stessa che si sono sentiti arrabbiati, sarà destinata a scontrarsi con i personaggi che nel mondo là fuori incarnano tale energia.

Chi punta il dito contro la guerra e contro coloro che la perpetrano, in realtà sta puntando il dito contro ciò che in se stesso è diviso e nel conflitto, e così facendo contribuisce a ingigantire l’ombra e a proiettarla nel mondo esterno sotto forma di guerre e scontri.

Le ombre che vediamo là fuori ci chiedono di essere riconosciute e integrate, ci chiedono di essere liberate dal peso del disprezzo e del disamore di cui le abbiamo caricate. Ci chiedono di portare la pace dentro noi stessi.

Una mattina di qualche tempo fa incappai in una serie di fastidiosi intoppi. In macchina qualcuno mi aveva tagliato pericolosamente la strada; poi sul treno un tizio burbero mi aveva pestato i piedi; e scendendo dal metrò un ragazzo dall’aspetto poco raccomandabile mi aveva preso a spallate per farsi largo nella carrozza. Alla fine cominciai a rimuginare su come quella giornata fosse iniziata proprio male e come il mondo fosse pieno di prepotenti. Poi, d’un tratto, ebbi una rivelazione e scoppiai a ridere.

Cosa era successo? Avevo intuito che l'universo mi stava mostrando una mia ombra molto particolare, cioè la mia parte prepotente. Non a caso fin da piccolissima mi ero sempre comportata come un adulto responsabile, senza mai creare problemi, cercando di essere accomodante il più possibile: avevo totalmente soppresso la mia energia prepotente.

Cominciai a pensare a tutti i momenti della mia vita dove avrei voluto essere più prepotente, magari per difendere una scelta o affermare i miei desideri, ma non lo avevo fatto… Quanti tradimenti in nome della «pace»! Quante maschere indossate pur di nascondere la pressione che mi scalpitava dentro!

Fui presa da un moto di compassione e cominciai ad abbracciare la «bambina prepotente» che in qualche modo avevo rinnegato in me stessa. Abbracciai anche l’energia della prepotenza in generale, rendendomi conto di come l’avessi fortemente giudicata e considerata fonte di problemi. Da quel momento, per tutto il resto della giornata, mi sentii in pace e in armonia con il resto delle persone.

Esercizio 1 - Riconoscere le proprie ombre

Prendi carta e penna e fai una lista con i nomi delle persone che più ti infastidiscono, ti creano disagio o ti suscitano una qualche critica. Possono essere parenti, amici, colleghi, sconosciuti di passaggio, ma anche personaggi famosi o appartenenti alla storia.

Accanto ai loro nomi segna le loro qualità negative e i loro difetti, quelli che tolleri di meno. 

Fatto? Ora fai un profondo respiro e rileggi la lista: stai osservando l'elenco delle tue ombre!

Non sempre è facile riconoscere le proprie ombre nelle qualità negative altrui, potresti quindi pensare che è impossibile che questo elenco abbia qualcosa a che fare con te.

Non avere fretta, concediti il tempo di assorbire ogni rivelazione, e lascia che la mente e il cuore esplorino queste possibilità senza preconcetti.

Chiediti: ti sei mai comportato, anche solo per un breve istante, come coloro che stai criticando? Avresti mai voluto comportarti così? Hai mai avuto l'impulso di agire allo stesso modo, magari in un contesto dove ti sentivi giustificato a farlo?

Lascia che queste domande scavino nella tua memoria. Prima o poi, a un certo punto, ti accorgerai che quella energia che stai biasimando ha già attraversato la tua strada, ha toccato il tuo essere in un modo o nell’altro, ha toccato te. Ma tu non l’avevi vista, perché non volevi vederla, perché proveniva dall’ombra.

Ciò che negli altri ci repelle è sempre ciò che abita nella nostra ombra e che abbiamo rifiutato in noi stessi. Il giudizio, il rifiuto, la repulsione sono espressione di come siamo divisi dentro. Se non fossimo divisi, se non fossimo in guerra con le nostre ombre, non proveremmo repulsione e giudizio, ma semmai compassione, dispiacere, tenerezza.

Esercizio 2 - La trave nell’occhio

Questo secondo esercizio va fatto con l'aiuto degli altri. Scegli tre persone, tra parenti o amici, e chiedi quali siano per loro i tuoi difetti.

Potresti stupirti di come le persone ti elencheranno proprio quei difetti che tu vedi in loro. Lo zio ipercritico ti dirà che sei troppo critica; la cugina che non si prende cura di niente e nessuno che sei una persona menefreghista; la sorella che analizza sempre il comportamento degli altri ti dirà che hai un atteggiamento da psicoanalista saputello; l’amico accentratore e che non lascia spazio a nessuno ti dirà che vuoi attirare troppo l’attenzione e così via. Le nostre ombre si intrecciano regolarmente con quelle degli altri, ma siamo sempre più bravi a vederle prima negli altri che in noi stessi.

Probabilmente anche tu ti accorgi della pagliuzza negli occhi degli altri senza renderti conto della trave che è nel tuo. Non ti preoccupare, è un fenomeno normalissimo e, come abbiamo visto, è collegato alla difficoltà di scorgere la propria ombra. Per questo, se vuoi riconoscere la tua ombra, devi farti aiutare dagli altri.

Ricapitolando, chiedi a tre amici o parenti quali sono i tuoi difetti. Spiega loro che stai facendo un esercizio e che non li criticherai per quello che ti diranno. Ascoltali senza ribattere. Probabilmente ti sembrerà che siano loro ad avere una trave nell’occhio, ma ora sai che è normale, quindi semplicemente prendi nota, non discutere e alla fine della conversazione ringraziali.

Questo esercizio serve a te, non a loro. Per ogni persona con cui hai parlato, quindi tre persone, fai una lista delle cose che ti hanno detto.

Quando hai fatto, confronta le tre liste. Ci sono dei punti in comune? Qualcuno ti ha detto qualcosa che proprio non ti aspettavi? Come ti senti a riguardo? In ogni caso, chiediti: queste liste contengono una parte, anche minima, di verità?

Questo esercizio serve ad aiutarti per scovare delle prospettive di te stesso a cui magari non avevi pensato. Lo scopo è trovare eventuali tracce della tua ombra, e non certo quello di metterti nelle mani degli altri o farti criticare da loro. Non sempre ciò che gli altri vedono in te appartiene alla tua ombra, quindi sii sereno nell’ascoltarli, potreste avere semplicemente dei punti di vista diversi.

Se, tuttavia, quello che ti viene detto ti ferisce in qualche modo, ti provoca un certo disagio o ti induce a rimuginare sul fatto di essere criticato ingiustamente, ti consiglio di non scartarlo, ma di considerarlo con più attenzione: potrebbe essere collegato al dolore del rifiuto che un tempo provasti, a quello che in te stesso hai condannato e rinnegato, e quindi alla tua ombra e alla maschera che hai scelto di indossare.

Tutto questo ti offre la opportunità di accorgerti dei tuoi lati nascosti, della tua fragilità, di ciò che hai considerato fonte di rifiuto, e del dolore che si muove in te.

Non è magnifico? Ora puoi accorgerti dei tuoi pesi e lasciarli andare! Fai un respiro profondo, allarga le braccia e accogli ogni tua parte, ogni tuo pensiero. Lasciati essere così come sei. Non devi cambiare nulla, devi solo smettere di rifiutarti.

Un consiglio: sii cauto nel fare questo esercizio perché sentirsi criticare non è mai una esperienza piacevole. Scegli con cura le persone a cui chiedere, confidando che siano amorevoli e sagge il più possibile, affinché non abusino della possibilità di criticarti.

Ogni ombra porta un dono

La buona notizia è che ogni ombra, una volta riconosciuta e integrata, ti porta un dono, e non un dono qualsiasi, ma proprio quella qualità o quell’energia che ti serve per essere più completo e in armonia con te stesso.

Se la tua ombra è l’egoismo, il dono che essa ti porta è la capacità di prenderti cura di te stesso e rispettare ciò che veramente desideri.

Se la tua ombra è la prepotenza, il dono che essa ti porta è la capacità di difendere la tua strada e la forza di proteggerla da intrusioni e deviazioni.

Se la tua ombra è la rabbia che chiede vendetta, il dono che essa ti porta è la protezione dai sabotaggi e la capacità di combattere le tue battaglie.

Se la tua ombra è il menefreghismo e la superficialità, il dono che essa ti porta è l’amorevole attenzione ai bisogni altrui.

Se la tua ombra è il disordine e il caos, il dono che essa ti porta è il saper destrutturare le vecchie impalcature per creare un ordine superiore.

E così via, ci sono infiniti doni dietro ogni ombra. E poi c'è il dono più grande, quello che ogni ombra porta implicitamente con sé: la capacità di amare.

La tua ombra è nata in conseguenza del rifiuto verso un tuo difetto. Magari non eri veramente così egoista, rabbioso o stupido come ti hanno detto o hai creduto di essere, ma non hai potuto fare a mano di puntare il dito contro te stesso. Poi, crescendo, hai continuato a puntare il dito contro tutti coloro che ti ricordavano l’ombra.

Non sei stanco di lottare e andare contro tutto ciò che ti fa stare male? Puoi continuare a giudicare gli altri all’infinito, o fermarti un attimo e accorgerti che stai combattendo con il riflesso delle tue paure.

Lottare non è l’unica via. Esiste anche un’altra strada, ed è quella della guarigione, quella della resa incondizionata a tutto quello che c'è. Qui ti arrendi, non sei più disposto a condannare, apri le braccia, lasci che tutto sia. E qui scopri che senza il giudizio, senza il rifiuto, l’ombra smette di essere minacciosa, non fa più leva sul mondo esterno per attaccarti, non trova più appiglio, trova solo la tua presenza, la tua accoglienza. Allora si placa, allora finalmente sa di aver compiuto il suo viaggio e ti consegna il suo dono finale: la capacità di amare te stesso e gli altri, per come sei e per come sono.

Consigli di lettura

Un libro utile per avvicinarsi alle proprie ombre è Illumina il tuo Lato Oscuro di Debbie Ford. Altre letture interessanti sono Il male - E come trasformarlo di Eva Pierrakos e L'ombra - Il Lato Oscuro della tua Anima di Rudiger Dahlke.

A completamento dei lavori con l'ombra e per imparare a ricevere i suoi doni consiglio anche Progetto Anima di Monia Zanon, La via dell'Artista di Julia Cameron, Il Codice dell’Anima di James Hillman.





Eventi

Il tema dell'ombra è proprio ciò di cui vi parleremo io e Daniele Palmieri durante il prossimo incontro di "Filosofia e Spiritualità" questo lunedì 5 febbraio alle ore 19:00 presso Anima Edizioni in Corso Vercelli 56, Milano. Ingresso gratuito. Tutte le info a questo link



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