Non si può volare leggeri se non si abbandonano le valige pesanti che spingono verso il basso. Una di queste valige, di cui è bene accorgersi, si chiama "essere affamati". Desidero portare l'attenzione su questo aspetto perché esso è molto diffuso. Chi ha messo da parte il proprio Io per troppo tempo, non solo ha dimenticato il sapore della cura, ma ha imparato a convivere con la fame di chi non ha mai assaporato la propria anima . Ha imparato a convivere con il disamore di sé, e anche se così facendo sopravvive, non potrà mai sentirsi appagato. C'è chi si ritrova perennemente senza energia o chi, invece, ne manifesta fin troppa ma la usa per criticare gli altri e avvelenare i loro sogni. Sono sintomi di squilibrio, dell'incapacità di nutrirsi, per cui si continua a mangiare ma senza sentirsi veramente sazi. Sono due facce della stessa medaglia, quella dell'affamato. L'affamato è colui che non ha mai coltivato la propria luce , la propria vitalit...