Ultimamente sono molto occupata su fronti "pratici". Mi sto dedicando alla casa, a migliorare il mio stile di vita (la regolarità non è mai stato il mio punto forte), e sto anche studiando web-marketing. Magari riesco a mettere un po' di più i piedi per terra e sentirmi anch'io un "comune mortale". Scusate l'assenza, dunque. Mi sto educando a nuove realtà.
Pensavo proprio in questi giorni all'importanza dell'educazione. Cosa significa educazione? Significa aprire la mente e il cuore a possibilità più grandi. Significa coltivare il proprio autentico potenziale affinché diventi pratico, effettivo, tangibile. Se quello che studio e imparo non mi aiuta a far fiorire ciò che sono, allora non sto ricevendo un'educazione. Sto ricevendo qualcos'altro, qualcos'altro che evidentemente fa comodo a qualcun altro (si perdoni il gioco di parole), tranne che a me.
Credo che, come adulti consapevoli dei condizionamenti culturali che ognuno di noi ha subito e continua a subire quotidianamente, dovremmo agire un cambio di rotta. In che modo? Scegliendo la nostra educazione.
Non importa quanti e quali sono i condizionamenti subiti, quanti e quali i traumi, le delusioni, le occasioni perse, le programmazioni socio-culturali ricevute. Un'abitudine, che sia di azione o di pensiero, è sempre collegata a un preciso tracciato neuronale (se vogliamo proprio vederla scientificamente). Ma questi tracciati possono essere abbandonati, fatti atrofizzare... E se ne possono creare di nuovi. Significa la possibilità di nuove azioni, nuovi pensieri, nuove credenze, nuovi modi di vedere se stessi e il mondo. Significa che qualunque sia l'educazione che abbiamo ricevuto, noi possiamo tirarcene fuori e orientarci verso visioni più funzionali.
Scegliere la propria educazione può avere valenze diverse per ognuno... Nel mio caso, scelgo la mia educazione quando decido di selezionare le notizie dei media che voglio ascoltare, oppure quando confronto le voci di fazioni opposte per interrogarmi sul disegno più grande celato dietro le apparenze. Scelgo la mia educazione quando mi accorgo del dialogo interiore negativo e mi impegno per trasmutarlo. Scelgo la mia educazione quando non reagisco automaticamente al dolore, ma gli permetto di contattarmi. Scelgo la mia educazione quando mi occupo quotidianamente dei miei sogni e di ciò che mi fa stare bene, perché sperare non serve a nulla, serve invece cospirare, invocare, coltivare, avere un progetto. Scelgo la mia educazione quando rispetto il ritmo delle cose, il momento del riposo e del vuoto, e il momento dell'azione e del pieno. Scelgo la mia educazione quando mi sottraggo al gioco della compiacenza e scelgo quello della compassione. Scelgo la mia educazione quando smetto di dare attenzione a ciò che è ruvido e appiccicoso per l'anima. Scelgo la mia educazione quando seleziono con cura i leader, i movimenti e le idee che possono condizionare la mia visione. Scelgo la mia educazione quando leggo un libro, mi accorgo di un fiore, sorrido a un bambino...
In questi e in tantissimi altri modi io scelgo la mia educazione.
E voi?
Pensavo proprio in questi giorni all'importanza dell'educazione. Cosa significa educazione? Significa aprire la mente e il cuore a possibilità più grandi. Significa coltivare il proprio autentico potenziale affinché diventi pratico, effettivo, tangibile. Se quello che studio e imparo non mi aiuta a far fiorire ciò che sono, allora non sto ricevendo un'educazione. Sto ricevendo qualcos'altro, qualcos'altro che evidentemente fa comodo a qualcun altro (si perdoni il gioco di parole), tranne che a me.
Credo che, come adulti consapevoli dei condizionamenti culturali che ognuno di noi ha subito e continua a subire quotidianamente, dovremmo agire un cambio di rotta. In che modo? Scegliendo la nostra educazione.
Non importa quanti e quali sono i condizionamenti subiti, quanti e quali i traumi, le delusioni, le occasioni perse, le programmazioni socio-culturali ricevute. Un'abitudine, che sia di azione o di pensiero, è sempre collegata a un preciso tracciato neuronale (se vogliamo proprio vederla scientificamente). Ma questi tracciati possono essere abbandonati, fatti atrofizzare... E se ne possono creare di nuovi. Significa la possibilità di nuove azioni, nuovi pensieri, nuove credenze, nuovi modi di vedere se stessi e il mondo. Significa che qualunque sia l'educazione che abbiamo ricevuto, noi possiamo tirarcene fuori e orientarci verso visioni più funzionali.
Scegliere la propria educazione può avere valenze diverse per ognuno... Nel mio caso, scelgo la mia educazione quando decido di selezionare le notizie dei media che voglio ascoltare, oppure quando confronto le voci di fazioni opposte per interrogarmi sul disegno più grande celato dietro le apparenze. Scelgo la mia educazione quando mi accorgo del dialogo interiore negativo e mi impegno per trasmutarlo. Scelgo la mia educazione quando non reagisco automaticamente al dolore, ma gli permetto di contattarmi. Scelgo la mia educazione quando mi occupo quotidianamente dei miei sogni e di ciò che mi fa stare bene, perché sperare non serve a nulla, serve invece cospirare, invocare, coltivare, avere un progetto. Scelgo la mia educazione quando rispetto il ritmo delle cose, il momento del riposo e del vuoto, e il momento dell'azione e del pieno. Scelgo la mia educazione quando mi sottraggo al gioco della compiacenza e scelgo quello della compassione. Scelgo la mia educazione quando smetto di dare attenzione a ciò che è ruvido e appiccicoso per l'anima. Scelgo la mia educazione quando seleziono con cura i leader, i movimenti e le idee che possono condizionare la mia visione. Scelgo la mia educazione quando leggo un libro, mi accorgo di un fiore, sorrido a un bambino...
In questi e in tantissimi altri modi io scelgo la mia educazione.
E voi?
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