Conosco persone con diversi problemi (di salute, denaro, altro...) che vivono nell'attesa di un miracolo. Sentono che quello che potrebbero fare non sarà mai sufficiente a sistemare ogni cosa, quindi neanche ci provano. Piuttosto, passano la giornata davanti alla tv, ai videogiochi, al frigo... Buttano via la propria vita. Tale è la sfiducia nell'universo, tale è la disistima verso se stesse, tale è il programma mentale che hanno assorbito! In testa hanno sempre quel disco: "Non sono un vincente, non sono pieno di soldi né sono amato dagli altri, quindi non valgo niente", "O arriva qualcuno che mi dà una sicurezza economica ed emotiva, o non ce la faccio" e così via.
Quando rinunci a te stesso, ogni scusa è buona per rinunciare a ciò che puoi fare.
Fare una passeggiata. Mettere a posto i conti. Mangiare più sano. Vestirti e lavarti. Ascoltare storie di chi ce l'ha fatta. Leggere libri che ti ispirano. Inventarti un lavoro che onora i tuoi talenti. Frequentare un corso su un tema che ti sta a cuore. Studiare una lingua. Accettare di non poter controllare ogni cosa. Mettere a posto la cantina, o il cassetto. Coltivare la fiducia e la gratitudine. Tenere la casa in ordine. Occuparti di un giardino. Lasciar andare chi non vuole restare. Chiedere aiuto, senza la pretesa di ottenerlo. Cercare nuovi amici. Informarti su chi e come ha superato i tuoi stessi problemi. Instaurare un dialogo costruttivo con te stesso. Abbracciare. Abbracciarti. Donare un sorriso. Allontanare dalla vita persone tossiche. Progettare i tuoi obiettivi. Ringraziare per essere vivo...
Fare quello che puoi e farlo ogni giorno richiama l'attenzione dell'anima, la quale poco si cura degli atti eroici occasionali, ma ben si desta quando, attraverso le piccole cose del quotidiano, ti riappropri di te stesso.
Sai una cosa? Quando fai quello che puoi, a un certo punto cominci a vedere quello che prima non riuscivi neanche a scorgere. Accade sempre così: quando cammini verso l'orizzonte, i confini del visibile si ampliano e ti accorgi di nuovi scenari. Insomma, se all'inizio quello che potevi fare ti sembrava "inutile", scoprirai che si trattava dell'accesso a vie ulteriori... Pensa se non fossi passato all'azione!
Quando rinunci a te stesso, ogni scusa è buona per rinunciare a ciò che puoi fare.
Non sei "bravo con le relazioni", allora continui a isolarti e a lamentarti di non avere amici.
Non sei "portato per la contabilità", allora continui a non occuparti dei tuoi conti.
Non hai un "metabolismo veloce", allora continui a trangugiare panini perché "tanto il mio corpo funziona così".
Chi è nato prima: il problema o colui che rinuncia a se stesso "grazie" al problema?
Questa domanda viene spontanea quando, di fronte alla necessità di cambiare, si giustifica la propria immobilità.
Eppure, di fronte a certi limiti, c'è chi non si ferma, si reinventa, anche se è tornato indietro, se è precipitato, se non è più quello di prima. Altro che dirsi "tanto non cambia niente", "oramai sono finito", "ci vuole un miracolo". C'è chi riparte da se stesso, chi fa quello che può, anche se è pochissimo, anche se è un granello di sabbia, un passo soltanto. Ma passo dopo passo, percorre chilometri.
Questione di volontà? Forse, Ma non solo. Questione di amore, per la vita, per se stessi. Questione di "fede attiva", che non prega per un miracolo, ma per ricevere la forza di superare gli ostacoli, nella certezza che in questo modo si è condotti verso mete più grandi, più vicine all'anima.
Per quanto piccola, insignificante o breve sembri l'azione che puoi fare oggi, per quanto non ti dia soddisfazione o sicurezza, per quanto ti sembri una goccia in mezzo all'oceano, tu puoi comunque metterla in essere, agirla.
Non badare a chi dice che "bisogna essere" invece che "fare"... In realtà, quando smettiamo di "agire", ci intossichiamo di pensieri e credenze, facendo ristagnare l'energia nel campo mentale, bloccata dal poter fluire attraverso la materia.
Dal profondo del tuo cuore, chiediti sempre: "Cosa posso fare?". Non importa se sei sfiduciato e nella confusione, otterrai sempre una risposta a questa domanda, perché c'è sempre qualcosa che è alla portata del tuo agire, qualunque siano le condizioni del momento. Qualcosa che accresce il tuo avanzare, il tuo stare bene, il tuo esserci. Qualcosa che la mente e l'ego non sanno riconoscere, oppure lo avvertono come faticoso, inutile. Per questo è bene ascoltare la risposta con i sensi interiori.
Non hai un "metabolismo veloce", allora continui a trangugiare panini perché "tanto il mio corpo funziona così".
Chi è nato prima: il problema o colui che rinuncia a se stesso "grazie" al problema?
Questa domanda viene spontanea quando, di fronte alla necessità di cambiare, si giustifica la propria immobilità.
Eppure, di fronte a certi limiti, c'è chi non si ferma, si reinventa, anche se è tornato indietro, se è precipitato, se non è più quello di prima. Altro che dirsi "tanto non cambia niente", "oramai sono finito", "ci vuole un miracolo". C'è chi riparte da se stesso, chi fa quello che può, anche se è pochissimo, anche se è un granello di sabbia, un passo soltanto. Ma passo dopo passo, percorre chilometri.
Questione di volontà? Forse, Ma non solo. Questione di amore, per la vita, per se stessi. Questione di "fede attiva", che non prega per un miracolo, ma per ricevere la forza di superare gli ostacoli, nella certezza che in questo modo si è condotti verso mete più grandi, più vicine all'anima.
Non hai bisogno di soldi, di aiuti "esterni", di miracoli per risolvere i tuoi problemi. Hai bisogno di te. Se tu non ci sei per te, niente può aiutarti. Se butti via il tuo tempo, la tua energia, il tuo accorgerti, il tuo vibrare, niente può "salvarti". Neanche, e meno che mai, un miracolo. Sì, perché i miracoli esistono, ma raramente accadono a coloro che si lasciano andare. Quando tu non fai quello che puoi, perché mai l'universo dovrebbe fare per te quello che può?
Per quanto piccola, insignificante o breve sembri l'azione che puoi fare oggi, per quanto non ti dia soddisfazione o sicurezza, per quanto ti sembri una goccia in mezzo all'oceano, tu puoi comunque metterla in essere, agirla.
Non badare a chi dice che "bisogna essere" invece che "fare"... In realtà, quando smettiamo di "agire", ci intossichiamo di pensieri e credenze, facendo ristagnare l'energia nel campo mentale, bloccata dal poter fluire attraverso la materia.
Dal profondo del tuo cuore, chiediti sempre: "Cosa posso fare?". Non importa se sei sfiduciato e nella confusione, otterrai sempre una risposta a questa domanda, perché c'è sempre qualcosa che è alla portata del tuo agire, qualunque siano le condizioni del momento. Qualcosa che accresce il tuo avanzare, il tuo stare bene, il tuo esserci. Qualcosa che la mente e l'ego non sanno riconoscere, oppure lo avvertono come faticoso, inutile. Per questo è bene ascoltare la risposta con i sensi interiori.
Fare una passeggiata. Mettere a posto i conti. Mangiare più sano. Vestirti e lavarti. Ascoltare storie di chi ce l'ha fatta. Leggere libri che ti ispirano. Inventarti un lavoro che onora i tuoi talenti. Frequentare un corso su un tema che ti sta a cuore. Studiare una lingua. Accettare di non poter controllare ogni cosa. Mettere a posto la cantina, o il cassetto. Coltivare la fiducia e la gratitudine. Tenere la casa in ordine. Occuparti di un giardino. Lasciar andare chi non vuole restare. Chiedere aiuto, senza la pretesa di ottenerlo. Cercare nuovi amici. Informarti su chi e come ha superato i tuoi stessi problemi. Instaurare un dialogo costruttivo con te stesso. Abbracciare. Abbracciarti. Donare un sorriso. Allontanare dalla vita persone tossiche. Progettare i tuoi obiettivi. Ringraziare per essere vivo...
Fare quello che puoi e farlo ogni giorno richiama l'attenzione dell'anima, la quale poco si cura degli atti eroici occasionali, ma ben si desta quando, attraverso le piccole cose del quotidiano, ti riappropri di te stesso.
Sai una cosa? Quando fai quello che puoi, a un certo punto cominci a vedere quello che prima non riuscivi neanche a scorgere. Accade sempre così: quando cammini verso l'orizzonte, i confini del visibile si ampliano e ti accorgi di nuovi scenari. Insomma, se all'inizio quello che potevi fare ti sembrava "inutile", scoprirai che si trattava dell'accesso a vie ulteriori... Pensa se non fossi passato all'azione!
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