Sono entrata in uno strano periodo di cambiamento. Dico "strano" perché mi porta ad abbandonare (e spesso tutto a un tratto) valori e scelte che consideravo scontati, immutabili, e che d'un tratto invece non sembrano più così interessanti. Ho voglia di mettere via oggetti che più non uso, di fare spazio negli armadi, e nello stesso tempo di fare spazio anche nella mia mente e nel mio cuore. Se mi oppongo a questa "spinta di rinnovamento", mi deprimo o mi ammalo.
Oggi qualcuno mi ha chiesto: "Cosa stai facendo in questo periodo?"
"Sto facendo spazio" ho risposto.
"In che senso stai facendo spazio? Spazio per vedere nuove persone? Spazio per che cosa?"
"Voglio far spazio per qualcosa che ancora non c'è, ma non ho idea di cosa si tratta".
La mia risposta non sembra aver dato granché di soddisfazione.
Eppure sento l'urgenza di liberarmi delle vecchie valigie (voi no??), valigie fatte di cose, di credenze e di rapporti che non servono se non a tenermi in vie piene di buche e trabocchetti che affossano talenti e sogni.
Non lo so perché accade, accade e basta. Arriva un momento dove assecondi la spinta interiore al "rinascimento" e decidi che nessun ragionamento o nessuna emozione tossica potrà fermarlo.
Di cosa è parte tutto questo? Qualcuno direbbe che è parte dei tempi che stanno cambiando, che è parte delle crescite della vita o che, semplicemente, sono arrivate le "pulizie di primavera". Per me è parte di Dio, del suo Piano, di cui mi sento una piccola cellula in azione. E la cellula non può avere il punto di vista dell'intero organo, può solo assecondare il suo "istinto" quando è collegato al Tutto (si spera!).
Questo è un invito a non interferire quando sentiamo quel tarlo dentro che rode e rode, e che non smetterà di rodere finché non gli permettiamo di mangiarsi quello di cui è veramente affamato: idee stantie, emozioni che hanno fatto il loro tempo, strade intraprese ma che sono un vicolo cieco!
Quello che possiamo fare è semplicemente permettere. E, quando meno ce lo aspetteremo, ci troveremo già a ricostruire, più pronti a disciplinare, a geometrizzare le forze (come solo la Natura sa fare...). Una nuova energia andrà ad alimentare il fiume del nostro essere, un fiume che cresce in abbondanza e in velocità, che richiede nuovi argini ma anche nuovi percorsi (magari mai concepiti prima!) verso l'Oceano.
Oggi qualcuno mi ha chiesto: "Cosa stai facendo in questo periodo?"
"Sto facendo spazio" ho risposto.
"In che senso stai facendo spazio? Spazio per vedere nuove persone? Spazio per che cosa?"
"Voglio far spazio per qualcosa che ancora non c'è, ma non ho idea di cosa si tratta".
La mia risposta non sembra aver dato granché di soddisfazione.
Eppure sento l'urgenza di liberarmi delle vecchie valigie (voi no??), valigie fatte di cose, di credenze e di rapporti che non servono se non a tenermi in vie piene di buche e trabocchetti che affossano talenti e sogni.
Non lo so perché accade, accade e basta. Arriva un momento dove assecondi la spinta interiore al "rinascimento" e decidi che nessun ragionamento o nessuna emozione tossica potrà fermarlo.
Di cosa è parte tutto questo? Qualcuno direbbe che è parte dei tempi che stanno cambiando, che è parte delle crescite della vita o che, semplicemente, sono arrivate le "pulizie di primavera". Per me è parte di Dio, del suo Piano, di cui mi sento una piccola cellula in azione. E la cellula non può avere il punto di vista dell'intero organo, può solo assecondare il suo "istinto" quando è collegato al Tutto (si spera!).
Questo è un invito a non interferire quando sentiamo quel tarlo dentro che rode e rode, e che non smetterà di rodere finché non gli permettiamo di mangiarsi quello di cui è veramente affamato: idee stantie, emozioni che hanno fatto il loro tempo, strade intraprese ma che sono un vicolo cieco!
Quello che possiamo fare è semplicemente permettere. E, quando meno ce lo aspetteremo, ci troveremo già a ricostruire, più pronti a disciplinare, a geometrizzare le forze (come solo la Natura sa fare...). Una nuova energia andrà ad alimentare il fiume del nostro essere, un fiume che cresce in abbondanza e in velocità, che richiede nuovi argini ma anche nuovi percorsi (magari mai concepiti prima!) verso l'Oceano.
P.S.
Se - come me - sentite che mettere a posto la vostra casa vi aiuta a mettere a posto l'anima e - sempre come me - l'ordine non è il vostro forte, potreste trovare molto utile il libro In Principio Era il Caos (per me è diventato essenziale!) di Mary Lambert, edizioni Corbaccio.
Un altro testo interessante e pieno di consigli strategici è Tutto a Posto! di Elena Greggia. Ed. Sperling&Kupfer (nel momento in cui scrivo, sul sito di Macrolibrarsi lo danno esaurito, ma vale la pena cercarlo o ordinarlo altrove).
Commenti
Sto ribaltando tutto, non per fare spazio, ma perché voglio creare, modellare, istituire un mio spazio dove essere io il re!
Quindi, piuttosto che un bulldozer, mi sento più un archeologo, che con pazienza infinita sta catalogando e spostando ogni cosa.
Per il resto, prosegui e butta tutto all'aria!
Ogni tanto fa davvero bene!
Mi rispecchio in tutto quello che hai scritto.
Grazie!