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Uscire fuori dal corpo

Un paio di giorni fa mi è caduto l'occhio su una frase pubblicata online da un ragazzo: "Voglio uscire fuori dal corpo, ma non ci riesco!"
Si riferiva alle OBE, le cosiddette Out of Body Experience o Viaggi Astrali.

Dei viaggi astrali si parla molto negli ambienti "new age". In pratica, si tratta della capacità di dislocare la propria coscienza al di fuori del proprio corpo. Mentre il corpo fisico rimane in quiete, il viaggiatore astrale si muove usando un corpo più sottile, normalmente non percepito dai sensi comuni. C'è una vasta letteratura in merito, e si trovano anche diverse testimonianze.

Se da una parte abbiamo i materialisti, che negano a priori la possibilità di fare viaggi astrali, dall'altra abbiamo i nuovi spiritualisti che parlano di chakra, di pensiero positivo e naturalmente di OBE.
Saper effettuare le OBE sembra essere la massima aspirazione di coloro che si professano "spirituali".

La cultura materialista, che ancora impera, ci vuole non integri, cioè divisi, lontano dalla nostra completezza, dall'alleanza dei nostri sensi. Perché solo in questo modo possiamo accettare di subire valori e stili di vita decadenti.
Dato che c'è un crescente Risveglio e quindi una certa ribellione verso i vecchi modelli, la stessa cultura materialista si è offerta di fornirci la soluzione attraverso la "new age", con il suo menù improntato al consumismo spirituale low-cost.

Non sto dicendo che l'invisibile non esiste o che tutti i terapeuti sono degli imbroglioni. Sto dicendo che, paradossalmente, spesso l'invisibile viene usato per mantenere le persone schiave e confonderne il Risveglio. Viene usato per mantenere te e me divisi, separati dentro, quindi manipolabili.

La new age è riuscita dove non è riuscito il materialismo: portare le persone ad allontanarsi dalla propria ombra (che nel frattempo mette radici e cresce), perché "bisogna pensare positivo sennò la legge di attrazione ti frega", e indurle ad anestetizzarsi ulteriormente, perché bisogna distaccarsi dai sensi dato che "siamo più del nostro corpo".
In pratica il culmine dell'aspirazione spirituale viene identificata nell'allontanarsi da se stessi... emotivamente, ricacciando le ombre nell'inconscio... e fisicamente, cercando di percepire il proprio corpo solo come un "vestito", possibilmente da levarsi per poter effettuare le OBE.

Più vado avanti nella mia esperienza, e nella mia coscienza spirituale, più il rapporto con il corpo diventa importante, consapevole. Anzi, direi che si tratta delle fondamenta, senza le quali ogni mia meditazione risulta meno che inutile.
E' nel corpo che risiedono le risposte.
E' in quella lieve sensazione che ci prende allo stomaco o che interferisce col respiro, perché conosce i moti profondi che abbiamo dentro. E a volte conosce anche quanto accade intorno a noi, nello spazio e nel tempo.
E' sempre il corpo a parlarci di noi stessi, dei nostri blocchi e delle nostre possibilità, con le sue tensioni, i suoi movimenti, i suoi continui messaggi di apertura o chiusura.

Radicati nel respiro e nella presenza, consapevoli del suo codice, possiamo permetterci di ascoltarci e ascoltare davvero.
Ma staccati da noi - dalle nostre emozioni, dai sussulti del corpo - finiamo per subire o far subire qualunque cosa... perché anche se la coscienza si ribellasse non ne avvertiremmo i segnali, dato che la coscienza stessa usa il corpo e la sua vitalità per esprimersi e nutrire i suoi intenti.

Invece di esplorare la pienezza dei sensi, di permettere e poi radicarsi nella propria vitalità, fortemente debilitata dall'attuale cultura, il nuovo "spiritualista" si allena a fare viaggi fuori dal corpo... Uno scenario davvero inquietante.
E' come pretendere di buttarsi dalla cima di una montagna per volare. Senza avere le ali.

Senza corpo non si va da nessuna parte. Tra i lavori spirituali più ardui che mi sia trovata e mi trovo ad affrontare, c'è quello di scoprire il contatto con la mia pelle, con i miei occhi, con il respiro, con i miei muscoli, con tutte le parti di me che sono fisiche e dense. E ogni volta che mi concedo di sentire i confini, e in qualche modo faccio un passo avanti dentro la corazza di insensibilità che mi sono costruita, percepisco che il limite fisico è un ponte per innumerevoli modi di essere, di sentire, di esprimersi da parte della mia essenza. "Noi non siamo il nostro corpo" si dice. E invece io penso che noi siamo il corpo più di qualunque altra cosa, come anche il corpo è noi: esso dà forma materiale alla nostra essenza, esso ci conosce meglio di chiunque altro.
Gli infiniti mondi che parlano della nostra anima giacciono sopiti nel nostro corpo, ma non possiamo percepirli, né portarli in espressione, se del corpo facciamo un'abito soltanto.

Io adoro la letteratura spirituale e adoro argomentare di questioni metafisiche. Ma a volte mi rendo conto che questi contenuti sono usati per allontanare ulteriormente l'individuo da se stesso. Se c'è la maschera del materialismo, poco importa se poi cambia nome e si chiama spiritualità. Sempre maschera rimane, cioè un velo, un qualcosa che ci separa dal nostro vero volto, dalla nostra identità profonda che è un insieme non separato di volti, che è luci e ombre insieme, corpo e spirito insieme.
Una delle maschere è proprio la questione dei viaggi astrali, delle OBE.
Le OBE non sono sintomo di maggiore spiritualità. E non danno un "potere" più grande a chi le effettua. Non dimostrano neanche che l'anima esiste... perché se ti trovi a svolazzare per la stanza, al di fuori del corpo fisico, come fai comunque a dire che quel tipo di percezione continuerà eternamente? E se tutto morisse, prima o poi, compreso la tua "coscienza astrale"?
Insomma a cosa ti serve, davvero, fare un viaggio astrale?
Cerchi qualcosa che vada oltre ciò che appare?
Cerchi magia?

In realtà l'alleato magico è, ancora una volta, il corpo!
E si trova a tua immediata disposizione: non devi pagare per averlo, ancora non l'hanno tassato.
Il corpo è il depositario di energie magiche. Ad esempio, dell'energia sessuale, che è una profonda energia vitale.
Molti pensano di essere "sessualmente potenti" solo perché si surriscaldano localmente, quando invece non si accorgono di come siano frammentati e come ciò devi o reprima la loro vitalità.
In corpo è anche il depositario degli intenti del sé profondo, come accennato prima.
Quando riusciamo ad ascoltare i sottili ma continui segnali che il corpo ci manda, quello è anche il momento in cui impariamo a scegliere nella verità di noi.
Se fossimo nel pieno fluire della nostra vitalità sessuale, e nell'ascolto consapevole dei messaggi del corpo, nulla potrebbe ostacolare la nostra missione. Altro che viaggi astrali...

Io credo che la fonte del Risveglio si trovi nel corpo. Per questo la cultura dominante ci tiene lontano dal corpo, anche se a volte ci fa credere il contrario attraverso la promiscuità e l'appagamento compulsivo dei desideri. Ma ogni persona di buon senso comprende come la promiscuità sia solo l'altra faccia della repressione sessuale ed emotivo-corporale che è in atto, poiché essa ci porta "fuori" da noi in un modo o nell'altro.

Per impedire il Risveglio, dunque, è sufficiente intossicare il corpo attraverso inquinanti mentali, emotivi e fisici.
Mentali, instillando credenze e convinzioni che deviano.
Emotivi, dis-educando alla compulsione, all'emotività.
Fisici, attraverso un'alimentazione pesante e artificiosa, attraverso il fast-food sessuale e attraverso pratiche di desensibilizzazione corporale come le OBE.

Prima di concludere, aggiungo che io so, per esperienza, cosa siano le OBE. Non parlo quindi per ignoranza o per "difendere" una mia non-conoscenza, ma perché onoro l'invisibile e non amo che venga usato in modo distorto.

Siamo in un momento storico dove c'è bisogno di stare ben radicati, di rimanere vitali, interi, sani il più possibile. In questo modo - se proprio ci tenete ad avere la versione spirituale della storia - l'anima rimane ben agganciata a noi, e soprattutto possiamo sentirne meglio il collegamento e il rapporto.
In altre parole, la nostra coscienza cresce e si manifesta sempre di più se noi rimaniamo integri, ben radicati nel nostro corpo, che è il tempio sacro grazie al quale ogni trasmutazione diviene possibile. Cosa che ovviamente non fa comodo allo status quo.
C'è da rifletterci, no?




A proposito di vitalità ed energia sessuale, riporto qui sotto uno scritto estratto da Amore e Orgasmo di Alexander Lowen:

[...]La vita e il benessere degli esseri viventi sono governate da azioni biologiche, non da sentimenti astratti. Il sesso appaga. L'allattamento è piacevole. Il contatto è caldo. Il corpo non tradisce.
Separato dalle sue radici nelle funzioni biologiche dell'uomo, l'amore è tragico. Se il paradiso non lo si cerca su questa terra e nella realtà della vita quotidiana ma altrove, il risultato è la morte. 
Il divino in forma umana è l'estasi dell'orgasmo. In qualsiasi altra forma esso esiste solo in santi, angeli e martiri. Se non possiamo essere santi e non vogliamo essere martiri, possiamo essere uomini nel vero e completo senso del termine, che include la nostra natura animale. La persona sessualmente sofisticata difende il sesso senza l'amore. Proclamare l'amore senza il sesso significa promettere un regno che non è di questa terra. La realtà della nostra esistenza è che la vita e l'amore scaturiscono dal sesso, che a sua volta diventa il mezzo d'espressione dell'amore. Il grande mistero della vita è l'amore sessuale. L'amore promette le soddisfazioni che la sessualità offre.

Quando esistiamo attraverso il corpo, nel corpo, allora amiamo, onoriamo la vita e la divinità che è in noi. Allora tutto diventa possibile.
Se hai un corpo, non perdere questa occasione.
Non uscire fuori dal corpo, resta qui.
Qui hai tutto quello che ti serve!


Commenti

Anonimo ha detto…
Quando leggo queste cose... io godo!!

Non è solo l'onda new age, ma anche la religione più antica: il corpo come male, come veicolo dell'anima, da abbandonare e disprezzare.

Uscire dal proprio corpo poi è facile: io ci esco ogni notte, dopo che mi sono addormentato :)

Sulla sessualità... Qual'è il tuo parere sul tantra? Sto frequentando un corso a livello base e mi sta prendendo...

Felice di leggerti :)
Un abbraccio
Manuel
Anonimo ha detto…
Grande riflessione, complimenti Camilla! D'altronde "raggiungere lo Zen" è vivere in pienezza questa vita, così come l'abbiamo ricevuta, non altre più o meno eteriche, o passate o future o che se ne voglia.
E' peraltro vero che essendo anime che veniamo da sempre e che sempre saremo possiamo percepire questa nostra immersione nell'infinito, come nostra origine e nostra meta.
Ma è questa la vita che viviamo: ora e adesso, nel suo susseguirsi di momenti.
"L'attimo presente": è prezioso per la nostra vita, per questa nostra vita, con questo corpo e con quello che percepiamo del mondo.
Viviamolo per quello che ci dà!

Lorenzo.

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