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70. Pensare positivo o contattare il dolore?

Sull'onda del fenomeno "The Secret" molte persone evitano di lasciarsi andare (giustamente) ai pensieri negativi, ma non si accorgono che allo stesso tempo evitano anche il contatto con il dolore che alberga in loro. Evitare i pensieri negativi non significa che dobbiamo mettere a tacere quella parte di noi che è sofferente e che, invece, ha bisogno di essere riconosciuta!

La Legge dell'Attrazione funziona, eccome, in base ai nostri pensieri... in base a tutti i nostri pensieri, compresi quelli inconsci, spesso fatti proprio dal nostro "corpo di dolore". Se abbiamo delle ferite che spadroneggiano nel nostro inconscio, saranno queste a mettere in moto la nostra realtà! Ecco allora che un lavoro di contatto con le nostre ombre e di ascolto delle ferite - insomma, di accoglienza di quel che è stato e chiede di essere risanato - è qualcosa che rimane fondamentale. Ma ciò è solo un pezzo del tassello.


L'altro pezzo ci viene dato dalla nostra capacità di aprirci e attivare vibrazioni positive. Per questo, dunque, usare strumenti come quelli del pensiero positivo e ben direzionato (che non è un'invenzione di The Secret, ma prerogativa di tutta una scienza yogica che esiste da millenni), rimane essenziale.

La meditazione, in aggiunta, permette di entrare in contatto con il flusso di energie più potenti dell'Anima. Si badi che bisognerebbe meditare quando si è in uno stato non troppo agitato, perché l'afflusso di energia va ad amplificare quello che trova lungo il percorso, "brutto o bello che sia". In generale, comunque, è importante aver educato almeno un poco la propria personalità, le emozioni e i pensieri (magari con un lavoro di osservazione di sé), prima di iniziare a meditare... per non rischiare di innescare eventuali peggioramenti. Nell'attesa di raggiungere una maggiore stabilità interiore, si possono effettuare pratiche di rilassamento, e la recita di preghiere e mantra.



Conclusione... Se siamo fra coloro che amano La legge dell'attrazione e, consci dell'importanza delle buone vibrazioni, rifiutiamo di contattare il nostro "corpo di dolore", rischiamo di innescare cambiamenti solo superficiali, e prima o poi la Vita ci metterà di fronte a situazioni che ci costringeranno a conoscerci meglio. Occorre dedicare dei momenti di attenzione per dialogare con le nostre parti più profonde, e permettere loro di essere viste ed esprimersi senza giudizio. Quel che solo è visto veramente, infatti, può essere trasmutato.

Se, invece, pensiamo che potremo cambiare solo dopo aver toccato ogni parte del nostro dolore (conscio e inconscio), solo dopo aver fatto parlare tutte le voci negative che mettono a soqquadro il nostro sentire, o solo dopo aver trovato il bambino sofferente e terrorizzato che il nostro nazista interiore ha rinchiuso in un qualche scantinato della coscienza, rischiamo seriamente di rimanere in quello scantinato per tutta la vita.

Si può scendere tanto quanto si può salire
: significa che occorre avere una riserva di energia e di luce, prima di andare a scavare nel buio. Occorre quindi che troviamo la forza di cambiare le nostre emozioni, di accogliere la fiducia e il cambiamento (e metterlo un poco in pratica), prima di aver "scoperto tutto" sulla nostra ombra. Ben vengano quindi le tecniche del pensiero positivo, e tutti gli esercizi che lavorano sui nostri pensieri, le nostre emozioni e anche sulla nostra energia fisica. Il rischio, altrimenti, è di rimanere invischiati nel fango, di non riconoscere che, in fondo, ci siamo così abituati a starci che, quasi, ci piace....allora stiamo male, e continuiamo a stare male.

La capacità di fissare un punto di equilibrio tra un estremo all'altro, e di spostare tale punto per adeguarlo ogni volta alle nuove realtà che viviamo, è quanto di più prezioso possiamo coltivare per accrescere la nostra Coscienza. In termini simbolici, si pensi a un triangolo dove gli estremi sono la base, e il terzo punto - il vertice - è il punto di equilibrio, il punto più "alto". In questo modo usciamo dalla "linea retta" che esiste su una stessa direzione (simbolo del conflitto), e creiamo una figura geometrica che ha molteplici possibilità di realizzazione.

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